In questa sottosezione ci occuperemo dell’abbigliamento della maggioranza del popolo, spesso meno considerato rispetto a quello delle classi più ricche. Al contrario di queste ultime, la classe popolare dava maggiore importanza all’utilità rispetto all’estetica.
Funzionalità era la parola chiave: le donne appartenenti a questo ceto avevano imparato trucchi e soluzioni intelligenti per non dover spendere eccessivamente in vestiario ma assicurarsi in ogni caso un abbigliamento pratico per svolgere la propria mansione.
Inoltre, daremo un significato a come venivano portati i capelli, che potevano dare segnali diversi a seconda del colore o del fatto che fossero coperti o sciolti.
Infine, il confronto con la moda delle classi nobiliari ci permetterà di mettere in evidenza le abissali differenze tra queste due realtà.
Spesso, riferendosi al Medioevo, ci vengono in mente immagini di dame con ampie gonne e vistose acconciature. Questa realtà apparteneva però soltanto alle classi più abbienti, che potevano permettersi pregiati tessuti e un’attenzione particolare al proprio aspetto. Proprio per questo, vogliamo esplorare gli aspetti meno convenzionali della moda e delle acconciature di questi secoli, a cui non si dà tanto rilievo quanto agli abiti più pregiati della nobiltà.
(Giulia Mian, 3L)
I VESTITI QUOTIDIANI E DA LAVORO
In Europa, le donne che non appartenevano alla nobiltà passavano quasi tutta la giornata al lavoro o nel loro campo. Pertanto, il compito principale del loro abbigliamento nel Medioevo era quello di proteggerle dal freddo, ragion per cui si vestivano a più strati, ma anche di essere pratico per svolgere le mansioni quotidiane. Un esempio è l’affresco, “La raccolta del grano”, un particolare del Ciclo dei mesi di Maestro Venceslao, dalla Torre dell’Aquila, Trento. Oppure gli “Aspetti di vita quotidiana”, dal Tacuinum Sanitatis conservato nella Biblioteca Casanatense a Roma. Nella seconda metà del 1100 comparve una tunica detta bliaut (sopraveste), caratterizzata da lunghe maniche a farfalla dette anche maniche ad angelo che ritornarono ad essere attillate nel 1300. Inoltre la sopraveste si modellò sempre di più al busto e ai fianchi probabilmente grazie a delle stringature sul dietro o sui fianchi. D’inverno veniva talvolta aggiunto un mantello all’altezza delle spalle. Molte parte di questi abiti, soprattutto le maniche, erano sostituibili: in questo modo li potevano sostituire con minore spesa quando si logoravano.
(Giulia Mian, 3L)
IL GREMBIULE
Le prime due immagini raffigurano alcune donne che svolgono le proprie mansioni. In particolare la prima proviene dal Tacuinum Sanitatis conservato nella Biblioteca Casanatense, mentre la seconda dal De mulieribus Claris, fa parte della raccolta della Biblioteca nazionale di Francia. Il grembiule medievale era la principale differenza tra l’abito da lavoro e l’abito utilizzato in casa. Era da sempre associato allo svolgimento di un lavoro manuale: perciò veniva talvolta impiegato anche dalle classi alte (ma quest’ultimo era impreziosito da ricami e di migliore qualità). Poteva essere confezionato in cuoio oppure in stoffa e si presentava in diversi colori oltre al più popolare bianco.
(Giulia Mian, 3L)
COPRICAPI
Il soggolo medievale era indossato sia dalle donne popolane (e dalle donne operaie) che dalle nobildonne. Si trattava di un copricapo composto da una benda o fascia larga che passando sotto il mento, da qui il nome soggolo (sotto gola), avvolgeva il viso e il collo unendosi alla sommità del capo. Era poi fermato da una striscia rigida di lino attorno alla testa, apparendo come una sorta di corona. Ne potete vedere una testimonianza nell’illustrazione del XIII secolo dall’Universal History Archive.
I veli, invece, che potevano essere indossati in svariati modi, venivano confezionati con una stoffa di lino finissima conosciuta con il nome di “batista”. Il velo era utilizzato dalle donne maritate, mentre le giovani potevano lasciare i capelli sciolti. In questo caso gli esempi nell’iconografia sono diversi, questo in particolare è tratto nuovamente dal Tacuinum Sanitatis.
(Giulia Mian, 3L)
INFANZIA
Spesso i neonati erano avvolti in fasce di lana, il tutto foderato con una tela, che talvolta copriva anche la testa, la quale non doveva stringere troppo il bambino.
A partire dai primi passi, i bambini indossavano un abito corto senza brache, nel caso delle bambine non troppo dissimile da quello delle madri.
Dalla giovinezza in poi, le giovani donne iniziavano a vestirsi come le madri, con la differenza del velo che non portavano.
(Giulia Mian, 3L)
