IL CONFINE DELLE MEMORIE – CONVEGNO

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Evoluzione delle memorie e processi identitari tra politiche pubbliche,  percorsi privati  e intervento sul territorio nel goriziano

25 novembre 2009
Sala del consiglio provinciale
Gorizia, Corso Italia 55
ore 17.30


Il 15 settembre del 1947, dopo la caduta del fascismo e dopo quattro anni in cui si sono susseguite tre diverse amministrazioni (tedesca, jugoslava e anglo-americana), viene definito il confine che divide l’Italia e la Jugoslavia. La creazione di una nuova frontiera è sempre un evento traumatico. Il periodo in cui viene deciso il tracciato della linea che dividerà due Stati e due popoli, che stabilirà “chi è di qua e chi è di là”, è un periodo di lotte e di scontri. Ma è anche il momento di una scelta. È  il momento in cui gli individui devono confrontarsi con loro stessi, con la loro identità e con quella degli “altri”. Come ha vissuto la nascita del confine la popolazione del goriziano? Come si è formata e come è stata rielaborata e trasmessa la memoria di quel periodo? Che relazioni si sono create tra ricordi individuali e memoria
pubblica? Lo scopo del convegno è quello di presentare ricerche e progetti che pongono al centro del loro interesse queste tematiche, partendo dall’analisi delle interviste ai testimoni. L’incontro sarà anche un’occasione per lanciare una “campagna” per la raccolta dei racconti di vita che andranno a creare un vero e proprio archivio della memoria del goriziano.

PROGRAMMA

Saluto delle autorità

Interventi:

Il confine degli altri: comunità immaginate e invenzione
della tradizione nella Venezia Giulia.

Marta Verginella (Università di Lubiana)

Memorie di confine e identità plurime.
Il confine italo-jugoslavo nei racconti di vita dei testimoni.
Alessandro Cattunar (Istituto Italiano di Scienze Umane,
Associazione Quarantasettezeroquattro)

Memoria divisa e funzione civile del ricordo.
Anna Di Gianantonio, Tommaso Montanari (IRSML)

Presentazione dei progetti:

– “Topografia della memoria – museo diffuso della città”.
– “Archivio della memoria del goriziano”.

Alessandro Cattunar (Istituto Italiano di Scienze Umane,
Associazione Quarantasettezeroquattro)

“Dalla ‘città di villaggi’ alla ‘città di città’. Memoria, identità
e futuro di un territorio urbano ricomposto”
. Università di
Trieste, Facoltà di Architettura in coll. con  Isonzo-Soca
Alessandra Marin (Università di Trieste)

Discussione e dibattito

ARCHIVIO DELLA MEMORIA DEL GORIZIANO. Conservare, catalogare, divulgare

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L’Archivo della memoria è on line.

Visita il sito www.stradedellamemoria.it !

Obiettivi

Il progetto di creazione di un Archivio della memoria del Goriziano intende sopperire all’attuale mancanza di un luogo e di un’istituzione di riferimento per quanto riguarda la raccolta e la conservazione di tutti i documenti – audiovisivi, sonori e cartacei – relativi alla memoria storica locale. L’Archivio vorrebbe configurarsi come un punto di coordinamento in cui far convergere le numerose iniziative volte alla raccolta e allo studio dei racconti di vita, delle testimonianze orali e, più in generale, di tutte le forme di memorialistica riguardanti il territorio goriziano.

In questa prospettiva, l’Archivio dovrebbe essere da un lato un luogo fisico in cui catalogare, digitalizzare e rendere disponibile al pubblico i materiali conservati seguendo criteri archivistici univoci e in linea con gli standard nazionali e internazionali. Dall’altro lato potrebbe configurarsi come un luogo “virtuale” di riflessione scientifica sulle problematiche relative all’analisi e all’utilizzo delle memorie all’interno delle ricerche storiografiche e all’interno delle iniziative di divulgazione più ampia. In questa prospettiva l’archivio vorrebbe da un lato essere una sorta di “garante” di un utilizzo non “partigiano” delle memorie e dall’altro un luogo aperto in cui stimolare la discussione e il confronto e in cui far convergere e interagire realtà diverse col fine di non disperdere energie, idee, materiali.

Attività previste

Le principali dell’Archivio, da svilupparsi in tempi e fasi differenti,  saranno:

proposta di standard comuni per quanto riguarda la registrazione, catalogazione e conservazione dei materiali;

raccolta di materiali relativi alla memoria: interviste audio, videointerviste, racconti di vita, diari, volumi di memorialistica;

catalogazione dei materiali secondo uno standard che verrà definito dopo un confronto con i principali enti nazionali operativi nel settore (Sopraintendenza archivistica, Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi, Associazione italiana di storia orale);

digitalizzazione dei documenti sonori e audiovisivi al fine di garantirne la conservazione nel tempo indipendentemente dalla conservazione fisica del supporto originale di registrazione;

–  conservazione dei materiali originali;

creazione di un’aula multimediale per la consultazione dei materiali da parte di singoli ricercatori e di gruppi;

organizzazione di attività volte alla divulgazione dei materiali, rivolgendosi in particolare alle scuole e alle università, proponendo percorsi guidati, attività laboratoriali e giornate di studio.

VOLUME E DVD

Memorie di confine: i racconti di vita tra riflessioni storiche e interventi sul territorio

Luoghi della memoria, archivi, nuovi media e percorsi espositivi

Prospetto riassuntivo

La monografia “Memorie di confine: i racconti di vita tra riflessioni storiche e interventi sul territorio. Luoghi della memoria, archivi, nuovi media e percorsi espositivi” vuole essere un’occasione di proposta e dibattito, una pubblicazione in cui raccogliere le riflessioni degli esperti di diversi settori – storici, archivisti, registi, video artisti, architetti – che hanno contribuito alla realizzazione di diversi progetti relativi alla “memoria del goriziano”.

Il volume vorrebbe essere un luogo in cui formalizzare gli studi e i percorsi che stanno alla base dei progetti proposti, mettendo in luce i molteplici livelli di analisi che devono essere presi in esame nel momento in cui si decide di confrontarsi con i racconti di vita dei testimoni, con i luoghi della memoria pubblica e privata, e con i ricordi – individuali, collettivi, ufficiali – legati a tali luoghi.

Una pubblicazione che analizzi in maniera multisfaccettata il problema della formazione, trasmissione e narrazione delle memorie in una particolare area di confine come quella che comprende Gorizia e Nova Gorica. Una riflessione che, a partire da una solida base storiografica, consenta di esplorare nuove piste di ricerca, basate soprattutto sulle fonti orali, che vedono la collaborazione di ricercatori provenienti da diverse discipline e da diversi contesti nazionali.

Ma il volume non intende proporre solo una riflessione teorica. Vorrebbe anche configurarsi come una sorta di “mappa-catalogo” dei percorsi espositivi e archivistici della memoria nel goriziano. In questo senso sono previsti interventi in cui si discuterà di questioni metodologiche relative alla creazione dell’“Archivio della memoria” e dei suoi possibili sviluppi; questioni tecniche e artistiche riguardanti l’interazione di fonti audiovisive, sonore, e fotografiche al’interno di installazioni multimediali e interattive; proposte e riflessioni sull’analisi urbanistica dei quartieri e i luoghi della città attraverso i racconti di vita.

Al volume potrebbe essere allegato un dvd in cui raccogliere una serie di filmati e contributi esemplificativi che aiutino a comprendere le analisi sviluppate nel volume, oltre a materiali che potrebbero essere utilizzati all’interno di percorsi didattici nelle scuole.

MEMOBUS TRANSFRONTALIERO. VIAGGIARE PER NON DIMENTICARE

In collaborazione con

Terra del Fuoco


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Il progetto

Il MEMOBUS si rivolge innanzitutto ai giovani proponendosi come un laboratorio mobile di educazione alla Storia e alla cittadinanza a partire dalle molteplici memorie della zona di confine tra Italia, Slovenia e Croazia. Attraverso le testimonianze delle persone che hanno vissuto nel periodo della II Guerra mondiale e della traumatica definizione dei confini nel dopoguerra, si disegnerà una mappa dei luoghi della memoria pubblica e privata dell’area. Un autobus appositamente predisposto unirà in un unico percorso fisico ed educativo tali luoghi, segnati dalle violenze perpetrate dai diversi totalitarismi che si sono susseguiti.

Sono previsti tre tipi di tragitto, sempre preceduti da incontri di preparazione mirati:

mezza giornata: zona tra Gorizia e Nova Gorica;

una giornata: provincia di Gorizia e di Trieste, Gonars, Slovenia;

tre giorni: Gorizia, Trieste, Slovenia, Croazia (Jasenovac, Rab, Lipa).

Il viaggio sarà un’occasione per confrontarsi, oltre che con i luoghi della memoria, anche con le memorie dei luoghi che emergeranno dai racconti di vita di alcuni testimoni, presenti lungo tutto il percorso. In questo modo, i partecipanti non si troveranno di fronte a concetti e teorie astratte, ma verranno stimolati attraverso l’interazione diretta dei fatti con gli spazi e le emozioni. I ragazzi avranno l’opportunità di scoprire la pluralità dei processi storici legati a questo territorio, provando a superare la paura della complessità, della diversità, del silenzio e del dolore, che troppo spesso hanno portato a strumentalizzazioni, omertà, ingiustizie e violenze.

Così, si stimoleranno curiosità, interessi e passioni, che permetteranno di comprendere meglio il passato per superare i confini mentali che permangono, nel nuovo spazio europeo, anche dopo la caduta di quelli fisici. Per le nuove generazioni sarà un’occasione unica per vivere un’esperienza formativa finalizzata alla promozione di una cittadinanza attiva e consapevole all’interno della nuova Europa in costruzione.

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Obiettivi e metodi proposti

I traumi provocati dal rapido susseguirsi di tre regimi totalitari nell’area di confine tra Italia, Slovenia e Croazia segnano tuttora profondamente le memorie dei diversi gruppi che la abitano. Le celebrazioni della memoria pubblica, pesantemente affetta dagli ideologismi del secolo scorso, dimenticano spesso i luoghi dove la Storia è avvenuta e il legame dei diversi gruppi con lo stesso territorio e lo stesso passato. Partendo dalla conoscenza di tale passato, attraverso i luoghi che emergono dalle memorie private dei testimoni dell’epoca, i giovani potranno sviluppare un senso d’appartenenza a un comune spazio europeo e contribuire al positivo processo di riconciliazione tra gruppi, che non può prescindere dalla conoscenza e dal riconoscimento delle altrui Memorie.

Viaggiare insieme “agli altri” e ai testimoni diretti dei fatti, in un’area dove permangono confini politici e ideologici – nonostante la caduta di quelli fisici – vuol dire creare una comunità viaggiante interculturale e intergenerazionale, che si confronti in nuovi spazi di dialogo, appropriandosi del territorio e di una comune identità europea.

I viaggi saranno inseriti in un ampio e ragionato piano di attività educative di preparazione e confronto che prevede lezioni di esperti, momenti di riflessione guidata ed elaborazione attiva dell’esperienza attraverso il dialogo con i testimoni e l’immedesimazione. Alcuni educatori accompagneranno i ragazzi durante il viaggio e, sfruttando anche i momenti di convivialità, stimoleranno continuamente l’interazione e la discussione a vari livelli all’interno dei gruppi.

Tutte le attività saranno svolte con il supporto di materiali appositamente predisposti che forniscano ai partecipanti strumenti critici e scevri da pregiudizi, per affrontare e comprendere l’intreccio di memorie di quest’area, riconoscendone la complessità come patrimonio fruttifero, e non più come ostacolo, per la costruzione di un futuro condiviso e ricco di possibilità per chi lo vivrà in quest’area.

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Destinatari

Il progetto si rivolge principalmente agli studenti delle scuole superiori italiane, slovene e croate.

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Impatto previsto

La mappa che comprenderà i luoghi emersi dalle memorie plurime dell’area di confine coinciderà con un’area nella quale sviluppare percorsi fisici ed educativi di conoscenza del territorio e dialogo interculturale tra i gruppi che la abitano. Il primo obiettivo del MEMOBUS è quello di far conoscere ai giovani la storia del territorio in cui vivono attraverso il contatto diretto con i luoghi che sono stati segnati dalla violenza dei totalitarismi. Una buona conoscenza del proprio passato consente di orientarsi tra le contrastanti posizioni che animano oggi il dibattito pubblico e di superare i rallentamenti che generano nel processo d’integrazione europea. La comprensione delle dinamiche storiche che hanno plasmato il territorio in cui si vive e di quelle che hanno selezionato a diversi livelli ciò che oggi viene ricordato è un’importantissimo strumento per andare oltre i conflitti di oggi e prevenire quelli di domani, pur preservando il patrimonio che si è ereditato dal passato. Attraverso un’analisi profonda dei processi di costruzione della memoria a livello locale, nazionale e transnazionale, è possibile comprendere le ragioni profonde che hanno portato alla costruzione di un’Europa unita dai valori fondamentali della comprensione e del rispetto reciproco. Seguendo questo percorso, si giunge naturalmente alla riappropriazione del territorio in cui si vive e al bisogno di maturare una consapevolezza identitaria più ampia e più ricca che costituisca il tessuto di una nuova società europea democratica, aperta e tollerante.

Questa nuova forma attiva della cittadinanza dei giovani, ha come sbocco naturale un impegno concreto nella società civile. Questo progetto intende facilitare l’interazione tra le istituzioni e associazioni italiane, slovene e croate facilitandone il coinvolgimento e la cooperazione per futuri progetti e azioni comuni. I giovani coinvolti avranno a disposizione una rete di partner che comunica in maniera fluida e propositiva: potranno popolarla nel prossimo futuro, coltivando i contatti che avranno creato e ampliandone le potenzialità.

L’approccio interdisciplinare, che prevede la collaborazione sinergica di diversi studiosi ed esperti educatori, appartenenti essi stessi ai diversi gruppi, ottimizzerà la gestione degli strumenti e delle risorse. Il laboratorio educativo che guiderà la riflessione che dal passato guarda al futuro, promuoverà il dialogo creativo tra diversi attori e l’elaborazione di metodi e approcci sempre più efficaci.

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Programma dettagliato dei viaggi

VIAGGIO DA MEZZA GIORNATA

8:15 GORIZIA: Giardini pubblici, Trgovski Dom, Piazza Vittoria, Piazza della Transalpina, centro storico, Palazzo della Prefettura, Valichi di frontiera.

10.30 NOVA GORICA: Centro cittadino, Palazzo del Municipio, Ponte di Salcano 12.00:  KOSTANJEVICA : Monastero ex campo di concentramento fascista.

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VIAGGIO DA UNA GIORNATA

8:15 GORIZIA: Giardini pubblici, Trgovski Dom, Piazza Vittoria, Piazza della Transalpina, centro storico, Palazzo della Prefettura, Valichi di frontiera.

10.40 REDIPUGLIA: Sacrario della Grande Guerra.

11.15 MONFALCONE: Parco Tematico della Grande Guerra.

12.30: Pausa pranzo

14.30 NOVA GORICA: Centro cittadino, Palazzo del Municipio, Ponte di Salcano 16.00:  KOSTANJEVICA : Monastero ex campo di concentramento fascista.

17.00: TRNOVSKI GOZD: Parco del Comitato di liberazione.

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VIAGGIO DA TRE GIORNI

Primo giorno

ore 08.30: Partenza da Gorizia piazza Transalpina

ore 10.00: Arrivo a Trieste Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento nazista in Italia con forno crematorio. Incontro con i testimoni

ore 13.00: Partenza per  Jasenovac (pranzo libero – sosta lungo il viaggio)

ore 18.00: Arrivo a Jasenovac: discussione e confronto.

ore 20.00: Cena e animazione.

Secondo giorno

ore 8.00: Colazione

ore 10.00: Jasenovac: visita al campo di prigionia e sterminio ustascia (1941-1945)– visita guidata del Memoriale

ore 14.00: Partenza per Rab

ore 19.00: Arrivo all’isola di Rab – inquadramento storico e discussione.

ore 21.00: Sistemazione per la notte e cena

Terzo giorno

ore 8.00: Colazione.

ore 9.00: Isola di Rab – visita guidata all’area del Campo di concentramento fascista.

ore 12.00: Partenza da Rab per Lipa.

ore 15.30: Arrivo a Lipa – visita al museo dedicato alle vittime della strage nazi-fascista avvenuta il 30.04.1944.

ore 17.00: Discussione e feedback.

ore 19.00: Partenza per l’Italia.

ore 21.30: Arrivo a Gorizia piazza Transalpina.

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Associazioni proponenti


  • Associazione Culturale Quarantasettezeroquattro (Gorizia)

4704 gestirà l’implementazione del progetto in tutte le sue fasi, dal punto di vista organizzativo, amministrativo e promozionale, ponendosi al centro della rete dei partner coinvolti.

Grazie alla propria natura interdisciplinare e attraverso le relazioni e i contatti di cui dispone, renderà fluida ed efficace la comunicazione tra le istituzioni coinvolte, le associazioni partner e le scuole beneficiarie, ottimizzando il tempo e le risorse a disposizione del progetto e favorendone la visibilità sui territori coinvolti.

  • Terra del Fuoco

Si propone come braccio operativo durante tutte le fasi del progetto. L’associazione ha acquisito una pluriennale esperienza nell’educazione alla cittadinanza attiva attraverso il viaggio, la memoria e la testimonianza, maturandola a livello internazionale con le sei edizioni del progetto Treno della Memoria e a livello locale con la realizzazione del MEMOBUS a Torino, Aosta e Trento.

TDF offre al progetto tale esperienza in tutti i suoi aspetti: efficacia dei metodi di educazione informale elaborati, ottime capacità logistico-organizzative per la realizzazione dei viaggi con partecipanti internazionali, ottime relazioni e assidui contatti con le associazioni di ex-deportati, partigiani, esuli, storici orali e studenti.

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Partner

  • Provincia di Gorizia – Assessorati alla pace e alla cultura
  • Center for International Relations and European Studies (CIRES)  – Slovenia

Il CIRES favorirà l’individuazione e il contatto di un grande numero di testimoni sloveni che narrino le loro esperienze agli studenti che partecipano ai viaggi. Fornirà inoltre assistenza di carattere amministrativo per coinvolgere le istituzioni scolastiche slovene e coordinerà le attività di traduzione dei materiali promozionali e didattici. Divulgherà e promuoverà il progetto e i risultati ottenuti tramite pubblicazione di saggi e articoli.

  • Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione (IRSML) – Trieste

Da molti anni, l’IRSML dedica una grossa parte della propria attività alla raccolta, alla conservazione e all’archiviazione di interviste audio e video registrate con i protagonisti e i testimoni internazionali del periodo storico che va dal ‘900 ai nostri giorni. Le fonti orali sono documenti fondamentali per le ricerche e le pubblicazioni edite dallo stesso Istituto. L’IRSML offrirà consulenza scientifica e metodologica al progetto e metterà a disposizione la propria biblioteca e il proprio archivio, fornendo le testimonianze sulle quali si lavorerà e gli studiosi che aiuteranno i partecipanti a contestualizzare storicamente le tematiche trattate prima e durante i viaggi.

  • Viaggiare i Balcani

ViB inserirà alcuni viaggi con il MEMOBUS all’interno dei propri programmi di viaggio formativi, permettendo a studenti trentini di conoscere le dinamiche di un’altra area transfrontaliera e di compararle con quelle della propria. Il progetto ne guadagnerà arricchendosi di diversi punti di vista rispetto a esperienze simili ma differenti, ampliando lo spazio e le possibilità di dialogo per i partecipanti.

ViB, inoltre, metterà in condivisione le migliori pratiche ed esperienze di collaborazione interconfinaria e interculturale acquisite, confrontandole con quelle dei partner perché se ne elaborino di sempre più efficaci e adatte ai tempi.

  • Aiso – Associazione Italiana di Storia Orale (Roma)

L’associazione fornirà consulenza scientifica sulle pratiche e le metodologie più adatte a inserire le testimonianze e i racconti di vita all’interno dei percorsi educativi basati sull’apprendimento informale e darà visibilità al progetto attraverso il suo sito web.

  • Inicijativa kulturalnih studija

La partecipazione di IKS al progetto MEMOBUS è volta alla gestione dei rapporti sia con le scuole superiori croate  che  con quelle della minoranza italiana della regione. Le classi verranno coinvolte nelle iniziative sull’area di frontiera tra Italia, Slovenia e Croazia e saranno portate a conoscere le molteplici sfaccettature delle vicende di quella realtà e le relative implicazioni odierne, anche attraverso i contatti con coetanei di altre nazionalità. IKS si propone inoltre di promuovere il progetto e i suoi risultati in Croazia a livello locale e regionale, attraverso i suoi canali comunicativi, e di collaborare per la traduzione in croato dei materiali utilizzati e prodotti durante il viaggio.

  • Primorski informacijski atelje

PInA collaborerà al MEMOBUS promuovendone le iniziative in Slovenia a livello locale e nazionale. Gestirà inoltre i rapporti tra gli organizzatori e gli istituti scolastici sloveni, favorendo anche la partecipazione degli studenti della minoranza italiana. PInA metterà a disposizione della rete di partner le competenze acquisite nell’ambito della realizzazione di progetti interculturali e interlinguistici e collaborerà per la traduzione dei materiali didattici.

STRADE DELLA MEMORIA. Luoghi, percorsi e narrazioni delle memorie pubbliche e private nel goriziano

Promosso da:

–       Provincia di Gorizia – Assessorati alla pace e alla cultura

–       Associazione Culturale Quarantasettezeroquattro (Gorizia)

–       Facoltà di Architettura dell’Università degli studi di Trieste

–       Center for International Relations and European Studies (CIRES)  – Slovenia

–       Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione (IRSML) – Trieste

Con il sostegno e il contributo di:

–       Provincia di Gorizia – Assessorati alla pace e alla cultura

–       Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia

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In collaborazione con:

–       Studio di produzione video e multimediale N03! (Ennezerotre) – Milano

–       Isonzo-Soča (Gorizia)

–       ISIG – Istituto di sociologia internazionale di Gorizia

–       IUIES – International University Institute for European Studies

–       Terra del Fuoco

–       Associazione Kinoatelje (Gorizia)

–       Aiso – Associazione Italiana di Storia Orale (Roma)

–       Visoka šola za dizajn v Ljubljani

–       Icbsa – Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi (Roma)

–       Università di Lubiana


Obiettivi generali

Il progetto qui proposto parte da una necessità: quella di colmare, in un’area ricca di storia come la zona di confine tra Italia e Slovenia, l’assenza di un progetto complessivo finalizzato allo studio e alla divulgazione creativa delle molteplici memorie relative al suo passato. Un progetto di comunicazione di respiro internazionale, un punto di partenza per la valorizzazione della ricchezza storica del territorio che faccia risaltare la complessità degli eventi che lo hanno caratterizzato nel corso del Novecento. Si intende prendere come punto di partenza il periodo a cavallo della creazione del confine italo-jugoslavo, una frontiera che ha segnato profondamente l’area, riconfigurandone gli equilibri etnici, politici, culturali, geografici e urbanistici, ma soprattutto che ha lasciato profondi segni nei ricordi delle popolazioni. A partire da quella data, indietro ed avanti nel tempo, si potranno rintracciare antecedenti e conseguenze storiche della creazione di un confine di cui si discute molto, ma le cui origini e vicende spesso non vengono raccontate né messe in discussione dalle nuove generazioni. L’assenza di una riflessione scientifica globale su queste problematiche provoca, non di rado, la creazione di stereotipi e la scarsa consapevolezza negli abitanti di far parte di una comunità che ha un complesso passato da narrare e da trasmettere. Le memorie sul confine saranno un punto di partenza per la creazione di un programma di attività ampio e articolato, che si stacchi dagli ambiti strettamente accademici per coinvolgere attivamente la popolazione sul territorio italiano e sloveno, offrendo percorsi didattici, museali e di ricerca.

Strade della memoria è un progetto quadro all’interno del quale realizzare una rete di iniziative correlate e coordinate che, sviluppandosi attorno ad un obiettivo comune, si avvalgono delle competenze e della creatività di esperti (soprattutto giovani) afferenti a diverse discipline. L’intento principale è quello di coordinare le numerose ricerche che affrontano il problema delle memorie  relative a quest’area, col fine di creare nuovi luoghi e momenti di divulgazione critica e partecipata. Iniziative tese ad un confronto e dialogo tra diverse generazioni ma, soprattutto, tra diversi punti di vista, al fine di contribuire a creare un processo di dialogo e di riconoscimento reciproco. Ragionare sulla rielaborazione delle memorie – siano esse individuali, collettive o pubbliche – in un’area di frontiera, segnata per lungo tempo da contrapposizioni etniche, politiche ed ideologiche, necessita innanzitutto di un lavoro  basato su una ricerca storiografica approfondita e della sinergia di diversi approcci e metodologie scientifiche. Riflettere sulla memoria inoltre vuol dire prendere in considerazione una serie di problemi che non sono unicamente storiografici, ma anche sociologici, culturali, geografici, urbanistici e psicologici. Infine, il progetto intende ideare nuove forme di divulgazione, studiando strategie comunicative adatte alla complessità degli argomenti trattati, ma che risultino anche accattivanti e stimolanti per un pubblico ampio e variegato.

Gli ambiti di interesse della ricerca spaziano dunque dallo studio della società a quello dei luoghi e degli spazi urbani. Le fonti di questo lavoro saranno plurime e caratterizzate dalla ricerca di integrazione delle informazioni tra archivi pubblici e memorie private.

Il rischio, in una società come quella contemporanea in cui i media si configurano spesso come l’unica finestra aperta sul mondo e sul passato, è sempre più quello di perdere la trasmissione umana della memoria tra le generazioni, a favore di un’accettazione passiva degli eventi, in linea con la memoria pubblica ufficiale. I progetti qui proposti, invece, intendono mettere i media al centro di un itinerario coerente in cui far interagire i luoghi della memoria pubblica con quelli dei ricordi privati, i simboli delle identità nazionali con le narrazioni degli individui da cui traspaiono appartenenze complesse. Uno degli scopi principali del progetto, infatti, è quello di promuovere una cittadinanza critica e attiva, creando una percezione di sé e degli altri che sia fondata sui legami storici e identitari con il territorio.

Inoltre, prevedendo una progettualità di ampio respiro e lunga durata, si ipotizza di allargare le iniziative innanzitutto al territorio sloveno ma anche, in tappe successive, al territorio della provincia di Trieste.

La rete di collaboratori

Le iniziative che rientrano nel progetto quadro andranno a creare una vera e propria rete, un network che prevede la collaborazione di molteplici istituzioni, professionisti e studiosi di diversa provenienza. Verranno coinvolti attivamente e a diversi livelli enti di ricerca, istituti universitari, associazioni culturali, studi di comunicazione locali, nazionali e internazionali. Verrà inoltre costituito un comitato scientifico che proponga una metodologia di lavoro comune e condivisa, che coordini tutte le iniziative e proponga percorsi integrati fra le varie proposte al fine di garantire una progettualità di lungo periodo evitando la dispersione delle risorse intellettuali ed economiche.

Tutte le iniziative interagiranno l’una con l’altra, mettendo in comune idee, lavoro, spazi e utenti al fine di creare un unico (ma non univoco) percorso attraverso le memorie e i luoghi.

I progetti

ARCHIVIO DELLA MEMORIA DEL GORIZIANO

Sulla base di quanto sopra descritto, il progetto si propone, innanzitutto, di dare forma ad un Archivio della memoria della città di Gorizia, sviluppando in particolare la conoscenza di quelle che sono le “storie” che hanno caratterizzato la crescita e la trasformazione, lungo il Novecento, della città fisica e della città sociale. Un archivio che non solo intende preservare e conoscere le identità plurime che in questi spazi si sono intrecciate, ma che potrà essere considerato un imprescindibile strumento per orientare progetti e azioni di sviluppo e trasformazione per il futuro.

L’ Archivio della memoria dovrà essere uno spazio di ricerca e di conservazione dei materiali, ma anche uno spazio fisico per la loro elaborazione in progetti di comunicazione, valorizzazione culturale, scambio con i cittadini e coloro che alla storia della città sono interessati. In questo senso, rappresenterà il centro della rete di progetti qui descritti e di quelli che in futuro potrebbero unirsi ad essi, punto di coordinamento e di riferimento.

L’archivio, sarà anche il luogo in cui verranno conservati, catalogati, digitalizzati e resi disponibili al pubblico materiali memorialistici di varia natura raccolti presso  “giacimenti di memoria” pubblici e privati (riproduzioni di documentazione conservata negli archivi, progetti e fotografie d’epoca, videointerviste, audio interviste, diari). In queste operazioni verranno seguiti criteri archivistici univoci e in linea con gli standard nazionali e internazionali.

La sede dell’Archivio della Memoria potrà diventare anche un centro di divulgazione, operando, in collaborazione con le altre istituzioni culturali locali, nella realizzazione di attività temporanee o permanenti (mostre, allestimenti, itinerari, ecc.) dedicate ai temi di ricerca di cui l’Archivio si interessa.

Infine, si configurerà come un luogo di riflessione scientifica sulle problematiche relative all’analisi e all’utilizzo delle memorie all’interno delle ricerche storiografiche e all’interno delle iniziative di divulgazione più ampia. In questa prospettiva, l’archivio vorrebbe da un lato essere una sorta di “garante” di un utilizzo non “partigiano” delle memorie, e dall’altro un luogo aperto in cui stimolare la discussione e il confronto e in cui far convergere e interagire realtà diverse col fine di non disperdere energie, idee, materiali. Da un punto di vista operativo si ipotizzano collaborazioni con l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi, con l’ISIG (Istituto di sociologia internazionale di Gorizia) e con lo IUIES- International University Institute for European Studies che permetteranno di attivare corsi di formazione professionale per gli archivisti, attivare borse di studio dedicate e concordare tesi di dottorato sull’argomento (PhD in Trasborder Policies for the Daily Life).

TOPOGRAFIA DELLA MEMORIA – MUSEO DIFFUSO DELLA CITTÀ

Percorsi multimediali e interattivi tra i luoghi della memoria e la memoria dei luoghi

Il progetto vuole valorizzare e promuovere una riflessione sulla storia del goriziano dal fascismo alla nascita della frontiera – periodo essenziale nella ridefinizione identitaria della popolazione goriziana – attraverso la creazione di un Museo diffuso a cielo aperto che leghi in un percorso interattivo e multimediale (attraverso l’uso di tecnologie innovative) luoghi della città significativi non solo per la “storia ufficiale” ma anche per quella privata dei cittadini. A partire dai racconti di vita di testimoni italiani e sloveni, verranno selezionati e “riattivati” una serie di luoghi sensibili della città sotto il profilo della memoria pubblica e privata. Si creerà così una nuova “mappa” storica ed emotiva del territorio. La realizzazione del progetto favorirà il recupero della memoria locale, la valorizzazione della specificità storica dei luoghi della città, spesso dimenticati o nascosti. Inoltre, l’utilizzo di nuove tecnologie e l’ideazione di forme espositive che coinvolgano attivamente l’utente mettendolo in gioco in prima persona.

DALLA “CITTÀ DI VILLAGGI” ALLA “CITTÀ DI CITTÀ”

Memoria, identità e futuro di un territorio urbano ricomposto

La città di Gorizia, lungo il Novecento e in particolare dal secondo dopoguerra, è cresciuta per parti, sviluppando una sua caratteristica peculiare, ben riconosciuta dal vigente Piano regolatore urbanistico: quella di essere una “città di villaggi”. Una sommatoria, quindi, di luoghi (e di persone) spesso connotati da spazi, storie, esperienze diverse, che nel loro complesso creano la specificità e la peculiarità di Gorizia, il suo essere – per alcuni versi in modo esplicito, per altri potenzialmente – una città aperta e plurale.

Per affrontare quella che è oggi la sfida della costruzione di un dialogo fertile e di strumenti e azioni di trasformazione condivisi con le città che a Gorizia si relazionano (Nova Gorica e Sempeter Vrtojba) è certamente necessario fare tesoro di quelle che sono le esperienze di costruzione di un insieme urbano organico già presenti a Gorizia, facendo della memoria e dell’identità della città uno strumento di progetto per il futuro.

Solo conoscendo come si è costruita e che cosa è oggi la “città di villaggi” si potrà costruire nel modo migliore la “città di città” del futuro.

Il progetto si propone quindi di portare alla luce questa memoria, che spesso non si è depositata in documenti ed archivi ufficiali, ma è oggi ricostruibile attraverso percorsi di sensibilizzazione e attivazione delle comunità locali. L’approccio scelto a questo tema potenzialmente molto ampio è quello della individuazione delle storie delle diverse parti di città “periferiche” rispetto al centro storico cittadino, connotate dalla presenza spesso di comunità locali vivaci e fortemente interessate alla propria identità. Luoghi come Straccis, San Rocco, Lucinico, Campagnuzza e Sant’Anna verranno letti dalla ricerca non come periferie di un centro, ma a loro volta come centralità urbane, in questa immagine di città multipolare. Luoghi caratterizzati da vicende originali e connotanti, che daranno ad ognuna di queste “città nella città” un ruolo nella costruzione dell’immagine e della storia plurale di Gorizia: per Straccis sarà centrale il tema del rapporto città-lavoro, per Lucinico il suo ruolo di porta della città verso il Friuli, per Campagnuzza e Sant’Anna il loro essere grandi parti urbane cresciute per iniziativa pubblica, accogliendo abitanti giunti da altri luoghi, ecc.

Il progetto si svolgerà per fasi: individuazione dei soggetti da interpellare/coinvolgere (istituzionali e privati), consultazione e interpretazione di documenti di vario genere, raccolta di testimonianze orali e interviste, costruzione di una mappatura e di una banca dati ordinata delle testimonianze che confluiranno nell’“Archivio della memoria”, restituzione e divulgazione dei risultati in pubblicazioni a stampa, documentari video, supporti multimediali, ecc.

MEMOBUS TRANSFRONTALIERO

Viaggiare per non dimenticare

Il MEMOBUS, partendo dalle esperienze sviluppate a Torino e in Trentino, si rivolge innanzitutto ai giovani, proponendosi come un laboratorio mobile di educazione alla Storia e alle molteplici memorie dell’area di confine. Assumendo come punto di partenza fisico e ideale l’Archivio della memoria, una corriera appositamente predisposta unirà in un unico percorso diversi luoghi: quelli pubblici, simboli della memoria istituzionalizzata, e quelli legati alle esperienze dirette della popolazione.

Il  viaggio sarà un’occasione per confrontarsi, oltre che con i luoghi della memoria, anche con le memorie dei luoghi che emergeranno dai racconti di vita di alcuni testimoni, presenti lungo tutto il percorso.

In questo modo, i ragazzi avranno l’opportunità di scoprire la pluralità dei processi storici legati a questo territorio, provando a superare la paura della complessità, della diversità, del silenzio e del dolore, che troppo spesso ha portato a strumentalizzazioni, omertà, ingiustizie e violenze.

I visitatori non si troveranno di fronte a concetti e teorie astratte, ma verranno stimolati attraverso l’interazione diretta dei fatti con gli spazi e le emozioni. Così, dai percorsi fisici ed emotivi, potranno emergere curiosità, interessi e passioni che permetteranno di comprendere meglio il passato per vedere il presente (ma soprattutto il futuro) con nuovi sguardi.  Per le nuove generazioni sarà un’occasione unica per vivere un’esperienza formativa finalizzata alla promozione di una cittadinanza attiva e consapevole all’interno della nuova Europa in costruzione.

PUBBLICAZIONI

Luoghi della memoria, archivi, nuovi media e percorsi espositivi

L’Archivio della memoria promuoverà la realizzazione di pubblicazioni (cartacee e multimediali) che si configureranno come occasioni di riflessione, proposta e dibattito, raccogliendo le riflessioni di esperti di diversi settori – storici, archivisti, registi, video artisti e architetti.

In una prima fase, si intende pubblicare due monografie (con eventuale allegato in dvd): la prima sarà intitolata “Memorie di confine: i racconti di vita tra riflessioni storiche e interventi sul territorio”, mentre la seconda farà diretto riferimento alla prima parte del progetto “Dalla ‘città di villaggi’ alla ‘città di città’”. Questi volumi, realizzabili in formati agili e a costi accessibili, restituiranno i materiali, il metodo di lavoro e un confronto con altre esperienze a livello nazionale e internazionale, e costituiranno i primi due numeri di una collana di pubblicazioni dell’Archivio della memoria dedicate a differenti aspetti della storia del Novecento. Un punto di riferimento per questa operazione saranno le esperienze delle Case della città, dei Musei della città o degli Urban center, sia in Italia che all’estero.

ATTIVITA’ DIDATTICHE

Riflessione, contestualizzazione, impegno

All’interno di tutti i progetti proposti, s’intende sviluppare un attento piano di attività didattiche rivolte sia a un pubblico generico sia agli studenti e alle classi delle scuole medie e superiori. In particolare si ipotizza un percorso didattico comune alle diverse iniziative che, partendo da una contestualizzazione storica e da una serie di riflessioni metodologiche, porti a una messa in gioco in prima persona da parte dell’utente. Lo scopo è di promuovere un approccio attivo e partecipato alle questioni trattate, una riflessione su se stessi, sulla propria storia familiare che diventi uno stimolo all’azione nella contemporaneità.

Inoltre, si intende progettare, in occasione di alcune importanti ricorrenze (25 aprile, 27 gennaio, 10 febbraio) una serie di iniziative divulgative e di riflessione (convegni, seminari, proiezioni, dibattiti) che coinvolgano un’ampia fascia di pubblico. Tali iniziative prenderanno il via proprio dai luoghi dell’Archivio e del Museo diffuso utilizzandoli come spunto di riflessione, punto di partenza per creare un dialogo tra studiosi e popolazione.

Le iniziative qui proposte potranno essere il centro di una serie di incontri formativi (rivolti alle scuole, ai professionisti e a tutti gli interessati) centrati sui racconti di vita, sulle modalità della ricerca di storia orale e sulle tecniche di realizzazione delle videointerviste.

Infine, si conta di attivare forme di collaborazione e interazione con il Dottorato di ricerca in Trasborder Policies for the Daily Life e con la Summer School dello IUIES – International University Institute for European Studies, consentendo il coinvolgimento di un ampio numero di studenti e docenti provenienti da diverse Università internazionali.

WORKSHOP INTERNAZIONALE

Forme visuali del passato. Narrare, mappare e visualizzare le memorie del confine italo-sloveno

L’ obiettivo del progetto è di fornire a un gruppo di studenti universitari italiani e sloveni un’occasione di formazione e professionalizzazione in ambito comunicativo, museale e archivistico ponendo al centro dell’interesse la storia dell’area transfrontaliera. Nello specifico, s’intende organizzare un workshop internazionale e una serie di seminari che facciano interagire diversi approcci e discipline: storia, visual arts, archivistica e architettura.

Potendo contare sulla collaborazione sinergica di docenti e professionisti afferenti a diversi ambiti disciplinari e di diversa provenienza nazionale, gli studenti saranno messi di fronte alle numerose problematiche che lo studio di un area di confine e delle sue memorie presenta. Si cercherà, innanzitutto, di ragionare sulle “forme visive” che la memoria assume nelle sue diverse declinazioni: memoria pubblica, che si incarna in monumenti, luoghi del ricordo, memoriali; la memoria collettiva, radicata nelle diverse comunità; e la memoria individuale che elegge a “luoghi della memoria” spazi spesso dimenticati a livello pubblico. Ma la memoria si incarna anche in forme visive virtuali, trasmesse attraverso i diversi media (giornali, cinema, televisione, internet). Una prima parte del workshop sarà dedicata alla riflessione su queste tematiche, con particolare attenzione alle modalità narrative e alle relazioni sociali che sono alla base di ognuna di queste visualizzazioni. Una seconda fase, più laboratoriale e seminariale,  sarà dedicata all’individuazione di nuove forme di costruzione visiva del passato. I racconti dei testimoni e la storia narrata dalle fotografie e dalle immagini d’archivio saranno presi come materiali di partenza per una riflessione metodologica e una proposta realizzativa di forme multimediali, archivistiche e museali relative alle “memorie di confine”. Questo tipo di lavoro obbliga a tenere in considerazione problematiche di carattere storiografico ma anche comunicativo, architettonico, urbanistico e di design.

Gli studenti avranno la possibilità di collaborare alla realizzazione di materiale visuale (documentari, mappe digitali) e multimediale  adatto all’’insegnamento nelle scuole sui temi affrontati. Inoltre potranno partecipare attivamente alle diverse iniziative previste dal progetti “Archivio della memoria” e “Topografia della memoria – Museo diffuso della città”.

ASSOCIAZIONE CULTURALE QUARANTASETTEZEROQUATTRO

L’associazione Quarantasettezeroquattro deriva il suo nome da due date simboliche: il 1947, anno di costituzione del nuovo confine tra Italia e Jugoslavia e il 2004, anno di adesione della Slovenia all’Unione Europea. Si tratta di due momenti di svolta fondamentali nei processi storici e identitari dell’area “di frontiera”, processi che l’associazione ha deciso di mettere al centro del suo operato.

Storia, memoria e identità, sono questi i principali nuclei di riflessione attorno a cui Quarantasettezeroquattro intende costruire una rete d’iniziative correlate che facciano interagire ricerca scientifica, nuove tecnologie e promozione del territorio. Siamo convinti che per capire e apprezzare quest’area e le complesse vicende che l’hanno caratterizzata nel corso del Novecento sia fondamentale recuperare e “rimettere in circolo” la pluralità dei punti di vista sul passato, dei ricordi, delle esperienze individuali e collettive. Per questo motivo, il punto di partenza del nostro lavoro è stata la raccolta e l’analisi dei racconti di vita, delle memorie di coloro che il Novecento l’hanno effettivamente vissuto: testimonianze orali di persone appartenenti a diverse comunità linguistiche, culturali e nazionali.

L’associazione coordina il lavoro di ricercatori e professionisti afferenti a diversi ambiti disciplinari – storici, sociologi, archivisti, bibliotecari, videomaker, esperti in produzioni multimediali –  promuovendo l’interazione e il dialogo di diverse metodologie, idee e prospettive: incoraggia e propone studi e ricerche sul rapporto tra memorie e cittadinanza attiva; organizza iniziative scientifiche, culturali e didattiche; cura un Archivio multimediale della memoria e organizza mostre ed itinerari multimediali a cielo aperto.

Quarantasettezeroquattro collabora con molte associazioni, enti di ricerca, istituzioni italiane e slovene tra cui le Università di Trieste, Udine e Lubiana, l’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione di Trieste, L’Associazione Italiana di Storia Orale, il Museo nazionale di Storia contemporanea di Lubiana.