In questa sezione ci si soffermerà sulla vita quotidiana delle donne in Europa durante il Medioevo, sul modo di trascorrere le loro giornate, sulle loro abitudini, sui loro diritti e doveri.
Si potrà mettere a confronto la vita quotidiana di donne che appartenevano a diverse classi sociali e che quindi avevano un diverso stile di vita.
Vedremo quali lavori svolgevano e alcuni degli oggetti che utilizzavano quotidianamente nei lavori in casa, in campagne, nelle botteghe: oggetti di uso comune, necessari per l’educazione o nei momenti di svago, ma anche “nuove invenzioni” che consentirono una notevole evoluzione della società.
Ci soffermeremo poi sul tema del lavoro, cercando di sfatare alcuni falsi mitiche vedono la donna medievale chiusa in casa. Le donne, anche in questo periodo, lavoravano molto, in diversi ambiti, in autonomia o a fianco dei mariti, ma le differenze nei diritti, nei doveri, nelle possibilità evidenziano continuamente il divario nella concezione tra uomo e donna.

(Sara Nicoletti, 3D)

VITA QUOTIDIANA

LA GIORNATA TIPO DI UNA DONNA MEDIEVALE

Infografiche di Sara Nicoletti, 3D

PRATICHE DELLA VITA QUOTIDIANA

Galleria a cura di Rebecca Brembilla Brivio, 3G

La nutrice all’opera, da Barthélemy Anglais, Livre des propriétés des choses, Paris, Bibliothèque Nationale, ms. Francais 22532, f. 85v, XV secolo.
In questa immagine viene rappresentata una nutrice che ha appena fasciato il neonato. Spesso nel Medioevo le donne lasciavano alle nutrici l’accudimento dei loro figli e si occupavano di altre faccende. Le nutrici quindi diventavano per i neonati una figura materna, più presente della vera madre.
Inoltre si può risalire vagamente alla provenienza del dipinto guardando le fasciature del neonato: in Italia era solito avvolgere il tessuto a spirale intorno al bambino, mentre negli altri paesi si preferiva avvolgerli a linee incrociate (come nell’immagine).

La nascita di Maria, Ugolino di Prete Ilario, Duomo di Orvieto, 1370-1380.
Da questa immagine si possono ricavare molte informazioni sulla vita quotidiana nel Medioevo, per esempio come veniva trattato un bambino appena nato o come si mangiava (la donna in alto a destra sta mangiando con le mani). La scena raffigura la nascita di Maria, ancora non avvolta in fasce, tra le braccia di una signora anziana. La madre Anna subito dopo il parto si è rivestita, ed esausta è rimasta sdraiata senza accudire la propria figlia come una madre oggi invece avrebbe fatto. Si nota ancora una volta come la nutrice, o comunque qualcuno diverso dalla madre, si occupasse dei bisogni primari dei neonati e bambini.

Il sonno della Sacra famiglia, Paris, Bibliothèque Nationale, ms. Francais 9561, 1301-1400.
In questa immagine viene rappresentata la Sacra famiglia dormiente e l’arrivo di un angelo. Potrebbe sembrare strano il fatto che Maria e il bambino dormano nel senso contrario rispetto a Giuseppe, ma questa era una pratica molto diffusa. Dopo che una donna partoriva era ritenuta impura per quaranta giorni, e non poteva dunque avere rapporti sessuali. Per evitare il sorgere di desideri da parte dell’uomo la donna doveva dormire nel senso contrario insieme al bambino così da poterlo accudire (Au lit au Moyen Age).

DONNE AL LAVORO

LE DONNE ERANO VERMANTE EMARGINATE?

L’apprendistato femminile esisteva, e le corporazioni non precludevano l’ingresso alle donne, ma spesso erano queste che preferivano non farne parte. Inoltre, i salari dipendevano principalmente dall’età, dal tipo di lavoro svolto, dall’esperienza e la tecnica. Il fatto che le donne guadagnasserro di meno è una conseguenza della poca esperienza che avevano nel loro campo, e non solo del genere.

Le donne potevano anche svolgere mestieri considerati oggi maschili, come il lavoro nelle miniere, nelle saline o nell’edilizia.

Spesso la collaborazione uomo-donna era fondamentale. Già Boccaccio nel 1362 compose un’opera intitolata “De Mulieribus Claris”, in cui descrisse la vita di 106 donne importanti dall’Antichità al Medioevo, mostrando che anche loro sono importanti per la società e per la storia e vanno ricordate.

(Rebecca Brembilla Brivio, 3G)

Galleria curata da Giacomo Pertoldi

DONNE INTELLETTUALI / L’ESEMPIO DI CHRISTINE DE  PIZAN

A cura di Rebecca Brembilla Brivio, 3G

Cristina da Pizzano (o Christine de Pizan) è riconosciuta come la prima scrittrice di professione della storia, la prima che si è guadagnata da vivere come scrittrice ed è diventata famosa con i suoi scritti. In particolare ricordiamo la sua opera più importante, “La Città delle Dame”, il primo libro femminista della storia, in cui Christine critica la presunta inferiorità femminile.
Christine sottolinea come l’inferiorità delle donne non era un fattore biologico ma il risultato di una mancanza di apprendimento voluta appositamente per relegare la donna nel focolare e nulla più:
“Se si usasse mandare le bambine a scuola e insegnare loro le scienze con metodologia come si fa con i bambini, imparerebbero e capirebbero le difficoltà e le sottigliezze di tutte le arti e le scienze così bene come i maschi”.