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ASCOLTARE LE MEMORIE LUNGO IL CONFINE

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INCONTRO – DIALOGO CON MONI OVADIA

7 novembre 2012 ore 10:00

Auditorium della cultura friulana, Via Roma 5 – Gorizia

L’auditorium della cultura friulana di Gorizia si riempe di ragazzi: 370 studenti provenienti delle classi quarte e quinte delle scuole superiori del capoluogo isontino, di Monfalcone, Staranzano e Trieste. La luce si spegne. Sullo schermo compare il volto di una persona anziana, con la pipa in mano, che inizia a raccontare di un tempo apparentemente lontano in cui, lungo l’area di confine, gli individui e le comunità sembravano convivere pacificamente e in cui quasi tutti sapevano parlare cinque diverse lingue e si sentivano parte di un’unica comunità. Dopo di lui altre due signore, una slovena e una italiana, raccontano storie simili, di scambio e ibridazione tra lingue e culture. La luce si spegne di nuovo. Una voce fuori campo recita: “Memoria e storia lungi dall’essere sinonimi noi ci rendiamo conto che tutto le oppone. La memoria è la vita, sempre prodotta da gruppi umani e perciò permanentemente in evoluzione, aperta alla dialettica del ricorso e dell’amnesia. La storia è la ricostruzione, sempre problematica e incompleta, di ciò che non c’è più”. A partire da queste parole di Pierre Nora, Alessandro Cattunar e Raffaella Canci dell’Associazione Quarantasettezeroquattro hanno presentato Archivio della memoria. Storie di vita e di luoghi, un portale multimediale (consultabile all’indirizzo www.stradedellamemoria.it), a libero accesso in cui è possibile consultare i racconti di vita dei testimoni insieme alle fotografie, a percorsi biografici e bibliografici.

I responsabili del progetto hanno proposto agli studenti una riflessione sulla storia dell’area di confine e, appunto, sulle differenze tra la memorie – sempre plurime e cangianti – e la storia, con le sue pretese di obiettività. Le interviste presenti nell’archivio dimostrano l’importanza di ascoltare “le vite degli altri”, aprendosi al punto di vista di chi ha vissuto esperienze diverse dalle nostre, per comprendere le complesse vicende di quest’area di frontiera. Allo stesso modo insegnano come sia fondamentale, per far riemergere queste memorie, l’incontro, il confronto, l’interscambio fra due soggettività, tra testimone e intervistatore, tra intervistato e ricercatore (studente).

A partire da queste riflessioni Moni Ovadia ha trascinato i ragazzi all’interno di un viaggio nelle memorie d’Europa, con particolare riferimento a quelle comunità che nel corso del Novecento sono state vittime di discriminazioni e persecuzioni (gli ebrei, i rom e i sinti, gli sloveni). Ma soprattutto è riuscito a far comprendere quanto sia importante, per il mantenimento dell’identità individuale e collettiva, conservare la memoria propria e di chi ci ha preceduto. Perché senza memoria non sapremmo neanche chi siamo, da dove veniamo e quali sono i nostri valori. Non saremmo in grado di agire e difenderci. In un’epoca sempre più dominata dalle nuove tecnologie, in cui tutto sembra virtualmente conservabile, appare ancora più importante saper “ascoltare le memorie”, avere quel background di saperi, conoscenze disponibilità al confronto che consente un approccio consapevole ai ricordi, ai racconti di vita, alle testimonianze – fondamentali – di coloro che hanno vissuto in un’area di confine segnata da eventi estremamente dolorosi ma anche da esempi di solidarietà e capacità di reazione che non devono essere dimenticati.

Alla conclusione di un lungo monologo, Moni Ovadia si è prestato, come “cavia”, ad essere intervistato da alcuni studenti, facendo così emergere anche alcune delle difficoltà “concrete” dell’inter-scambio tra intervistato e intervistatore.

La presentazione dell’Archivio della memoria – finanziato dalla Regione FVG, dalle Province di Gorizia e Trieste, dall’Unione Europea (Eacea Programme) e dalla Fondazione Carigo – ha rappresentato un primo passo di un percorso più ampio che, all’interno del progetto quadro “Strade della memoria”, porterà a gennaio all’inaugurazione di “Topografie della memoria – Museo diffuso dell’area di confine” e all’organizzazione di una giornata internazionale di studi.

 

ARCHIVIO DELLA MEMORIA

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L’Archivo della memoria dell’area di confine è disponibile all’indirizzo www.stradedellamemoria.it.

A cura dell’Associazione Quarantasettezeroquattro di Gorizia con il sostegno dell’Unione Europea (EACEA – Europe for Citizens – Action 4) e in collaborazione con la Provincia di Gorizia, la Provincia di Trieste, l’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione di Trieste, le Università di Udine, Trieste e Lubiana.

Scarica il pieghevole illustrativo (.pdf))

L’Archivio della memoria promuove la raccolta, la conservazione e la divulgazione di fonti orali e fotografie relative alla storia dell’area di confine tra Italia e Slovenia nel corso del Novecento.

L’Archivio raccoglie materiali documentari che, da un lato, consentono di ricostruire a più livelli le storie di vita individuali e collettive – valorizzando la molteplicità dei punti di vista – e dall’altro ci parlano dell’evoluzione e della trasformazione del territorio transfrontaliero.

Il portale multimediale intende rendere fruibile questo patrimonio di memorie, oltre che a studiosi e ricercatori, anche a un pubblico ampio e diversificato, proponendo un’interfaccia intuitivo senza rinunciare, tuttavia, al rigore dell’impostazione archivistica.

É possibile, infatti, consultare liberamente testimonianze orali (videointerviste e audio interviste) e fotografie catalogate secondo gli standard internazionali proposti dall’ICCD (Istituto centrale per il catalogo e il documento) e dall’ICBSA (Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi).

Il sito consente la fruizione interrelata dei diversi documenti: a partire da un racconto di vita si può leggere la trascrizione integrale (e in alcuni casi la traduzione), vedere/ascoltare una parte dell’intervista, consultare la scheda biografica del testimone, accedere a percorsi bibliografici mirati e visualizzare le fotografie donate dai testimoni.

L’Archivio, al cui coordinamento collaborano i principali enti che a livello locale e nazionale si occupano dello studio della memoria storica (AISO – Associazione Italiana di Storia Orale, Università di Udine, Trieste e Lubiana), vuole essere uno spazio di ricerca e conservazione dei materiali, ma anche rappresentare un’opportunità per la loro elaborazione in progetti di comunicazione, valorizzazione culturale, scambio con i cittadini e con coloro che sono interessati alla storia di questo territorio. In tal senso, intende configurarsi come punto di riferimento di una rete di progetti di ricerca, educazione e divulgazione articolati e coerenti. Una prima tappa in questa direzione è stata raggiunta con l’allestimento della Mostra multimediale “Le vite degli altri” (Musei provinciali di Gorizia 9 marzo-15 aprile 2012), in cui racconti di vita e fotografie sono stati elaborati all’interno di installazioni interattive.

Nelle sedi fisiche dell’Archivio della Memoria, presenti presso la Mediateca Provinciale di Gorizia e presso la Biblioteca pubblica France Bevk di Nova Gorica, sarà possibile consultare i materiali conservati sui supporti originali e nella loro completezza con l’assistenza di personale appositamente formato.

Le sedi dell’archivio si configureranno anche come centri di divulgazione operando, in collaborazione con le altre istituzioni culturali locali, nella realizzazione di attività temporanee o permanenti dedicate ai temi di ricerca di cui l’Archivio s’interessa.

L’Archivio della memoria si proporrà, infine, come un luogo di riflessione scientifica sulle problematiche relative all’analisi e all’utilizzo delle memorie all’interno delle ricerche storiografiche e delle iniziative di divulgazione più ampia.

In questa prospettiva, l’Archivio vorrebbe da un lato essere una sorta di “garante” di un utilizzo non partigiano delle memorie, e dall’altro un luogo aperto in cui stimolare la discussione e il confronto.

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CAMPAGNA DI RACCOLTA DEI RACCONTI DI VITA
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All’interno delle attività dell’Archivio della memoria è stata avviata una campagna di raccolta dei racconti di vita dei testimoni che hanno vissuto nel territorio transfrontaliero nel periodo compreso tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta.
Un gruppo di ricercatori qualificati è disponibile a intervistare tutti coloro che vorranno “donare” i loro ricordi al fine di mantenere viva la memoria della città.
Le  testimonianze saranno raccolte in formato audio o video.
L’obiettivo è quello di raccogliere e conservare i racconti di vita delle persone appartenenti ai diversi gruppi linguistici, politici e culturali, nella convinzione che sia importante ascoltare i racconti e i ricordi di tutti, non solo di coloro che hanno vissuto esperienze particolari o traumatiche.
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PARTNER

Icbsa – Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi (Roma)

Aiso – Associazione Italiana di Storia Orale (Roma)

Università degli Studi di Udine – DAMS di Gorizia

Università di Lubiana – Dipartimento di Storia

Museo nazionale di Storia Contemporanea – Slovenia (Lubiana)

ISIG – Istituto di sociologia internazionale di Gorizia

Associazione Palazzo del Cinema – Mediateca provinciale di Gorizia

CON IL SOSTEGNO DETERMINANTE DI

Unione Europea – EACEA Europe for Citizens – Action 4

Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia

CON IL COFINANZIAMENTO DI

Provincia di Gorizia

Provincia di Trieste

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CONTATTI

e-mail:

stradedellamemoria@gmail.com

tel:

Alessandro Cattunar (0039.3381411435)

posta:

Associazione Culturale Quarantasettezeroquattro – Corso Italia 182, Gorizia

web:

www.stradedellamemoria.it

www.quarantasettezeroquattro.it

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LE VITE DEGLI ALTRI – VOCI E SGUARDI TRA LUOGHI DELLA MEMORIA E MEMORIE DEI LUOGHI

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MOSTRA MULTIMEDIALE

Musei Provinciali / Borgo Castello / Gorizia
9 marzo-15 aprile 2012

Dalla sala buia si sente arrivare il rumore del traffico cittadino e dei passi di pedoni sulla ghiaia. Entriamo. Sulla parete in fondo si vede scorrere la (poca) vita quotidiana che ogni giorno anima il Parco della Rimembranza di Gorizia. Le immagini ci circondano e ci assorbono. Per un po’rimaniamo quasi ipnotizzati dal lento incedere dei passanti. Poi ci rendiamo conto che dal soffitto della sala pendono quattro torce elettriche. Le prendiamo in mano e dirigiamo il fascio luminoso verso lo schermo. Improvvisamente la città di fronte a noi inizia a mutare, si trasforma. La luce della torcia si dimostra in grado di cancellare la Gorizia di oggi facendo emergere quella di ieri, quella di circa sessant’anni fa. Alcune linee architettoniche sembrano rimanere immutate, ma la vasta area del parco appare profondamente cambiata, nei suoi volumi, nei suoi spazi, ma soprattutto negli usi che i cittadini ne facevano, come emerge dai racconti di vita dei testimoni che ben presto si sono sostituiti al semplice rumore di passi. Si tratta di brevi testimonianze che fanno capire la molteplicità e la complessità degli eventi storici che hanno caratterizzato quel luogo, eventi vissuti e percepiti i modo diverso dalle differenti comunità che da sempre hanno caratterizzato il goriziano in quanto zona di frontiera.
Il “gioco” si ripete. Altri luoghi compaiono sullo schermo e altre testimonianze attestano la profondità e la stratificazione di memorie ad essi legate.
In questa installazione interattiva si trovano riassunti tutti i principali temi attorno a cui è stata pensata e strutturata la mostra multimediale “Le vite degli altri”.
Una prima riflessione riguarda il rapporto fra passato e presente e i segni della storia sul territorio. Se Gorizia come la vediamo oggi riesce a comunicarci alcune delle tappe fondamentali della sua storia è solo prestando attenzione alla dimensione lunga del cambiamento, e dei segni che questo ha lasciato nei racconti dei cittadini, che possiamo capire la complessa stratificazione di avvenimenti e di identità, ma anche di pratiche sociali, familiari e lavorative che l’hanno segnata lungo tutto il secolo. Non è solo la dimensione del mutamento a essere posta al centro dell’esposizione, ma anche il rapporto tra storia e memoria, tra memoria pubblica e ricordi individuali. Si tratta di modalità di conservazione e trasmissione delle esperienze estremamente differenti ma strettamente connesse. Come ricorda una famosa affermazione di Pierre Nora che apre la mostra: “Memoria e storia: lungi dall’essere sinonimi noi ci rendiamo conto che tutto le oppone. […] La memoria è un fenomeno sempre attuale, un legame vissuto nell’eterno presente; la storia una rappresentazione del passato. […] La memoria colloca il ricordo nell’ambito del sacro, la storia lo stana e lo rende prosaico”.
“Le vite degli altri”, partendo da queste riflessioni, cerca di calarle nella complessa realtà dell’area di confine tra Italia e Slovenia, dando loro una dimensione concreta, visibile e ascoltabile.
Nelle installazioni audiovisive e interattive che vanno a comporre il percorso espositivo, fonti normalmente utilizzate per la ricerca accademica – come le testimonianze orali, i film di famiglia e le fotografie – vengono lette e interpretate attraverso gli occhi e i linguaggi dell’arte contemporanea.
Soffermarsi ad ascoltare – ma soprattutto capire – “le vite degli altri”, le vite di coloro che abitano e hanno abitato sul medesimo territorio pur appartenendo a differenti comunità nazionali, linguistiche, politiche o culturali, si rivela una pratica estremamente utile per la comprensione del passato ma anche per la costruzione di un futuro comune all’interno del nuovo spazio europeo.
Le reazioni del folto pubblico che ha visitato la mostra  lo confermano: i goriziani sembrano ritrovarsi nelle testimonianze delle generazioni più anziane, nelle fotografie in bianco e nero e nelle immagini catturate dalle cineprese in Super 8. Sembra finalmente possibile ricostruire quel complesso mosaico di percezioni, emozioni, esperienze e contraddizioni che per diversi decenni sembrava difficile recuperare a causa di un discorso pubblico incentrato sulla forzata contrapposizione identitaria di marca nazionale o politica.
Come traspare dai racconti di vita dei testimoni conservati nell’archivio consultabile all’indirizzo www.stradedellamemoria.it, quasi tutti gli abitanti di Gorizia non potevano che identificarsi come goriziani, indipendentemente dalle lingue parlate, dalle ideologie di riferimento e dalla condizione sociale. È proprio la complessa interazione fra identità fluide e differenti percorsi di rielaborazione della memoria che viene posta al centro dalle quattro sale che compongono il percorso espositivo: gli sguardi di ricercatori e videomakers vanno ad interagire con quelli degli studenti del Polo Liceale e del Corso di Laurea Dams di Gorizia. Ne emerge un’analisi estremamente ricca e multisfaccettata degli eventi che hanno caratterizzato il territorio goriziano in dagli anni Venti fino alla caduta del confine.

 

La città e le vite degli altri (dall’introduzione alla mostra)

Il paesaggio urbano in cui viviamo è profondamente segnato dalla storia. Le tracce che gli avvenimenti lasciano sul territorio sono estremamente mutevoli e fugaci ma, soprattutto, sono soggettive: i luoghi assumono diversi significati, a seconda dello sguardo che li indaga.

Ogni persona costruisce e conserva una propria mappa mentale della città in cui vive o ha vissuto. Si tratta di schemi che prendono forma a partire dalle esperienze più rilevanti vissute nel passato, ma anche, e soprattutto, dal vivere quotidiano, dai gesti comuni e dalle abitudini. Ecco allora che per far emergere queste “città invisibili” diventa necessario soffermarsi sulle vite degli “altri”, conoscere i percorsi biografici dei singoli e le esperienze collettive vissute dai gruppi e dalle comunità, siano esse politiche, linguistiche, etniche o nazionali. Si può così riscoprire la ricchezza e la stratificazione di significati che ogni luogo, e non solo quelli istituzionalizzati, porta con sé.

Questa mostra nasce dalla volontà di fornire nuovi strumenti per far dialogare i goriziani di oggi con i goriziani di ieri, attraverso un confronto con la città e i suoi spazi, alla riscoperta delle memorie plurime che questi conservano, a volte celandole, a volte esplicitandole.

Per fare questo abbiamo deciso di soffermarci su tre fonti particolari: le interviste biografiche ai testimoni, i film di famiglia e le fotografie. Materiali di non immediata “lettura” che però, se interrogati attraverso i linguaggi dell’arte e degli audiovisivi, si dimostrano in grado di ri-creare spazi mentali che siano specchio delle memorie individuali o familiari, di specifici modi di vivere e percepire la realtà.

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La mostra è a cura dell’Associazione Quarantasettezeroquattro e dello Studio ennezerotre N!03.

Alla realizzazione delle singole installazioni hanno partecipato anche gli studenti dell’Università di Udine – Dams di Gorizia, gli studenti del Polo Liceale “Dante Alighieri” di Gorizia.

Con il sostegno di:

Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia

GiovaniIdee

Provincia di Gorizia

In collaborazione con:

Musei provinciali di Gorizia

Università degli studi di Udine – Dams di Gorizia

Laboratori CREA e La Camera Ottica

Associazione Home Movies

Associazione Kinoatelje

Mediateca provinciale di Gorizia

Istituto Superiore d’Istruzione Statale “Dante Alighieri” – Gorizia

CONFERENZA STAMPA STRADE DELLA MEMORIA

Lunedì 28 giugno presso la sala conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto “Strade della memoria”.

L’incontro ha preso il via con i saluti e gli auguri di buon lavoro da parte del dott. Chiozza, membro del Consiglio direttivo della Fondazione CARIGO che sta attivamente sostenendo l’iniziativa, e da parte dell’Assessore provinciale Marko Marincic.

Duarante l’incontro, Alessandra Marin (Università di Trieste), Alessandro Cattunar (Associazione Quarantasettezeroquattro), Clara Abatangelo (Associazione Quarantasettezeroquattro) e Anna Di Gianantonio (Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione di Trieste) hanno presentato alla stampa e al pubblico le diverse iniziative che compongono “Strade della memoria”: Archivio della memoria; Topografia della memoria – Museo diffuso della città; Memobus transfrontaliero; Dalla città di villaggi alla città di città.

Alla conclusione degli interventi si è discusso con il pubblico e i giornalisti degli impatti positivi che tali progetti potranno avere sul futuro delle città di Gorizia e Nova Gorica e di tutto il territorio provinciale, soprattutto da un punto di vista culturale e di riqualificazione di alcune aree della citta. Luoghi della memoria che possono essere riattivati e resi nuovamente “vivi”, stimolando il confronto interculturale e intergenerazionale, attraverso la creazione di percorsi artistici, didattici e divulgativi.

ARCHIVIO DELLA MEMORIA DEL GORIZIANO. Conservare, catalogare, divulgare

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L’Archivo della memoria è on line.

Visita il sito www.stradedellamemoria.it !

Obiettivi

Il progetto di creazione di un Archivio della memoria del Goriziano intende sopperire all’attuale mancanza di un luogo e di un’istituzione di riferimento per quanto riguarda la raccolta e la conservazione di tutti i documenti – audiovisivi, sonori e cartacei – relativi alla memoria storica locale. L’Archivio vorrebbe configurarsi come un punto di coordinamento in cui far convergere le numerose iniziative volte alla raccolta e allo studio dei racconti di vita, delle testimonianze orali e, più in generale, di tutte le forme di memorialistica riguardanti il territorio goriziano.

In questa prospettiva, l’Archivio dovrebbe essere da un lato un luogo fisico in cui catalogare, digitalizzare e rendere disponibile al pubblico i materiali conservati seguendo criteri archivistici univoci e in linea con gli standard nazionali e internazionali. Dall’altro lato potrebbe configurarsi come un luogo “virtuale” di riflessione scientifica sulle problematiche relative all’analisi e all’utilizzo delle memorie all’interno delle ricerche storiografiche e all’interno delle iniziative di divulgazione più ampia. In questa prospettiva l’archivio vorrebbe da un lato essere una sorta di “garante” di un utilizzo non “partigiano” delle memorie e dall’altro un luogo aperto in cui stimolare la discussione e il confronto e in cui far convergere e interagire realtà diverse col fine di non disperdere energie, idee, materiali.

Attività previste

Le principali dell’Archivio, da svilupparsi in tempi e fasi differenti,  saranno:

proposta di standard comuni per quanto riguarda la registrazione, catalogazione e conservazione dei materiali;

raccolta di materiali relativi alla memoria: interviste audio, videointerviste, racconti di vita, diari, volumi di memorialistica;

catalogazione dei materiali secondo uno standard che verrà definito dopo un confronto con i principali enti nazionali operativi nel settore (Sopraintendenza archivistica, Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi, Associazione italiana di storia orale);

digitalizzazione dei documenti sonori e audiovisivi al fine di garantirne la conservazione nel tempo indipendentemente dalla conservazione fisica del supporto originale di registrazione;

–  conservazione dei materiali originali;

creazione di un’aula multimediale per la consultazione dei materiali da parte di singoli ricercatori e di gruppi;

organizzazione di attività volte alla divulgazione dei materiali, rivolgendosi in particolare alle scuole e alle università, proponendo percorsi guidati, attività laboratoriali e giornate di studio.

STRADE DELLA MEMORIA. Luoghi, percorsi e narrazioni delle memorie pubbliche e private nel goriziano

Promosso da:

–       Provincia di Gorizia – Assessorati alla pace e alla cultura

–       Associazione Culturale Quarantasettezeroquattro (Gorizia)

–       Facoltà di Architettura dell’Università degli studi di Trieste

–       Center for International Relations and European Studies (CIRES)  – Slovenia

–       Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione (IRSML) – Trieste

Con il sostegno e il contributo di:

–       Provincia di Gorizia – Assessorati alla pace e alla cultura

–       Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia

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In collaborazione con:

–       Studio di produzione video e multimediale N03! (Ennezerotre) – Milano

–       Isonzo-Soča (Gorizia)

–       ISIG – Istituto di sociologia internazionale di Gorizia

–       IUIES – International University Institute for European Studies

–       Terra del Fuoco

–       Associazione Kinoatelje (Gorizia)

–       Aiso – Associazione Italiana di Storia Orale (Roma)

–       Visoka šola za dizajn v Ljubljani

–       Icbsa – Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi (Roma)

–       Università di Lubiana


Obiettivi generali

Il progetto qui proposto parte da una necessità: quella di colmare, in un’area ricca di storia come la zona di confine tra Italia e Slovenia, l’assenza di un progetto complessivo finalizzato allo studio e alla divulgazione creativa delle molteplici memorie relative al suo passato. Un progetto di comunicazione di respiro internazionale, un punto di partenza per la valorizzazione della ricchezza storica del territorio che faccia risaltare la complessità degli eventi che lo hanno caratterizzato nel corso del Novecento. Si intende prendere come punto di partenza il periodo a cavallo della creazione del confine italo-jugoslavo, una frontiera che ha segnato profondamente l’area, riconfigurandone gli equilibri etnici, politici, culturali, geografici e urbanistici, ma soprattutto che ha lasciato profondi segni nei ricordi delle popolazioni. A partire da quella data, indietro ed avanti nel tempo, si potranno rintracciare antecedenti e conseguenze storiche della creazione di un confine di cui si discute molto, ma le cui origini e vicende spesso non vengono raccontate né messe in discussione dalle nuove generazioni. L’assenza di una riflessione scientifica globale su queste problematiche provoca, non di rado, la creazione di stereotipi e la scarsa consapevolezza negli abitanti di far parte di una comunità che ha un complesso passato da narrare e da trasmettere. Le memorie sul confine saranno un punto di partenza per la creazione di un programma di attività ampio e articolato, che si stacchi dagli ambiti strettamente accademici per coinvolgere attivamente la popolazione sul territorio italiano e sloveno, offrendo percorsi didattici, museali e di ricerca.

Strade della memoria è un progetto quadro all’interno del quale realizzare una rete di iniziative correlate e coordinate che, sviluppandosi attorno ad un obiettivo comune, si avvalgono delle competenze e della creatività di esperti (soprattutto giovani) afferenti a diverse discipline. L’intento principale è quello di coordinare le numerose ricerche che affrontano il problema delle memorie  relative a quest’area, col fine di creare nuovi luoghi e momenti di divulgazione critica e partecipata. Iniziative tese ad un confronto e dialogo tra diverse generazioni ma, soprattutto, tra diversi punti di vista, al fine di contribuire a creare un processo di dialogo e di riconoscimento reciproco. Ragionare sulla rielaborazione delle memorie – siano esse individuali, collettive o pubbliche – in un’area di frontiera, segnata per lungo tempo da contrapposizioni etniche, politiche ed ideologiche, necessita innanzitutto di un lavoro  basato su una ricerca storiografica approfondita e della sinergia di diversi approcci e metodologie scientifiche. Riflettere sulla memoria inoltre vuol dire prendere in considerazione una serie di problemi che non sono unicamente storiografici, ma anche sociologici, culturali, geografici, urbanistici e psicologici. Infine, il progetto intende ideare nuove forme di divulgazione, studiando strategie comunicative adatte alla complessità degli argomenti trattati, ma che risultino anche accattivanti e stimolanti per un pubblico ampio e variegato.

Gli ambiti di interesse della ricerca spaziano dunque dallo studio della società a quello dei luoghi e degli spazi urbani. Le fonti di questo lavoro saranno plurime e caratterizzate dalla ricerca di integrazione delle informazioni tra archivi pubblici e memorie private.

Il rischio, in una società come quella contemporanea in cui i media si configurano spesso come l’unica finestra aperta sul mondo e sul passato, è sempre più quello di perdere la trasmissione umana della memoria tra le generazioni, a favore di un’accettazione passiva degli eventi, in linea con la memoria pubblica ufficiale. I progetti qui proposti, invece, intendono mettere i media al centro di un itinerario coerente in cui far interagire i luoghi della memoria pubblica con quelli dei ricordi privati, i simboli delle identità nazionali con le narrazioni degli individui da cui traspaiono appartenenze complesse. Uno degli scopi principali del progetto, infatti, è quello di promuovere una cittadinanza critica e attiva, creando una percezione di sé e degli altri che sia fondata sui legami storici e identitari con il territorio.

Inoltre, prevedendo una progettualità di ampio respiro e lunga durata, si ipotizza di allargare le iniziative innanzitutto al territorio sloveno ma anche, in tappe successive, al territorio della provincia di Trieste.

La rete di collaboratori

Le iniziative che rientrano nel progetto quadro andranno a creare una vera e propria rete, un network che prevede la collaborazione di molteplici istituzioni, professionisti e studiosi di diversa provenienza. Verranno coinvolti attivamente e a diversi livelli enti di ricerca, istituti universitari, associazioni culturali, studi di comunicazione locali, nazionali e internazionali. Verrà inoltre costituito un comitato scientifico che proponga una metodologia di lavoro comune e condivisa, che coordini tutte le iniziative e proponga percorsi integrati fra le varie proposte al fine di garantire una progettualità di lungo periodo evitando la dispersione delle risorse intellettuali ed economiche.

Tutte le iniziative interagiranno l’una con l’altra, mettendo in comune idee, lavoro, spazi e utenti al fine di creare un unico (ma non univoco) percorso attraverso le memorie e i luoghi.

I progetti

ARCHIVIO DELLA MEMORIA DEL GORIZIANO

Sulla base di quanto sopra descritto, il progetto si propone, innanzitutto, di dare forma ad un Archivio della memoria della città di Gorizia, sviluppando in particolare la conoscenza di quelle che sono le “storie” che hanno caratterizzato la crescita e la trasformazione, lungo il Novecento, della città fisica e della città sociale. Un archivio che non solo intende preservare e conoscere le identità plurime che in questi spazi si sono intrecciate, ma che potrà essere considerato un imprescindibile strumento per orientare progetti e azioni di sviluppo e trasformazione per il futuro.

L’ Archivio della memoria dovrà essere uno spazio di ricerca e di conservazione dei materiali, ma anche uno spazio fisico per la loro elaborazione in progetti di comunicazione, valorizzazione culturale, scambio con i cittadini e coloro che alla storia della città sono interessati. In questo senso, rappresenterà il centro della rete di progetti qui descritti e di quelli che in futuro potrebbero unirsi ad essi, punto di coordinamento e di riferimento.

L’archivio, sarà anche il luogo in cui verranno conservati, catalogati, digitalizzati e resi disponibili al pubblico materiali memorialistici di varia natura raccolti presso  “giacimenti di memoria” pubblici e privati (riproduzioni di documentazione conservata negli archivi, progetti e fotografie d’epoca, videointerviste, audio interviste, diari). In queste operazioni verranno seguiti criteri archivistici univoci e in linea con gli standard nazionali e internazionali.

La sede dell’Archivio della Memoria potrà diventare anche un centro di divulgazione, operando, in collaborazione con le altre istituzioni culturali locali, nella realizzazione di attività temporanee o permanenti (mostre, allestimenti, itinerari, ecc.) dedicate ai temi di ricerca di cui l’Archivio si interessa.

Infine, si configurerà come un luogo di riflessione scientifica sulle problematiche relative all’analisi e all’utilizzo delle memorie all’interno delle ricerche storiografiche e all’interno delle iniziative di divulgazione più ampia. In questa prospettiva, l’archivio vorrebbe da un lato essere una sorta di “garante” di un utilizzo non “partigiano” delle memorie, e dall’altro un luogo aperto in cui stimolare la discussione e il confronto e in cui far convergere e interagire realtà diverse col fine di non disperdere energie, idee, materiali. Da un punto di vista operativo si ipotizzano collaborazioni con l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi, con l’ISIG (Istituto di sociologia internazionale di Gorizia) e con lo IUIES- International University Institute for European Studies che permetteranno di attivare corsi di formazione professionale per gli archivisti, attivare borse di studio dedicate e concordare tesi di dottorato sull’argomento (PhD in Trasborder Policies for the Daily Life).

TOPOGRAFIA DELLA MEMORIA – MUSEO DIFFUSO DELLA CITTÀ

Percorsi multimediali e interattivi tra i luoghi della memoria e la memoria dei luoghi

Il progetto vuole valorizzare e promuovere una riflessione sulla storia del goriziano dal fascismo alla nascita della frontiera – periodo essenziale nella ridefinizione identitaria della popolazione goriziana – attraverso la creazione di un Museo diffuso a cielo aperto che leghi in un percorso interattivo e multimediale (attraverso l’uso di tecnologie innovative) luoghi della città significativi non solo per la “storia ufficiale” ma anche per quella privata dei cittadini. A partire dai racconti di vita di testimoni italiani e sloveni, verranno selezionati e “riattivati” una serie di luoghi sensibili della città sotto il profilo della memoria pubblica e privata. Si creerà così una nuova “mappa” storica ed emotiva del territorio. La realizzazione del progetto favorirà il recupero della memoria locale, la valorizzazione della specificità storica dei luoghi della città, spesso dimenticati o nascosti. Inoltre, l’utilizzo di nuove tecnologie e l’ideazione di forme espositive che coinvolgano attivamente l’utente mettendolo in gioco in prima persona.

DALLA “CITTÀ DI VILLAGGI” ALLA “CITTÀ DI CITTÀ”

Memoria, identità e futuro di un territorio urbano ricomposto

La città di Gorizia, lungo il Novecento e in particolare dal secondo dopoguerra, è cresciuta per parti, sviluppando una sua caratteristica peculiare, ben riconosciuta dal vigente Piano regolatore urbanistico: quella di essere una “città di villaggi”. Una sommatoria, quindi, di luoghi (e di persone) spesso connotati da spazi, storie, esperienze diverse, che nel loro complesso creano la specificità e la peculiarità di Gorizia, il suo essere – per alcuni versi in modo esplicito, per altri potenzialmente – una città aperta e plurale.

Per affrontare quella che è oggi la sfida della costruzione di un dialogo fertile e di strumenti e azioni di trasformazione condivisi con le città che a Gorizia si relazionano (Nova Gorica e Sempeter Vrtojba) è certamente necessario fare tesoro di quelle che sono le esperienze di costruzione di un insieme urbano organico già presenti a Gorizia, facendo della memoria e dell’identità della città uno strumento di progetto per il futuro.

Solo conoscendo come si è costruita e che cosa è oggi la “città di villaggi” si potrà costruire nel modo migliore la “città di città” del futuro.

Il progetto si propone quindi di portare alla luce questa memoria, che spesso non si è depositata in documenti ed archivi ufficiali, ma è oggi ricostruibile attraverso percorsi di sensibilizzazione e attivazione delle comunità locali. L’approccio scelto a questo tema potenzialmente molto ampio è quello della individuazione delle storie delle diverse parti di città “periferiche” rispetto al centro storico cittadino, connotate dalla presenza spesso di comunità locali vivaci e fortemente interessate alla propria identità. Luoghi come Straccis, San Rocco, Lucinico, Campagnuzza e Sant’Anna verranno letti dalla ricerca non come periferie di un centro, ma a loro volta come centralità urbane, in questa immagine di città multipolare. Luoghi caratterizzati da vicende originali e connotanti, che daranno ad ognuna di queste “città nella città” un ruolo nella costruzione dell’immagine e della storia plurale di Gorizia: per Straccis sarà centrale il tema del rapporto città-lavoro, per Lucinico il suo ruolo di porta della città verso il Friuli, per Campagnuzza e Sant’Anna il loro essere grandi parti urbane cresciute per iniziativa pubblica, accogliendo abitanti giunti da altri luoghi, ecc.

Il progetto si svolgerà per fasi: individuazione dei soggetti da interpellare/coinvolgere (istituzionali e privati), consultazione e interpretazione di documenti di vario genere, raccolta di testimonianze orali e interviste, costruzione di una mappatura e di una banca dati ordinata delle testimonianze che confluiranno nell’“Archivio della memoria”, restituzione e divulgazione dei risultati in pubblicazioni a stampa, documentari video, supporti multimediali, ecc.

MEMOBUS TRANSFRONTALIERO

Viaggiare per non dimenticare

Il MEMOBUS, partendo dalle esperienze sviluppate a Torino e in Trentino, si rivolge innanzitutto ai giovani, proponendosi come un laboratorio mobile di educazione alla Storia e alle molteplici memorie dell’area di confine. Assumendo come punto di partenza fisico e ideale l’Archivio della memoria, una corriera appositamente predisposta unirà in un unico percorso diversi luoghi: quelli pubblici, simboli della memoria istituzionalizzata, e quelli legati alle esperienze dirette della popolazione.

Il  viaggio sarà un’occasione per confrontarsi, oltre che con i luoghi della memoria, anche con le memorie dei luoghi che emergeranno dai racconti di vita di alcuni testimoni, presenti lungo tutto il percorso.

In questo modo, i ragazzi avranno l’opportunità di scoprire la pluralità dei processi storici legati a questo territorio, provando a superare la paura della complessità, della diversità, del silenzio e del dolore, che troppo spesso ha portato a strumentalizzazioni, omertà, ingiustizie e violenze.

I visitatori non si troveranno di fronte a concetti e teorie astratte, ma verranno stimolati attraverso l’interazione diretta dei fatti con gli spazi e le emozioni. Così, dai percorsi fisici ed emotivi, potranno emergere curiosità, interessi e passioni che permetteranno di comprendere meglio il passato per vedere il presente (ma soprattutto il futuro) con nuovi sguardi.  Per le nuove generazioni sarà un’occasione unica per vivere un’esperienza formativa finalizzata alla promozione di una cittadinanza attiva e consapevole all’interno della nuova Europa in costruzione.

PUBBLICAZIONI

Luoghi della memoria, archivi, nuovi media e percorsi espositivi

L’Archivio della memoria promuoverà la realizzazione di pubblicazioni (cartacee e multimediali) che si configureranno come occasioni di riflessione, proposta e dibattito, raccogliendo le riflessioni di esperti di diversi settori – storici, archivisti, registi, video artisti e architetti.

In una prima fase, si intende pubblicare due monografie (con eventuale allegato in dvd): la prima sarà intitolata “Memorie di confine: i racconti di vita tra riflessioni storiche e interventi sul territorio”, mentre la seconda farà diretto riferimento alla prima parte del progetto “Dalla ‘città di villaggi’ alla ‘città di città’”. Questi volumi, realizzabili in formati agili e a costi accessibili, restituiranno i materiali, il metodo di lavoro e un confronto con altre esperienze a livello nazionale e internazionale, e costituiranno i primi due numeri di una collana di pubblicazioni dell’Archivio della memoria dedicate a differenti aspetti della storia del Novecento. Un punto di riferimento per questa operazione saranno le esperienze delle Case della città, dei Musei della città o degli Urban center, sia in Italia che all’estero.

ATTIVITA’ DIDATTICHE

Riflessione, contestualizzazione, impegno

All’interno di tutti i progetti proposti, s’intende sviluppare un attento piano di attività didattiche rivolte sia a un pubblico generico sia agli studenti e alle classi delle scuole medie e superiori. In particolare si ipotizza un percorso didattico comune alle diverse iniziative che, partendo da una contestualizzazione storica e da una serie di riflessioni metodologiche, porti a una messa in gioco in prima persona da parte dell’utente. Lo scopo è di promuovere un approccio attivo e partecipato alle questioni trattate, una riflessione su se stessi, sulla propria storia familiare che diventi uno stimolo all’azione nella contemporaneità.

Inoltre, si intende progettare, in occasione di alcune importanti ricorrenze (25 aprile, 27 gennaio, 10 febbraio) una serie di iniziative divulgative e di riflessione (convegni, seminari, proiezioni, dibattiti) che coinvolgano un’ampia fascia di pubblico. Tali iniziative prenderanno il via proprio dai luoghi dell’Archivio e del Museo diffuso utilizzandoli come spunto di riflessione, punto di partenza per creare un dialogo tra studiosi e popolazione.

Le iniziative qui proposte potranno essere il centro di una serie di incontri formativi (rivolti alle scuole, ai professionisti e a tutti gli interessati) centrati sui racconti di vita, sulle modalità della ricerca di storia orale e sulle tecniche di realizzazione delle videointerviste.

Infine, si conta di attivare forme di collaborazione e interazione con il Dottorato di ricerca in Trasborder Policies for the Daily Life e con la Summer School dello IUIES – International University Institute for European Studies, consentendo il coinvolgimento di un ampio numero di studenti e docenti provenienti da diverse Università internazionali.

WORKSHOP INTERNAZIONALE

Forme visuali del passato. Narrare, mappare e visualizzare le memorie del confine italo-sloveno

L’ obiettivo del progetto è di fornire a un gruppo di studenti universitari italiani e sloveni un’occasione di formazione e professionalizzazione in ambito comunicativo, museale e archivistico ponendo al centro dell’interesse la storia dell’area transfrontaliera. Nello specifico, s’intende organizzare un workshop internazionale e una serie di seminari che facciano interagire diversi approcci e discipline: storia, visual arts, archivistica e architettura.

Potendo contare sulla collaborazione sinergica di docenti e professionisti afferenti a diversi ambiti disciplinari e di diversa provenienza nazionale, gli studenti saranno messi di fronte alle numerose problematiche che lo studio di un area di confine e delle sue memorie presenta. Si cercherà, innanzitutto, di ragionare sulle “forme visive” che la memoria assume nelle sue diverse declinazioni: memoria pubblica, che si incarna in monumenti, luoghi del ricordo, memoriali; la memoria collettiva, radicata nelle diverse comunità; e la memoria individuale che elegge a “luoghi della memoria” spazi spesso dimenticati a livello pubblico. Ma la memoria si incarna anche in forme visive virtuali, trasmesse attraverso i diversi media (giornali, cinema, televisione, internet). Una prima parte del workshop sarà dedicata alla riflessione su queste tematiche, con particolare attenzione alle modalità narrative e alle relazioni sociali che sono alla base di ognuna di queste visualizzazioni. Una seconda fase, più laboratoriale e seminariale,  sarà dedicata all’individuazione di nuove forme di costruzione visiva del passato. I racconti dei testimoni e la storia narrata dalle fotografie e dalle immagini d’archivio saranno presi come materiali di partenza per una riflessione metodologica e una proposta realizzativa di forme multimediali, archivistiche e museali relative alle “memorie di confine”. Questo tipo di lavoro obbliga a tenere in considerazione problematiche di carattere storiografico ma anche comunicativo, architettonico, urbanistico e di design.

Gli studenti avranno la possibilità di collaborare alla realizzazione di materiale visuale (documentari, mappe digitali) e multimediale  adatto all’’insegnamento nelle scuole sui temi affrontati. Inoltre potranno partecipare attivamente alle diverse iniziative previste dal progetti “Archivio della memoria” e “Topografia della memoria – Museo diffuso della città”.