MEMOBUS – VIAGGIARE PER COMPRENDERE, MALGRADO TUTTO

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IL PROGETTO

“Memobus” si fonda sulla convinzione che per mantenere e tramandare la memoria della Shoah sia necessario un lungo percorso che attraverso l’analisi, la riflessione, e l’immedesimazione, porti alla comprensione. La memoria, dunque, è comprensione e impegno.

Per questo motivo il progetto Memobus propone una visita a Cracovia e ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau come momento centrale di un’esperienza formativa più ampia e articolata che intende focalizzarsi sugli eventi, sui luoghi e sulle persone. Un’esperienza che si compone di lezioni interattive, incontri con i testimoni e laboratori per concludersi con un confronto diretto con i luoghi della memoria: i campi, ma anche il ghetto di Cracovia, il quartiere ebraico e il museo Schindler.

L’obiettivo è ragionare sulle possibilità di raccontare, attraverso parole e immagini, attraverso la voce e la fisicità un periodo storico che, molte volte, è stato definito inimmaginabile. Perchè , malgrado tutto, tramandare la memoria e raccontare l’esperienza vissuta alla propria comunità è necessario soprattutto oggi che ci troviamo alla fine dell’ “Era del testimone”.

Memobus scuole superiori

Memobus scuole medie

Memobus adulti

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MEMOBUS 2015 – IL DIARIO FOTOGRAFICO

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MEMOBUS 2014 – DIARIO DI VIAGGIO

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PENSIERO E IMMAGINAZIONE

Immaginare vuol dire fare uno sforzo di pensiero, di ragionamento. Significa provare a fare propria un’esperienza, inserendosi al suo interno, rapportandosi direttamente ad essa. Vuol dire, in un certo senso, abbattere le barriere che fanno percepire un determinato evento storico come definitivamente passato ed estraneo.

Questa è la sfida che intendiamo affrontare con il progetto “Memobus”.

La visita ai più grandi e importanti campi di sterminio concepiti dal regime nazista rappresenta un’esperienza di forte impatto emotivo e formativo.

Consente infatti ai partecipanti di confrontarsi direttamente con gli spazi che furono al centro di eventi che ormai possono apparire lontani e incomprensibili, se non addirittura inimmaginabili.

Più volte si è ripetuto che Auschwitz è impensabile, che la Shoah non è rappresentabile. Che l’esperienza del campo di sterminio è un limite invalicabile per l’immaginazione e per la narrazione. Tali constatazioni hanno contribuito a creare, attorno al problema dei campi di concentramento e  di sterminio – non solo degli ebrei, ma anche degli oppositori politici, di Rom e Sinti e di tutti coloro ritenuti inferiori o pericolosi dal regime di Hitler – una sorta di aura, relegandolo quasi in una dimensione di sacralità, in un universo a cui bisognava accostarsi con prudenza e riverenza.

Tale aura ha spesso rappresentato un ostacolo per coloro che intendevano, con i mezzi più diversi, avvicinarsi alla Shoah con l’intenzione di “raccontarla”, di tramandarla, di farla comprendere alle nuove generazioni.

Ma confinare la questione all’interno dell’“impensabile” vuol dire, in un certo senso, sbarazzarsi del problema, firmare una vera e propria dichiarazione d’impotenza. Per non lasciarsi sopraffare da questo sentimento, Hannah Arendt ha insistito sul fatto che «là dove il pensiero fallisce, proprio là il pensiero deve insistere e persistere, tentando magari vie diverse».

Non bisogna quindi parlare di inimmaginabile, ma bisogna anzi essere disposti a riconoscere che per sapere, per comprendere e per comunicare è innanzitutto necessario immaginare. «Dobbiamo provare a immaginare l’inferno di Auschwitz». Bisogna aprirsi all’«immaginazione,malgrado tutto»(G. Didi-Huberman).

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I LUOGHI E I TESTIMONI

DSC_0236Aprirsi alle possibilità dell’immaginazione nel momento in cui si vuole “spiegare”, “raccontare” alle nuove generazioni cos’è stata la Shoah è ancora più importante oggi, mentre ci si sta dirigendo verso la fine dell’ “era del testimone”.

Attraverso la collaborazione con l’ANED partecipanti al progetto avranno la possibilità di dialogare e confrontarsi con alcuni ex deportati e, attraverso i loro racconti, acquisire delle chiavi di lettura fondamentali per comprendere ciò che andranno a vedere. Al contempo, però, i partecipanti avranno modo di riflettere sul fatto che, essendo l'”era del testimone” al termine, sarà necessario “immaginare” e promuovere nuove modalità per mantenere e tramandare la memoria.

E questa sarà una loro responsabilità.

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ATTIVITA’ FORMATIVE

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Il progetto Memobus prevede degli incontri di preparazione al viaggio con storici, docenti universitari, esperti e testimoni diretti dei fatti. Questi appuntamenti consentiranno di riflettere e dialogare sulla storia della prima metà del Novecento a livello europeo e italiano, ma anche di focalizzarsi sul contesto locale del Friuli Venezia Giulia, sulle complesse dinamiche che caratterizzarono un’area di confine abitata da diverse comunità nazionali, linguistiche, religiose e culturali. Inoltre, ci si confronterà con le dinamiche e le difficoltà che riguardano la trasmissione della memoria a livello pubblico e privato.

Storici ed educatori accompagneranno i ragazzi durante il viaggio e, sfruttando anche i momenti di convivialità, stimoleranno continuamente l’interazione e la discussione a vari livelli proponendo momenti di riflessione e rielaborazione individuali e di gruppo.

Supporto fondamentale alle attività formative sarà un’ampissima bibliografia che, oltre ai volumi di taglio saggistico, proporrà agli studenti albi illustrati, graphic novel, romanzi, testimonianze, film e documentari per esplorare diversi linguaggi e punti di vista.

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RACCONTARE LA SHOAH, MALGRADO TUTTO

Il progetto Memobus si basa sulla consapevolezza che ci troviamo ormai alla fine di quella fondamentale fase della “storia della memoria” che Annette Wieviorka ha definito “era del testimone”. E’ quindi necessario domandarsi cosa si può fare “dopo l’ultimo testimone” per tramandare alle generazioni future la memoria della Shoah e mantenere viva la riflessione su un tema che ha bisogno di essere ancora studiato e approfondito.

I partecipanti al progetto Memobus saranno posti di fronte a questa sfida in quanto avranno il compito di sperimentare nuovi modi di raccontare ai propri coetanei e a tutta la cittadinanza un pezzo di questa storia, filtrato attraverso la propria sensibilità.

PROGRAMMA DI VIAGGIO

Primo giorno

16.00: Partenza.

17.00: Ritrovo a Trieste.

17.30: Visita alla Risiera di San Sabba, confronto con i testimoni e cerimonia con le autorità.

19.30: Partenza dei pullman da Trieste.

21.30: Attività di preparazione.

Secondo giorno

10.30: Arrivo a Cracovia.

10.30 – 16.00: Tempo libero per visita alla città, sistemazione in albergo e pranzo.

16.00 – 18.30: Visita guidata al quartiere ebraico Kazimierz.

20.30: Cena comunitaria.

 Terzo giorno

9.00 – 13.00: spostamento in corriera al Museo Schindler e visita al museo; visita all’ ex ghetto ebraico; a conclusione, breve attività di condivisione                                 e rielaborazione

13.00 – 15.30: Pranzo e tempo libero.

15.30 – 19.00: Piazza del Mercato; laboratorio

20.30: Cena

 Quarto giorno

7.30 – 8.30: Spostamento al campo di Auschwitz 1.

9.00 – 13.00: Visita guidata al campo di Auschwitz 1.

14.00 – 18.00: Visita al campo di Auschwitz 2 Birkenau.

19.00: Rientro a Cracovia.

20.00: Cena.

Quinto giorno

07.00 – 08.00: Colazione

08.00 – 09.30: Suddivisione in gruppi di lavoro e riflessioni sulla visita a Cracovia, Auschwitz e Birkenau; momento di restituzione e rielaborazione

09.30 – 10.00: Check-out e partenza da Cracovia

13.00 – 13.45: Pranzo al sacco/autogrill

19.00 – 19.30: Cena al sacco/autogrill

22.00 – 22.30: Arrivo

INFORMAZIONI 

Associazione Quarantasettezeroquattro

segreteria@quarantasettezeroquattro.it

Alessandro Cattunar

tel 3381411435

TOPOGRAFIE DELLA MEMORIA Museo diffuso dell’area di confine (Gorizia-Nova Gorica)

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Visita guidata Topografie della memoria - Piazza Vittoria Gorizia 3ARGOMENTI

Storia di confine (Prima e Seconda guerra mondiale; Fascismo; Guerra fredda) / identità / memorie / interculturalità / minoranze linguistico-nazionali.

DESTINATARI

Secondaria 1° / 3

Secondaria 2° / Tutte

DESCRIZIONE

Cosa vuol dire vivere lungo il confine? Che ruolo gioca l’identità (linguistica, nazionale, politica…) nel momento in cui si deve scegliere “da che parte stare”? Che conseguenze ha una scelta così importante? Quale è il rapporto tra Storia e memoria (individuale, collettiva, pubblica)? Il percorso di visita lungo le tappe di questo particolare museo a cielo aperto – che attraversa alcuni dei luoghi più significativi per la storia di Gorizia e Nova Gorica – intende rispondere a queste domande attraverso un approccio laboratoriale basato sull’interazione tra multimedialità e fonti tradizionali.

OBIETTIVI

– Avvicinare gli studenti alle complesse vicende che caratterizzarono il confine orientale tra il Primo e il Secondo conflitto mondiale attraverso una modalità partecipata ed interattiva;

– coinvolgere attivamente gli studenti nella visita attraverso l’uso di strumenti multimediali;

– scoprire la pluralità di memorie legate ad ogni luogo attraverso l’utilizzo di fonti di varia natura (archivistiche, memorialistiche, letterarie…) e, quindi, assumere punti di vista differenti sulle vicende;

– ragionare sul valore dell’identità (nazionale, politica, culturale …) in relazione ai mutamenti geopolitici che coinvolsero la Venezia Giulia nella prima metà del Novecento;

– individuare le tracce delle memorie pubbliche attraverso uno sguardo consapevole sulla città.

DURATA E MODALITÀ DELLA VISITA AL MUSEO DIFFUSO DELL’AREA DI CONFINE

Il percorso di visita a Topografie della memoria – primo esempio, in Italia, di museo transfrontaliero a cielo aperto – ha una durata variabile a seconda delle necessità: si va da un minimo di tre ore ad un massimo di otto ore (con pausa pranzo ed eventuale visita a siti non compresi nel percorso: Museo della Grande guerra, cimitero ebraico di Rožna Dolina, sinagoga …) Per ogni tappa sono proposte attività laboratoriali e interattive che mirano a ricostruire la storia del goriziano attraverso foto e documenti d’archivio, pagine dei quotidiani, brani di interviste e letture. I ragazzi che possiedono uno smartphone o un tablet possono accedere direttamente ai contenuti multimediali scaricabili dai totem posizionati in ogni tappa del percorso.

MATERIALI

Tutti i materiali per i laboratori sono messi a disposizione dagli organizzatori.

GIÀ REALIZZATO CON…

Scuole secondarie di primo grado di: Buja (UD) / Bedizzole (BS) / Piacenza

Scuole secondarie di secondo grado di: Roma / Brescia / Villa D’Adda (BG)

Fotografare la storia, raccontare il confine

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Uno sguardo “altro” sull’area di confine.

(Foto di Diego Carella del Liceo Gentileschi di Milano)

Il 26 febbraio 2014 alcuni studenti del Liceo Gentileschi di Milano sono approdati in Friuli Venezia Giulia con l’intenzione di capire la complessa storia dell’area di confine e i modi in cui questa si è incarnata nei luoghi e nelle persone che la abitano.

All’interno del nostro progetto didattico “Percorsi di confine” alunni e insegnanti hanno avuto modo di visitare alcuni degli spazi più significativi della storia del Novecento confrontandosi con i testimoni e le loro memorie e riflettendo attivamente attraverso laboratori di “storia a cielo aperto”.

Diego Carella ha documentato con grande efficacia le tappe del nostro percorso in questa galleria fotografica…

POT MIRU – VIA DI PACE

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Mappatura dei siti della Prima guerra mondiale sul confine italo-sloveno

Trincea

Pot Miru Trincea

Il progetto POT MIRU-VIA DI PACE prevede di creare, nell’area del confine terrestre, un unico itinerario culturale transfrontaliero che colleghi i sentieri esistenti e valorizzi i lasciti storici, le tracce e l’eredità culturale delle diverse regioni interessate ed al contempo le ricchezze naturalistiche del territorio di confine italo-sloveno, rafforzando così i rapporti tra cittadini di confine ed il senso di appartenenza europea, migliorando l’attrattività e la competitività dell’area grazie alla creazione di un prodotto turistico/culturale unico ed integrato tale da assicurare un impatto sull’area anche nel lungo periodo lettere ad una maggiore visibilità europea.

All’associazione Quarantasettezeroquattro in parternariato con CETA, ISIG e Infofactory è stato assegnato il lavoro di rilevazione ed analisi del patrimonio culturale e naturalistico esistente lungo il tracciato, che sarà costituito da un anello complessivo che percorre sentieri e itinerari esistenti o realizzati con il progetto e a cui si collegheranno tracciati/anelli che potranno essere fruiti separatamente al tracciato principale. I tracciati, sia quello principale che i sistemi secondari , saranno rappresentati in una cartografia unica georeferenziata, in cui saranno indicati i siti storici ed i beni testimoniali fruibili e le emergenze ambientali turisticamente rilevanti.

Quarantasettezeroquattro coordinerà il lavoro di individuazione dei siti, dei resti e dei monumenti da inserire nel percorso e curerà le attività di schedatura e descrizione storica di ogni tappa.

Il progetto prevede anche un capillare lavoro di ricognizione e messa in rete delle iniziative culturali riguardanti la Grande guerra col fine di creare un calendario unico e facilmente consultabile.

Esito finale dei Pot Miru sarà la realizzazione di un prodotto turistico integrato capace di rilanciare la competitività dell’area transfrontaliera negli anni di celebrazione del centenario del primo conflitto mondiale.

 

Ente finanziatore: Provincia di Gorizia- Programma Italia-Slovenia 2007-2013
Periodo: febbraio 2014 – luglio  2014
Partners:
ISIG, Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia
CETA
Infofactory

MEMOBUS 2014 – Viaggiare per comprendere, malgrado tutto

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Memobus 2014 - Viaggiare per comprendere, malgrado tutto

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Un viaggio di formazione ai campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau.

Un’esperienza educativa per comprendere la storia e tramandare la memoria.

Un progetto educativo rivolto agli studenti delle scuole superiori del Friuli Venezia Giulia, un viaggio – al contempo fisico e ideale – all’interno delle memorie tragiche della Shoah e dei totalitarismi.

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IL PROGETTO

“Memobus” si fonda sulla convinzione che per mantenere e tramandare la memoria della Shoah sia necessario un lungo percorso che attraverso l’analisi, la riflessione, e l’immedesimazione, porti alla comprensione. La memoria, dunque, è comprensione e impegno.

Per questo motivo il progetto Memobus propone una visita a Cracovia e ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau come momento centrale di un’esperienza formativa più ampia e articolata che intende focalizzarsi sugli eventi, sui luoghi e sulle persone. Un’esperienza che si compone di lezioni interattive, incontri con i testimoni e laboratori per concludersi con un confronto diretto con i luoghi della memoria: i campi, ma anche il ghetto di Cracovia, il quartiere ebraico e il museo Schindler.

PENSIERO E IMMAGINAZIONE

Visita AuschwitzImmaginare vuol dire fare uno sforzo di pensiero, di ragionamento. Significa provare a fare propria un’esperienza, inserendosi al suo interno, rapportandosi direttamente ad essa. Vuol dire, in un certo senso, abbattere le barriere che fanno percepire un determinato evento storico come definitivamente passato ed estraneo.

Questa è la sfida che intendiamo affrontare con il progetto “Memobus”.

La visita ai più grandi e importanti campi di sterminio concepiti dal regime nazista rappresenta un’esperienza di forte impatto emotivo e formativo.

Consente infatti agli studenti di confrontarsi direttamente con gli spazi che furono al centro di eventi che ormai possono apparire lontani e incomprensibili, se non addirittura inimmaginabili.

Più volte si è ripetuto che Auschwitz è impensabile, che la Shoah non è rappresentabile. Che l’esperienza del campo di sterminio è un limite invalicabile per l’immaginazione e per la narrazione. Tali constatazioni hanno contribuito a creare, attorno al problema dei campi di concentramento e  di sterminio – non solo degli ebrei, ma anche degli oppositori politici, di Rom e Sinti e di tutti coloro ritenuti inferiori o pericolosi dal regime di Hitler – una sorta di aura, relegandolo quasi in una dimensione di sacralità, in un universo a cui bisognava accostarsi con prudenza e riverenza.

Tale aura ha spesso rappresentato un ostacolo per coloro che intendevano, con i mezzi più diversi, avvicinarsi alla Shoah con l’intenzione di “raccontarla”, di tramandarla, di farla comprendere alle nuove generazioni.

Ma confinare la questione all’interno dell’“impensabile” vuol dire, in un certo senso, sbarazzarsi del problema, firmare una vera e propria dichiarazione d’impotenza. Per non lasciarsi sopraffare da questo sentimento, Hannah Arendt ha insistito sul fatto che «là dove il pensiero fallisce, proprio là il pensiero deve insistere e persistere, tentando magari vie diverse».

Non bisogna quindi parlare di inimmaginabile, ma bisogna anzi essere disposti a riconoscere che per sapere, per comprendere e per comunicare è innanzitutto necessario immaginare. «Dobbiamo provare a immaginare l’inferno di Auschwitz». Bisogna aprirsi all’«immaginazione,malgrado tutto»(G. Didi-Huberman).

I LUOGHI E I TESTIMONI

Memobus 2014 3Aprirsi alle possibilità dell’immaginazione nel momento in cui si vuole “spiegare”, “raccontare” alle nuove generazioni cos’è stata la Shoah è ancora più importante oggi, mentre ci si sta dirigendo verso la fine dell’“era del testimone”.

Attraverso la collaborazione con ANED e ANPI i partecipanti al progetto avranno la possibilità di dialogare e confrontarsi con alcuni ex deportati e, attraverso i loro racconti, acquisire delle chiavi di lettura fondamentali per comprendere ciò che andranno a vedere. Al contempo, però, gli studenti avranno modo di riflettere sul fatto che, essendo l’ultima generazione a poter ascoltare le testimonianze dirette di chi visse quegli avvenimenti, sarà necessario “immaginare” e promuovere nuove modalità per mantenere e tramandare la memoria.

E questa sarà una loro responsabilità.

 

ATTIVITA’ FORMATIVE

frame 1 copiaIl progetto Memobus prevede tre incontri di preparazione prima del viaggio e uno successivo al rientro con storici, docenti universitari, esperti e testimoni diretti dei fatti. Questi appuntamenti consentiranno di riflettere e dialogare sulla storia della prima metà del Novecento a livello europeo e italiano, ma anche di focalizzarsi sul contesto locale del Friuli Venezia Giulia, sulle complesse dinamiche che caratterizzarono un’area di confine abitata da diverse comunità nazionali, linguistiche, religiose e culturali. Inoltre, ci si confronterà con le dinamiche e le difficoltà che riguardano la trasmissione della memoria a livello pubblico e privato.

Storici ed educatori accompagneranno i ragazzi durante il viaggio e, sfruttando anche i momenti di convivialità, stimoleranno continuamente l’interazione e la discussione a vari livelli proponendo momenti di riflessione e rielaborazione individuali e di gruppo.

Tutte le attività saranno svolte con il supporto di materiali appositamente predisposti che forniranno ai partecipanti strumenti critici e scevri da pregiudizi, per affrontare e comprendere l’intreccio di fatti e memorie, riconoscendone la complessità.

 

PROGRAMMA

Memobus 2014 5Modalità Viaggio

In Pullman da 51 posti.

Alloggio in ostelli e bed and breakfast con camerate, camere singole, doppie e triple.

La quota di partecipazione verrà definita sulla base del numero di partecipanti. Eventuali contributi da parte degli enti locali potranno abbattere la quota di partecipazione degli studenti.

Primo giorno

16.00: Partenza

17.30: Ritrovo a Trieste

18.00: Visita alla Risiera di San Sabba e cerimonia con le autorità

20.30: Partenza dei pullman da Trieste

21.30: Attività di preparazione

 

Secondo giorno

10.30: Arrivo a Cracovia

10.00 – 18.30: Sistemazione in ostello e visita libera alla città.

18.30 – 20-30: Testimonianza – dialogo con i testimoni

 

Terzo giorno

8.30 – 9.30: Spostamento al campo di Auschwitz 1.

9.30 – 13.00: Visita guidata al campo di Auschwitz 1.

13.00 – 13.30: Pranzo a sacco offerto dagli organizzatori.

14.00 – 17.00: Visita al campo di Auschwitz 2 Birkenau.

18.30: Rientro a Cracovia

20.00: Cena

 

Quarto giorno

10.00 – 13.00: Visita al quartiere ebraico e al ghetto

13.00 – 14.30: Pranzo

15.00 – 17.30: Visita al museo Schindler

20.30: Partenza da Cracovia

 

Quinto giorno

10.00: Arrivo a Trieste

Durante il viaggio: Attività di confronto e dialogo

 

INFORMAZIONI E ISCRIZIONI

Associazione Quarantasettezeroquattro

segreteria@quarantasettezeroquattro.it

Alessandro Cattunar

tel 3381411435

Il Consiglio d’Europa in visita al Museo diffuso dell’area di confine

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TOPOGRAFIE DELLA MEMORIA AL CoE SEMINAR

Topografie della memoria al CoE Seminar

Il 18 e 19 ottobre Gorizia e Šempeter ospiteranno un importante seminario, organizzato dall’ISIG – Istituto di Sociologia internazionale di Gorizia, dedicato ai temi della cooperazione internazionale (qui il programma).

L’incontro, cui interverranno alcuni funzionari del Consiglio d’Europa e le delegazioni di più di quaranta Paesi, si concluderà con una “passeggiata guidata” – aperta a tutta la cittadinanza – tra le diverse tappe di Topografie della memoria.

La partecipazione dei rappresentanti europei al Museo diffuso dell’area di confine è un’importante occasione per spiegare le ragioni dei nostri progetti transfrontalieri e per dimostrare che favorire la costruzione di reti transfrontaliere non solo è possibile, ma è anche un investimento lungimirante.

Ne siamo orgogliosi!

Vi aspettiamo quindi ai Giardini pubblici sabato 19 ottobre alle 15:30.

Il percorso – della durata di circa un’ora e mezza – non sarà una classica visita turistica, bensì un itinerario tra fotografie, filmati e testimonianze orali che porrà in primo piano le esperienze di vita delle persone che hanno vissuto a Gorizia (e poi anche a Nova Gorica) nella prima metà del Novecento.

Immagini, voci, linee del tempo interattive saranno consultabili su smartphone e tablet grazie alle potenzialità offerte dal “Museo diffuso dell’area di confine”.

La visita – condotta sia in italiano che in inglese –  sarà un’esperienza partecipata e dialogica, in cui i ricordi delle generazioni più anziane si confronteranno con le esperienze dei visitatori.

La visita è a cura di Alessandro Cattunar e Paola Tarantelli (Associazione Quarantasettezeroquattro) e Kaja Širok (Museo Nazionale di Storia contemporanea – Lubiana)

Contatti:

Alessandro Cattunar
Associazione culturale Quarantasettezeroquattro – Gorizia
segreteria@quarantasettezeroquattro.it
tel. 338.1411435

 

 

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