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Riprendere la memoria. Corso di formazione e aggiornamento in storia orale e tecniche audiovisive

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UDINE / PADOVA / REGGIO EMILIA

FEBBRAIO -A PRILE 2017

ATTENZIONE! Le date del corso a Padova sono state aggiornate.

Organizzato da:
Associazione Quarantasettezeroquattro – Gorizia
LabOr – Laboratorio di Storia Orale dell’Università di Padova
Istoreco – Istituto storico per l’età contemporanea di Reggio Emilia

“Riprendere la memoria” è un corso di formazione e aggiornamento che pone al centro dell’attenzione la metodologia della storia orale.

Ormai da alcuni decenni, anche in Italia, le fonti orali si sono ritagliate un importante ruolo all’interno della ricerca storiografica. La riflessione sui rapporti tra storia e memoria e le interconnessioni tra memoria individuale, pubblica e collettiva ha assunto una rilevanza particolare con lo svilupparsi di nuove forme di comunicazione legate al web e con il diffondersi di tecnologie di registrazione audiovisiva a basso costo.
Se la fruizione di prodotti audiovisivi basati su fonti orali audiovisive è ormai quotidiano e pervasivo; la capacità critica di analisi di questi prodotti non sempre è altrettanto affinata. Al contempo, se da un lato i costi di attrezzature audiovisive di alta qualità è drasticamente calato, consentendo a tutti di accedere alle tecnologie necessarie, dall’altro non sono diffuse le competenze necessarie ad un uso consapevole e ragionato di tali mezzi.
Il corso intende affrontare entrambi questi ambiti: metodologico e tecnico.

Nello specifico il corso intende approfondire le pratiche relative alla raccolta e gestione delle fonti orali e le tecniche audiovisive di registrazione di videointerviste e la successiva realizzazione di prodotti audiovisivi come documentari, video-presentazioni, installazioni audiovisive multimediali e interattive, spettacoli video-teatrali.
Il corso proporrà le basi metodologiche del lavoro dello storico con le fonti orali per poi focalizzarsi sulle questioni che riguardano la rielaborazione della memoria attraverso i linguaggi multimediali.
In particolare, si intende fornire gli strumenti e le prassi per svolgere attività di raccolta delle fonti orali, dalla formulazione delle ipotesi di ricerca alla selezione del campione di intervistati, dalla definizione del questionario alle tecniche di intervista. Ci si concentrerà poi su tutto il processo di realizzazione pratica dell’intervista: individuazione dell’ambiente più adatto e organizzazione del “set; composizione della “troupe/gruppo di lavoro”; uso della telecamera e delle attrezzature audio; rapporto intervistato-intervistatore; gestione degli imprevisti. Tutto il processo sarà messo in pratica direttamente dai partecipanti che realizzeranno, all’interno del corso e suddivisi in piccoli gruppi, una piccola ricerca di storia orale, in tutte le sue fasi.
Nel corso del lavoro si affronteranno alcune questioni etiche fondamentali: privacy e diffusione di informazioni personali; responsabilità del ricercatore; uso dell’immagine degli intervistati; rapporto tra intervistato e intervistatore; le implicazioni etiche legate ai media.
Il corso si concluderà con un focus sulla realizzazione di prodotti audiovisivi di carattere documentaristico e basati sull’utilizzo delle fonti orali fornendo ai partecipanti tutte le competenze di base necessarie alla postproduzione e alla realizzare un montaggio dei materiali raccolti nel corso della ricerca. A seconda dell’interesse dei partecipanti ci si focalizzerà sulla realizzazione di un cortometraggio documentaristico, sull’ideazione di un’installazione multimediale o sulla progettazione di uno spettacolo di teatro multimediale.
Si cercherà di proporre metodi e strumenti utili a replicare il lavoro svolto all’interno del contesto scolastico (scuole secondarie di primo e secondo grado), con attrezzature accessibili e costi ridotti, senza rinunciare al rigore metodologico e alla qualità del prodotto finale.

OBIETTIVI

− Riflettere sull’utilità della raccolta, analisi e rielaborazione delle interviste in formato audiovisivo come strumento didattico da utilizzare in diversi ambiti educativi;
− fornire le conoscenze di base in merito alle metodologie e alle tecniche della storia orale in tutte le fasi, dalla definizione della ricerca alla realizzazione e analisi delle interviste;
− proporre moduli di lavoro da utilizzare nelle classi;
− fornire le competenze necessarie, in ambito tecnico, per la realizzazione di un’intervista: uso delle telecamere (sia professionali, consumer, smartphone) e utilizzo di attrezzature per la registrazione dell’audio;
− fornire le competenze tecniche per la realizzazione di un montaggio audiovisivo finalizzato alla creazione di un cortometraggio documentaristico, di un’installazione multimediale o di uno spettacolo di teatro multimediale;
− favorire la discussione sulle buone pratiche da adottare in classe;
− proporre strumenti di lavoro economici e di facile reperibilità;
− proporre alcuni esempi di progetti educativi già realizzati in questo ambito con le scuole secondarie di primo e secondo grado.

PROGRAMMA

Prima sessione. Storia e metodologia della storia orale (3 ore)

− La prima sessione del corso sarà dedicata alla metodologia della storia orale e in particolare dell’intervista biografica aperta: breve excursus sulla storia orale; metodologia di raccolta delle fonti orali; strutturazione di un questionario aperto; questioni etiche e deontologiche.
− La riflessione si focalizzerà poi sul ruolo delle fonti orali nella ricerca storica e in particolare sulle potenzialità offerte nei processi di divulgazione e racconto della storia, soprattutto all’interno delle scuole.
− Si porteranno alcuni esempi di ricerche svolte dall’Istituto storico di Reggio Emilia legati in particolare alla storia della Resistenza e del secondo conflitto mondiale nella provincia reggiana con riferimenti ai documentari e archivi on-line realizzati negli ultimi anni da Istoreco.
− Sarà proposta la visione e analisi di diversi tipi di interviste “grezze”, per valutarne punti di forza e criticità, a seconda degli obiettivi, dei contesti e dei mezzi a disposizione.

Seconda sessione. Il linguaggio audiovisivo (3 ore)

La seconda sessione sarà dedicata al linguaggio audiovisivo e alle attrezzature necessarie.
– Elementi di grammatica e linguaggio cinematografico: i codici, la scala dei piani, i movimenti di macchina, i raccordi, la profondità di campo, l’uso delle scritte.
– La colonna sonora: voce, musiche e rumori; il montaggio sonoro; colonne sonore originali e di repertorio; atmosfera ed effetti; dove reperire brani musicali gratuiti.

Terza sessione. Gli strumenti (3 ore)

La terza sessione sarà dedicata ad un approfondimento sugli strumenti necessari e a disposizione dello storico orale. L’intento è quello di comprendere quali sono le potenzialità che le differenti attrezzature offrono al ricercatore, valutandone pregi e difetti e valutando le soluzioni migliori da adottare all’interno dei contesti scolastici.
– L’attrezzatura video professionale e amatoriale: telecamere, fotocamere digitali e smartphone. Cavalletti e treppiedi.
– Attrezzature audio: registratori audio professionali e consumer, smartphone, microfoni da telecamera (microfoni integrati, pulci, giraffe, gelati).
– Lo zainetto dell’oralista: tutti gli accessori da portarsi con sé per affrontare imprevisti ed emergenze.

Quarta sessione. Workshop per la realizzazione di un prodotto audiovisivo (12 ore)

La sessione, intensiva, sarà dedicata alla realizzazione, in tutte le sue fasi, di un prodotto audiovisivo basato sulle fonti orali. Poiché l’intento è quello di simulare un possibile intervento all’interno di classi scolastiche, il lavoro sarà impostato con attrezzature economiche e tempi stretti.
– La creazione della troupe e suddivisione dei ruoli.
– L’individuazione dei testimoni e la strutturazione del questionario.
– Il piano di lavorazione.
– Le riprese delle testimonianze in interni ed esterni.
– Le riprese delle immagini di contestualizzazione.
– Riprese audio.
– Postproduzione (montaggio, effetti, elaborazione del suono) finalizzato a: realizzazione documentario / installazione multimediale / spettacolo video/teatrale.
– L’allestimento (nel caso di installazione/spettacolo teatrale).

I partecipanti lavoreranno suddivisi in gruppi di 4 persone coordinati da un tutor regista/videomaker. I membri di ogni gruppo avranno modo di sperimentare in prima persona tutte le fasi del processo di realizzazione di un prodotto audiovisivo basato sulle fonti orali, dalla realizzazione dell’interviste, alle riprese al montaggio.

Quinta sessione. Visione e discussione (2 ore)

Proiezione e presentazione dei lavori realizzati e discussione.

DATE E ORARI
Padova (date aggiornate)
10, 17, 24 aprile ore 16.00 – 19.00
4 maggio ore 16.00 – 20.00
5 maggio ore 10.00 – 18.00

Udine
21 e 28 marzo, 4 aprile ore 16.00 – 19.00
7-8 aprile ore 10.00 – 13.00 – 14.00 – 18.00

Reggio Emilia
22 e 27 marzo, 5 aprile ore 16.00 – 19.00
14-15 aprile ore 10.00 – 13.00 – 14.00-18.00

 

PROGRAMMA SPECIFICO PER OGNI TAPPA
Programma PADOVA

Programma UDINE

Programma REGGIO EMILIA

 

ISCRIZIONI
Docenti MIUR: iscrizione diretta attraverso il portale SOFIA del MIUR
http://www.istruzione.it/pdgf/

Chi non è docente MIUR può iscriversi mandando una mail a segreteria@quarantasettezeroquattro.it

Per informazioni: Alessandro Cattunar – 3381411435

PARTECIPANTI
min 12 – max 16 per ogni tappa

QUOTA D’ISCRIZIONE
260 euro con possibilità di usare bonus docente.
Info: segreteria@quarantasettezeroquattro.it
www.quarantasettezeroquattro.it/portfolio/riprendere-la-memoria/

IL CORSO E’ RICONOSCIUTO DAL MIUR

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TASTO SPENDI QUI-01
 

ORGANIZZATO DA
3 loghi congiunti

TOPOGRAFIE DELLA MEMORIA – MUSEO DIFFUSO DELL’AREA DI CONFINE

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Un percorso multimediale e interattivo tra i luoghi della memoria e le memorie dei luoghi.

Accedi al museo diffuso direttamente da casa seguendo questo link

www.topografiedellamemoria.it

“Topografie della memoria – Museo diffuso dell’area di confine” si configura come il primo esempio, in Italia, di  museo transfrontaliero a cielo aperto, un percorso interattivo e multimediale che collega luoghi significativi non solo per la storia ufficiale ma anche per quella individuale dei cittadini di Gorizia e Nova Gorica.

 

Il nucleo centrale dell’iniziativa è la raccolta delle testimonianze orali, delle storie di vita dei cittadini che hanno vissuto nell’area di confine nella prima metà del Novecento. A partire dai racconti di vita sono stati selezionati e “riattivati” una serie di luoghi sensibili sotto il profilo della memoria pubblica e privata.

Si è creata così una nuova “mappa” storica ed emotiva del territorio: una topografia della memoria dell’area di confine. Il visitatore può percorrere un itinerario composto da 10 tappe (6 a Gorizia e 4 a Nova Gorica) in cui sono stati collocati dei totem in ferro battuto che propongono diverse modalità di fruizione.

I TOTEM INTERATTIVI

All’interno del percorso proposto, ogni tappa diventa uno spazio da scoprire e approfondire.  I totem offrono, a un primo livello di fruizione, una “didascalia” trilingue (in italiano, sloveno ed inglese) che lascia emergere la stratificazione di memorie ed eventi che hanno caratterizzato ogni singolo luogo nella storia del Novecento.

Le installazioni invitano poi il visitatore ad osservare lo spazio che lo circonda attraverso dei veri e propri punti di vista che indirizzano lo sguardo verso prospettive insolite. L’intento è quello di stimolare una visione, attiva e curiosa, a 360 gradi.

Attraverso un qualsiasi dispositivo connesso a

internet (tablet, smartphone, pc) è possibile inoltre fotografare un codice QR che consente l’accesso immediato a una serie di contenuti multimediali e audiovisivi:  l’interazione tra interviste, filmati di famiglia e fotografie permette di cogliere le molteplici memorie e ricordi immergendosi nelle “vite degli altri”. Si possono così osservare gli spazi come sono oggi e al contempo ascoltare i racconti dei testimoni, lasciandosi guidare dalle percezioni di coloro che hanno vissuto nel passato.

I contenuti multimediali sono fruibili direttamente in ognuna delle dieci tappe anche connettendosi all’indirizzo confine.todm.it e digitando il numero della stazione in cui ci si trova, oppure da casa all’indirizzo www.topografiedellamemoria.it.

La storia “incarnata” nella voce e nei corpi dei testimoni garantisce una capacità di coinvolgimento emotivo importante per la trasmissione della conoscenza storica. Le storie raccontate dialogano con la storia ufficiale che, in alcuni casi, lascia tracce indelebili nel territorio mentre in altri non si conserva all’interno degli spazi ma solo nelle memorie delle persone e delle comunità. Il progetto intende quindi favorire il recupero della memoria locale e la valorizzazione della specificità storica dei luoghi della città spesso dimenticati o nascosti.

LE VISITE GUIDATE

Le modalità di fruizione offerte dal museo e la varietà dei contenuti proposti rendono “Topografie della memoria” uno strumento didattico ed educativo particolarmente originale.

In queste visite guidate i partecipanti ricopriranno un ruolo attivo, “agendo” direttamente con i propri smartphone e tablet: potranno visualizzare filmati e linee del tempo interattive, ascoltare le voci dei testimoni e contribuire allo sviluppo del museo stesso lasciando dei post-it virtuali con i propri ricordi.

La visita virtuale si accompagnerà all’esplorazione fisica del territorio cittadino e al confronto/dialogo con le guide e i docenti. L’intento è quello di fare un viaggio comunitario attraverso i luoghi, le testimonianze e le immagini che caratterizzarono l’area di confine nella prima metà del Novecento.

Un percorso che consentirà agli studenti di comprendere alcuni dei complessi eventi che segnarono queste terre in un periodo che va dalla fine della Prima guerra mondiale fino alla firma dei Trattati di pace di Parigi (1947). Un percorso che si focalizzerà, oltre che sui fatti, anche sui sentimenti delle persone, sulle speranze e le paure, sui rapporti tra le diverse comunità e sui segni che la storia ha lasciato nella città odierna.

Sono previste visite guidate da una giornata e da mezza giornata.

La durata e le tappe potranno essere concordati col fine di adattarli ai programmi di studio.

Per costi, info e prenotazioni: segreteria@quarantasettezeroquattro.it

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LE TAPPE


Visualizza Topografie della memoria – Museo diffuso dell’area di confine in una mappa di dimensioni maggiori

1. Parco della Rimembranza (ITA)

2. Trgovski Dom – Giardini Pubblici (ITA)

3. Via Roma (ITA)

4. PIazza Vittoria (ITA)

5. Valico di Casa Rossa – Rožna Dolina (SLO)

6. Valico del Rafut (ITA)

7. Kostanjeviška Cesta – Valico del Rafut (SLO)

8. Piazzale della Transalpina (ITA)

9. Trg Evrope (SLO)

10. Bevkov Trg (SLO)

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IMMAGINI

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INFO E CONTATTI

Associazione Quarantasettezeroquattro

Corso Italia 182 – 34170 Gorizia

tel. +39.338.1411435

segreteria@quarantasettezeroquattro.it

www.quarantasettezeroquattro.it

www.topografiedellamemoria.it

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Un progetto di

Associazione Culturale Quarantasettezeroquattro (Gorizia)

In collaborazione con

Muzej Novejše zgodovine Slovenije

Con il supporto del programma Europe for Citizens

Unione Europea

Con il finanziamento di

Regione Friuli Venezia Giulia

Provincia di Gorizia

Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia

Partners

Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione (IRSML) – Trieste

Università degli Studi di Udine – DAMS di Gorizia

Università di Trieste – Dipartimento di ingegneria e architettura

Università di Lubiana – Dipartimento di Storia

Associazione Isonzo-Soča (Gorizia)

ISIG – Istituto di sociologia internazionale di Gorizia

Associazione Palazzo del Cinema – Mediateca provinciale di Gorizia

Aiso – Associazione Italiana di Storia Orale (Roma)

Icbsa – Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi (Roma)

Autori in Teatro – Il confine delle memorie

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Presentazione del libro di Alessandro Cattunar

“Il confine delle memorie. Storie di vita e narrazioni pubbliche tra Italia e Jugoslavia (1922-1955)

Gorizia / 3 ottobre 2014 ore 18 / Ridotto del Teatro Verdi

a cura del Comune di Gorizia

 

Flyer presentazione Il confine delle memorie

Presentazione

Le voci e gli sguardi di oltre cinquanta testimoni italiani e sloveni ricostruiscono la complessa storia di un confine mobile e conteso lasciando emergere le aspettative e  le paure, i traumi e le speranze. Un racconto corale che mette in discussione paradigmi interpretativi e categorie d’analisi ormai consolidate.

 

Abstract

Chi liberò Gorizia e Trieste dal nazi-fascismo? I partigiani di Tito furono dei liberatori o un nuovo esercito di occupazione? Quali furono le conseguenze della nascita del nuovo confine tra Italia e Jugoslavia?

Si tratta di domande a cui la storiografia  sembra aver dato risposte ormai definitive. Ma se prestiamo orecchio ai racconti dei testimoni sentiamo una pluralità di narrazioni irriducibili ad un’unica versione dei fatti. Voci e sguardi che mettono in luce la dimensione soggettiva della storia del primo Novecento, attraverso la narrazione della quotidianità: dall’ascesa del fascismo alla guerra, dalle foibe alle manifestazioni per l’appartenenza nazionale.

Il volume, facendo interagire fonti storiche, testimonianze orali e articoli tratti dalla stampa, descrive i complessi percorsi di rielaborazione della memoria, le dinamiche identitarie e i percorsi emotivi focalizzandosi sul territorio goriziano, che nel 1947 si trovò letteralmente attraversato da quel confine che rappresenterà il tratto finale della “cortina di ferro” e diventerà, poi, “l’ultimo muro” a cadere in mezzo all’Europa.

 

IL CONFINE DELLE MEMORIE

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Il confine delle memorie - Alessandro Cattunar

IL CONFINE DELLE MEMORIE

Storie di vita e narrazioni pubbliche tra Italia e Jugoslavia (1922-1955)

di Alessandro Cattunar

editore: Le Monnier-Mondadori education, 2014.

Collana: Quaderni di storia

400 pagine

29.00 euro

www.mondadorieducation.it/libro/alessandro-cattunar/il-confine-della-memoria-opera/120900040493

 

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E’ appena stato pubblicato da Le Monnier – Mondadori education il volume “Il confine delle memorie” che racconta e analizza la storia dell’area di confine tra Italia e Jugoslavia nella prima metà del Novecento a partire dai racconti di vita dei testimoni e dalle cronache dei quotidiani.

Le testimonianze orali che si intrecciano nella narrazione proposta dall’autore sono frutto di un lungo lavoro, iniziato nel 2007, promosso dall’Associazione Quarantasettezeroquattro e che ha portato alla realizzazione dell’Archivio multimediale delle memorie di confine. Il sito raccoglie e rende fruibili fonti orali e fotografiche capaci di far riemergere le esperienze individuali e collettive e di mettere in luce i diversi punti di vista che persone e comunità hanno sulle medesime vicende.

E’ possibile acquistare il libro su:

FeltrinelliinMondadori / ibs / unilibro /

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Indice


Presentazione. Il confine e le sue memorie plurime, di Marta Verginella; Premessa; Ringraziamenti; 1. Storia e memoria, confini e identità; 2. Un’idilliaca convivenza?; 3. Armistizio o capitolazione?; 4. «Strana gente…»; 5. Chi sono i liberatori?; 6. Il Governo militare alleato; 7. La guerra della stampa; 8. Verso il nuovo confine; 9. Tra due mondi; 10. Conclusioni; Elenco dei testimoni; Note; Bibliografia; Indice dei nomi.

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Presentazione

Chi liberò Gorizia e Trieste dal nazi-fascismo? E quando? I partigiani di Tito furono dei liberatori o un nuovo esercito di occupazione? Quali furono le conseguenze della definizione della nuova linea di confine?

Si tratta di domande a cui la storiografia (italiana e slovena) sembra aver dato risposte ormai definitive. Ma se prestiamo orecchio alle numerose narrazioni che i protagonisti stessi fanno di quegli eventi sentiremo una pluralità di narrazioni differenti, irriducibili ad un’unica versione dei fatti. È una questione di punti di vista. Gran parte dei complessi avvenimenti che caratterizzarono l’area di confine tra Italia e Jugoslavia (poi Slovenia) nel periodo compreso tra l’ascesa del fascismo e la nascita della frontiera venne interpretato in modo differente dalle diverse comunità presenti sul territorio. Italiani e sloveni, comunisti e anticomunisti, abitanti delle città o delle campagne raccontano una propria “verità”, in cui gli eventi storici si mescolano con le dinamiche emotive, i processi identitari, le esigenze familiari e quelle lavorative. La Storia e le memorie, lungo il confine, s’intrecciano in modo complesso, quasi mai lineare.

Ecco perché studiare un’area di confine, una borderland, vuol dire affrontare un complesso nodo di problematiche. Questioni politiche, geografiche, storiche ma anche mentali, simboliche e identitarie. La frontiera, infatti, è un’area fluida, mobile, in continua ridefinizione che non circoscrive delle identità ma le mette in contatto.

Nel volume l’attenzione si concentra in particolare sul territorio goriziano (composto oggi da Gorizia in Italia, Nova Gorica in Slovenia e zone limitrofe ai due centri urbani), area poco studiata che rivela alcune importanti specificità ma anche alcune dinamiche riconducibili a tutto il territorio transfrontaliero. Gorizia ha un destino tutto particolare: nel settembre del 1947 si trova letteralmente attraversata dal quel nuovo confine tra Italia e Jugoslavia che diventerà il tratto finale della “cortina di ferro” e che sarà, poi, “l’ultimo muro” a cadere in mezzo all’Europa. La presenza dei valichi nel centro urbano e la nascita della “città nuova” subito al di là della rete rende particolarmente esplicite alcune ricadute sulla vita quotidiana delle persone (famiglie divise, matrimoni non celebrati, case separate dai campi, legami amicali interrotti), sulla loro psicologia e sui rapporti tra diversi gruppi sociali, nazionali e politici.

L’analisi si sofferma su un contesto politico che appare in perenne mutamento, soprattutto nel periodo 1943-1947: nell’arco di cinque anni si susseguirono altrettante amministrazioni (fascista, nazista, jugoslava, anglo-americana, italiana), accentuando da un lato la fluidità nella definizione identitaria dei singoli ma radicalizzando, dall’altro, le contrapposizioni tra diverse comunità.

Un ulteriore fattore di complessità riguarda l’oggetto stesso dell’indagine, che non si limita alla ricostruzione dei fatti ma cerca di far emergere quelle dimensioni immateriali che hanno a che fare con la definizione del sé e dell’“altro”, con la percezione degli avvenimenti e con i modi di raccontare (e alle volte reinventare) gli eventi del passato. Dimensioni quasi “astratte” che però comportano profonde ripercussioni nella vita concreta degli individui e dei gruppi.

Lo studio si fonda principalmente su due tipologie di fonti: i racconti di vita di testimoni italiani e sloveni che vissero nel goriziano durante il periodo considerato (è stato raccolto un corpus di più di cinquanta interviste biografiche), e le narrazioni pubbliche diffuse dai giornali dell’epoca.

Si tratta di memorie cariche di emozioni e sentimenti, paure e desideri, spesso contrapposti, che ci permettono di comprendere le ripercussioni che i grandi eventi traumatici, ma anche le più ristrette dimensioni della quotidianità e della socialità, continuano ad avere sulle persone e sulle comunità che vivono lungo la frontiera.

Molti racconti di vita prendono avvio dalla descrizione di un’iniziale atmosfera di convivenza e comprensione reciproca tra i diversi gruppi linguistici e sociali, una koinè sovranazionale che rappresenta – nelle memorie individuali – la vera ricchezza dell’area di confine. “Ma perché segna così tanto questo stare in bilico tra due terre, due popoli?”, si chiede uno dei testimoni. “Nascere sulla frontiera è un privilegio. […] Uno si ritrova subito più ricco: con più culture a disposizione, più linguaggi, più identità. Un patrimonio che dovrebbe assicurare grande disponibilità, apertura al dialogo, tolleranza. Ogni tanto però la storia impone a queste persone tanto ricche d’identità di doverne scegliere una sola”.

È con l’affermazione del “fascismo di confine” e con il tentativo snazionalizzazione della popolazione slovena che questo meccanismo d’imposizione identitaria si rende manifesto. In questo senso l’occupazione nazista, la lotta di liberazione, le violente persecuzioni che caratterizzarono il periodo di amministrazione jugoslava (foibe), la necessità – dopo il 1947 – di scegliere da che parte del confine andare a vivere, rappresentano altri importanti momenti di svolta. Si è cercato di mettere in luce soprattutto le modalità di ricezione individuale di tali snodi storici, l’interpretazione dei singoli eventi e la loro trasmissione attraverso la memoria. Per comprendere in profondità le ragioni che spinsero gli individui all’azione è necessario provare a indagare anche i loro sentimenti: la paura e le speranze, i traumi del passato e le aspettative verso un futuro estremamente incerto.

Allo stesso tempo, l’analisi dei quotidiani dell’epoca fa emergere come i discorsi pubblici dell’immediato dopoguerra, e le valenze politiche e ideologiche di cui furono caricati, siano diventati elementi fondanti nella strutturazione e nella narrazione dei ricordi. Sui giornali, infatti, si assistette ad una vera e propria “guerra discorsiva”, che si articolò attorno ad alcune specifiche parole, rivendicate da entrambi gli schieramenti nazionali, ma che assumevano significati e valenze spesso molto distanti tra di loro. I concetti di libertà, democrazia, popolo, pace, fascismo/antifascismo che occupavano gran parte delle poche pagine a disposizione, sembrano ricollegarsi a valori e concezioni di matrice opposta a seconda della testata che li proponeva.

I racconti dei testimoni e le narrazioni pubbliche obbligano a porsi la “questione del punto di vista” facendoci riflettere sulle diverse esperienze di vita. Tutti gli eventi, anche quelli più traumatici, non rappresentano sempre e per forza una ferita aperta e una fonte di contrasti. Ascoltare, leggere, “le vite degli altri” consente di capire i modi estremamente differenziati in cui gli eventi si sedimentano nei ricordi e nelle narrazioni, presupposto per costruire un confronto e un dialogo che, a partire dal passato, ci permetta di comprendere le nuove prospettive che si spalancano di fronte all’area di confine nel contesto dell’Europa Unita.

 

Intervista, testimonianza, memoria: indagare, classificare, restituire

Istituto Luce

Istituto Luce

Martedì 27 gennaio, a Roma presso il complesso monumentale del Vittoriano, a partire dalle ore 09.00 si terrà una giornata di studi dal titolo “Intervista, testimonianza, memoria: indagare, classificare, restituire” organizzata dall’Istituto Luce in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica del Lazio.

Quarantasettezeroquattro è stata invitata a presentare l’Archivio multimediale della memoria dell’area di confine e il Museo diffuso “Topografie della memoria”.

www.stradedellamemoria.it

www.topografiedellamemoria.it

 

I progetti saranno presentati da Alessandro Cattunar nell’intervento dal titolo “Memorie plurime sul confine italo-sloveno: archivio multimediale della memoria e museo diffuso interattivo”. Il convegno sarà un’interessante occasione di confronto con alcuni dei più importanti enti che in Italia sono preposti alla conservazione della memoria del novecento.

Al centro dell’attenzione ci saranno le fonti orali, il loro trattamento archivistico e le problematiche legate alla loro divulgazione, temi su cui Quarantasettezeroquattro si interroga ormai da tempo, grazie anche alla collaborazione dell’AISO, Associazione Italiana di Storia Orale, che ha preso parte ai progetti presentati.

Programma

Complesso monumentale del Vittoriano, Roma 

Sala Quadreria, Ala Brasini – 27 gennaio 2014 

Ore 9:00 saluti –

Soprintendenza archivistica per il Lazio professor Donato Tamblè

Comune di Roma – staff segreteria sindaco di Roma dott.a Carla di Veroli

Istituto Luce Cinecittà srl Patrizia Cacciani

Moderatrice: staff sindaco di Roma e delega alla Memoria Carla di Veroli

Ore 9:10 – 9:30

Donato Tamblè (Soprintendenza Archivistica del Lazio) – “La sfida della memoria: aspetti archivistici delle fonti orali” 

Ore 9:30 – 10:15

Lucilla Garofalo (Archivio Centrale dello Stato) – “ Voci della Shoah: la collezione italiana delle interviste della USC Shoah Foundation Istitute” 

Ore 10:15 -11:00

Damiano Garofalo (Fondazione Museo Shoah di Roma) – “16 ottobre 1943: le testimonianze audiovisive raccolte dalla Fondazione Museo della Shoah” 

Ore 11:00 – 11:45

Miriam Haiun (Centro documentazione ebraica di Roma) – “Il progetto memorie ebraiche” 

Ore 11:45/12:10 coffee break

Ore 12:15 – 13:00

Stefania Ficacci (AISO – Associazione Italiana di Storia Orale) – “Raccogliere la memoria. Nuove prospettive delle fonti orali nella ricerca storica “. 

Ore 13:00 – 13:45

Alessandro Cattunar (Associazione Quarantasettezeroquattro) – “Memorie plurime sul confine italo-sloveno: archivio multimediale della memoria e museo diffuso interattivo”. 

Ore 13:45 – 14:30

Maura Cosenza (Archivio storico Luce) – “I dimenticati: interviste ai militari italiani internati – progetto università di Hagen”. 

Con il patrocinio del Comune di Roma

NASCITA DI UNA MINORANZA

Istria 1947-1965: storia e memoria degli italiani rimasti nell’area istro-quarnerina

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GLORIA NEMEC

Venerdì 29 novembre ore 18.00

Sede del Forum per Gorizia – via Ascoli 10/a – Gorizia

 

Anna Di Gianantonio e Alessandro Cattunar

ne discuteranno con l’autrice.

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In collaborazione con:

Forum per Gorizia

Associazione Quarantasettezeroquattro

AISO – Associazione italiana di Storia Orale

Circolo di cultura istro/veneta “Istria”

Società DAnte Alighieri