Una performance itinerante e partecipativa, un percorso audioguidato con cuffie wi-fi che accompagna il pubblico alla scoperta di Gorizia e della storia del confine che la attraversa.
Un racconto, una passeggiata collettiva, un’esperienza di visita e scoperta della storia di una città di frontiera, che diventa città di confine, nel corso del Novecento.
Un racconto tra storia e memoria, tra testimonianza e poesia.
Un percorso attraverso le memorie di tanti testimoni, italiani e sloveni, che hanno vissuto in quest’area dall’inizio del secolo fino alla fine della Seconda guerra mondiale, ma anche un itinerario attraverso le memorie dei luoghi, le architetture e gli spazi pubblici e privati che hanno segnato questa storia.
Dalla città asburgica alla Grande guerra, dall’affermarsi del fascismo di confine alle complesse vicende che segnarono la fine dalla Seconda guerra mondiale. Fino settembre 1947, quando venne tracciata la linea bianca che segnava la nuova separazione tra Italia e Jugoslavia, l’ultimo tratto della cortina di ferro.

La performance si configura così come un’esperienza di “realtà aumentata”: il pubblico passeggia per le strade di Gorizia e immagina, attraverso le voci in cuffia, com’era la città nella prima metà del Novecento.
Un’esperienza che fonde approcci diversi: quello storico, quello turistico, quello emotivo. Un’esperienza che coinvolge attivamente il pubblico, che dovrà/potrà compiere azioni nello spazio urbano, potrà interagire, potrà “abitare gli spazi”, seguendo le indicazioni ricevute in cuffia.
Un’esperienza in cui lo spettatore percepisce che le voci che sente si rivolgono direttamente a lui, in prima persona, guidandolo, accompagnandolo, facendolo immergere pienamente nelle vicende e nei luoghi; al contempo, però, i partecipanti percepiscono di essere parte di un’esperienza collettiva, interattiva, nel mezzo delle dinamiche di vita quotidiana.