CHI SIAMO
INTERSPAZIO coinvolge le seguenti realtà e curatori/curatrici:
Mauro Danesi, Elisabetta Consonni, Emma Mainetti / Festival Orlando (BG)
Chiara Organtini, Carlotta Pedrazzoli e Anna Estdahl/ Lavanderia a Vapore (Collegno, TO)
Alessandro Cattunar, Miriam Paschini, Gioele Peressini / In\Visible Cities – Contaminazioni digitali (Gorizia e Friuli Venezia Giulia);
Valentina Kastlunger e Valentina Picariello / IntercettAzioni / Zona K (MI)
Federica Rocchi e Serena Terranova / Collettivo Amigdala – Periferico Festival (MO)
La rete è composta da organizzazioni che operano attivamente nella ricerca, produzione e circuitazione nell’ambito delle arti performative e che da anni si mettono in relazione con lo spazio pubblico, promuovendo lo sviluppo di linguaggi artistici relazionali e pratiche partecipative, in una dinamica che amplia il concetto di “spazio pubblico” da elemento urbanistico e geografico a un più ampio ecosistema politico, sociale e culturale, nella sfera analogica e digitale.
PERCHÉ
Da anni le organizzazioni ingaggiate nel progetto, hanno sperimentato nello spazio pubblico in cerca di nuove narrazioni politiche e relazioni con persone e comunità.
A partire da queste sperimentazioni empiriche, abbiamo surfato con enormi trasformazioni nelle dinamiche relazionali e nelle narrazioni e sentiamo il bisogno di uno spazio tempo di riflessione in cui mappare e mettere a fuoco queste trasformazioni.
Cosa significa, oggi, “spazio pubblico” e in che modo le arti possono interrogarsi sulla disambiguazione di questo concetto? Se siamo infatti abituati ad associare l’idea di “spazio pubblico” alla città e alla sua morfologia urbana, esiste tuttavia uno “spazio pubblico” non geografico ma relazionale, un “luogo in comune” che talvolta le arti performative sono in grado di evocare – se non di costruire materialmente – tra le persone, istituendo forme di convivenza temporanee ed effimere ma anche innovative e sorprendenti.
Interspazio è quindi un percorso di ricerca che indagherà l’arte come spazio pubblico e i linguaggi artistici come luoghi in grado di generare una convergenza di moltitudini.
Essendo troppo spesso intrappolati in ritmi operativi frenetici e senza sosta, abbiamo voluto creare uno spazio di respiro in cui riflettere sul nostro agire, sospendere il giudizio e riprendere fiato imparando dallo scambio reciproco di visioni ed esperienze, aprendo una breccia di autoformazione su queste enormi trasformazioni che investono la realtà attuale e le nostre professioni.
Interspazio vuole essere un momento di sospensione al di fuori delle logiche produttive, uno spazio di ricerca in cui intrecciare pratiche, teorie e percorsi artistici e in cui mettere in gioco dinamiche di complicità, appartenenza, conflitto, affezione, partecipazione.
Interspazio metterà in dialogo traiettorie di ricerca che hanno come focus i processi trasformativi del sociale, operando una connessione tra politica e immaginazione in una forma di protesta non muscolare rispetto al sistema dominante.