L’amor cortese, o meglio fin’amor, è un ideale letterario elaborato nell’ambito della poesia epico-cavalleresca in lingua d’oïl e della lirica trobadorica in lingua d’oc. Viene definito “cortese” poiché si sviluppa all’interno delle corti, inizialmente della Provenza, e perché doveva essere caratterizzato da un cuore nobile e gentile. All’interno di questo rapporto fra i due diversi sessi, l’uomo si mette in totale stato di inferiorità rispetto alla donna, rendendosi vulnerabile e gentile. L’ideale che promuove l’amor cortese, esprime un rapporto che, da un lato, sovverte la tradizionale subordinazione delle donne agli uomini e, dall’altro, imita il vero e proprio rapporto feudale, salvo il fatto che si basa sull’amore piuttosto che sulla guerra.
Dunque, il Basso Medioevo si può considerare palcoscenico di una “promozione” della condizione della donna nella società feudale? Sicuramente all’interno della sfera filosofica-letteraria, l’affermazione della letteratura in volgare pone in crisi l’egemonia del clero sulla letteratura; cambia infatti l’idea della donna e dell’amore.
All’immagine demoniaca della donna creata dal clero, si sostituisce quella creata dall’aristocrazia e il rapporto di amore si modella secondo il codice del vassallaggio.
Tuttavia, questo è un sentimento fortemente idealizzato, che difficilmente si sarebbe potuto sviluppare anche all’interno delle classi sociali meno elevate, persino per il fatto che la chiesa da subito condanna l’amor cortese, considerandolo fonte di peccato.