Topografie della memoria – Rassegna stampa
Rassegna stampa sul progetto “Topografie della memoria – Museo diffuso dell’area di confine”
05_02_2013 OSSERVATORIO BALCANI
Rassegna stampa sul progetto “Topografie della memoria – Museo diffuso dell’area di confine”
05_02_2013 OSSERVATORIO BALCANI
Rassegna stampa sull’evento “Ascoltare le memorie lungo il confine”, presentazione dell’Archivio della memoria agli studenti delle scuole superiori di Gorizia con l’intervento di Moni Ovadia.
Rassegna stampa sulla Giornata internazionale di studi “Storie di confine tra sguardi incrociati e interventi sul territorio” svoltasi a Gorizia l’11 gennaio 2013.
Su un’enorme parete sono affisse centinaia di fotografie in bianco e nero. Sono ritratti individuali e di famiglia, senza didascalie. Troviamo raffigurati uomini e donne eleganti, famiglie borghesi e contadine, mamme con bambini, adolescenti: si tratta di ebrei che abitavano in ogni parte d’Europa.
La parete si trova al centro di una grande sala, alla fine dei lunghi corridoi che compongono la cosiddetta “Sauna”, l’edificio di Auschwitz-Birkenau in cui i prigionieri venivano portati per essere “lavati”, “disinfettati” e “preparati” per l’ingresso nel campo. Le fotografie, che raffigurano alcuni dei prigionieri del principale campo di sterminio nazista prima delle loro deportazione, sono il punto arrivo della lunga visita all’intero complesso concentrazionario.
Si tratta anche della conclusione ideale del Memobus 2013, il “viaggio nella memoria” organizzato dall’Associazione quarantasettezeroquattro di Gorizia in collaborazione con il Comune di Fontanafredda, che ha portato 70 persone, tra studenti e adulti, a visitare Cracovia e alcuni dei luoghi della Shoah. Un viaggio che si è avviato – con un lungo percorso di formazione rivolto agli studenti della scuola media di Fontanafredda – già molti mesi prima della partenza fissata per il 25 aprile e che si concluderà nei prossimi giorni con un evento di riflessione in cui la comunità viaggiante proverà a riflettere proprio sul significato di quelle fotografie. Sono immagini che inducono a riflettere su due questioni fondamentali: quella dell’identità e quella della dignità, due concetti, profondamente collegati fra loro, il cui annientamento rappresentava la base del piano di sterminio nazista.
“Identità” e “dignità” sono anche le parole che hanno accompagnato la riflessione della comunità viaggiante di Fontanafredda che, durante le lunghe ore passate in pullman e durante la visita al quartiere ebraico, al ghetto di Cracovia e ai campi di sterminio, hanno cercato di immergersi nei percorsi di vita dei protagonisti di questa storia (della Storia) – ebrei e deportati politici, uomini e donne, adulti e bambini – che in qualche modo sono riusciti a lasciare la propria testimonianza.
Obiettivo fondamentale del progetto Memobus, infatti, non era solo quello di far visitare dei “luoghi della memoria e dell’orrore” – che se scollegati da un percorso culturale più ampio rischiano sempre di dire troppo o troppo poco – ma soprattutto quello di far comprendere gli eventi che caratterizzarono la fine del secondo conflitto mondiale attraverso la conoscenza dei fatti e il confronto diretto con i luoghi e con le testimonianze dirette di chi ha vissuto gli eventi. Testimonianze che parlano dell’importanza, ma anche della difficoltà, di definirsi in modo univoco e al contempo della dignità che accomuna ogni essere umano.
I partecipanti al progetto hanno avuto la possibilità di compiere il viaggio in compagnia di Antonio De Nardi, ex deportato e membro dell’ANED, che attraverso il suo racconto e i suoi gesti ha sottolineato l’importanza di mantenere vivi i processi di trasmissione della memoria tra le generazioni ma soprattutto ha lanciato un messaggio di speranza, malgrado tutto.
Gorizia 24-26 maggio
partenza: ogni giorno alle ore 16.30 dall’Infopoint ai Giardini pubblici
Su prenotazione
Quest’anno all’interno delle iniziative proposte da èStoria – Festival internazionale della storia sarà possibile partecipare a “Topografie della memoria”, una “passeggiata guidata” attraverso i luoghi delle memorie e le memorie dei luoghi di Gorizia e Nova Gorica.
Durante il percorso, che partirà dai giardini pubblici per concludersi in Piazza Transalpina, passando per i valichi di Casa Rossa e del Rafut, si cercherà di capire le complesse stratificazioni di storie e memorie che caratterizzano questi spazi. Non si tratta di una classica visita turistica, bensì di un percorso tra fotografie, filmati e testimonianze orali che porrà in primo piano le esperienze di vita delle persone che hanno vissuto a Gorizia nella prima metà del Novecento. Immagini, voci, linee del tempo interattive saranno consultabili su smartphone e tablet grazie alle potenzialità offerte dal “Museo diffuso dell’area di confine”, ideato dall’associazione Quarantasettezeroquattro.
I partecipanti ricopriranno anche un ruolo attivo: ad ogni tappa, avranno modo di raccontare la propria esperienza relativa ai luoghi attraversati scrivendo un “post-it virtuale” che andrà ad implementare i materiali proposti dal Museo diffuso. Ogni visita sarà quindi un’esperienza unica, partecipata e dialogica, in cui i ricordi delle generazioni più anziane si confronteranno con le esperienze dei visitatori.
A cura di: Alessandro Cattunar, Paola Tarantelli e Raffaella Canci
Per ulteriori informazioni scarite il programma di èStoria dal sito
QUARANTASETTEZEROQUATTRO sostiene l’appello “Ripartire dalla cultura” perchè “la cultura è un diritto di tutti ed è un dovere dello Stato garantirla, è un valore che appartiene alla nostra storia ed è fondamentale anche nel presente, è parte della nostra identità. La cultura è una grande ricchezza economica ma soprattutto un fattore essenziale per una società equa, solidale, libera, aperta: produce benessere, sviluppa saperi, favorisce l’innovazione e l’inclusione sociale”. “Vogliamo che il prossimo Governo si assuma precise responsabilità per il rilancio della cultura nei programmi per lo sviluppo del Paese”.
http://www.ripartiredallacultura.it/
L’appello
I promotori e i firmatari del presente appello chiedono a chi si candida a governare l’Italia impegni programmatici per il rilancio della cultura intesa come promozione della produzione creativa e della fruizione culturale, tutela e valorizzazione del patrimonio, sostegno all’istruzione, all’educazione permanente, alla ricerca scientifica, centralità della conoscenza, valorizzazione delle capacità e delle competenze.
La crisi economica e la conseguente riduzione dei finanziamenti stanno mettendo a dura prova l’esistenza di molte istituzioni culturali, con gravi conseguenze sui servizi resi ai cittadini, sulle condizioni di lavoro e sul futuro di molti giovani specificamente preparati ma senza possibilità di riconoscimento professionale. Questa situazione congiunturale è aggravata dalla crisi di consenso che colpisce la cultura, che una parte notevole della classe dirigente – pur dichiarando il contrario – di fatto considera un orpello inattuale, non elemento essenziale di una coscienza civica fondata sui valori della partecipazione informata, dell’approfondimento, del pensiero critico.
Noi rifiutiamo l’idea che la cultura sia un costo improduttivo da tagliare in nome di un malinteso concetto di risparmio. Al contrario, crediamo fermamente che il futuro dell’Italia dipenda dalla centralità accordata all’investimento culturale, da concretizzare attraverso strategie di ampio respiro accompagnate da interventi di modernizzazione e semplificazione burocratica. La nostra identità nazionale si fonda indissolubilmente su un’eredità culturale unica al mondo, che non appartiene a un passato da celebrare ma è un elemento essenziale per vivere il presente e preparare un futuro di prosperità economica e sociale, fondato sulla capacità di produrre nuova conoscenza e innovazione più che sullo sfruttamento del turismo culturale.
Ripartire dalla cultura significa creare le condizioni per una reale sussidiarietà fra stato e autonomie locali, fra settore pubblico e terzo settore, fra investimento pubblico e intervento privato. Guardare al futuro significa credere nel valore pubblico della cultura, nella sua capacità di produrre senso e comprensione del presente per l’avvio di un radicale disegno di modernizzazione del nostro Paese.
Per queste ragioni chiediamo che l’azione del Governo e del Parlamento nella prossima legislatura, quale che sia la maggioranza decisa dagli elettori, si orienti all’attuazione delle seguenti priorità.
I promotori e i firmatari del presente appello chiedono di accogliere nei programmi elettorali queste priorità e di sottoscrivere i dieci obiettivi seguenti, che dovranno caratterizzare il lavoro del prossimo Parlamento e l’azione del prossimo Governo. Il nostro sostegno, durante e dopo la campagna elettorale, dipenderà dall’adesione ad essi e dalla loro realizzazione.