Costanza d’Altavilla, Regina normanna di Sicilia,  ha contribuito, anche se indirettamente, a favorire quella che potremmo definire una prima “unità d’Italia”. Con il suo unico figlio ed erede al trono, infatti, Federico II di Svevia, per la prima volta il Sacro Romano Impero viene unito al Regno di Sicilia sotto un unico controllo imperiale. (Emma Dreossi, 3L)

In questa sezione si parlerà della sua vita in veste di sovrana e imperatrice, del matrimonio con Enrico VI, facendo alcuni excursus sull’abbigliamento nuziale e sulla moda delle dame nel Medioevo, e sul parto pubblico di Federico II. (Eva Boaro, 3D)

La vita

La famiglia degli Altavilla fu la principale protagonista delle vicende storiche della Sicilia nel XI e nel XII secolo. Costanza, ultima rimasta a poter generare un erede al trono, convolò a nozze con il figlio dell’imperatore Federico Barbarossa, Enrico VI. Nel 1191 a Roma Celestino III incoronò Enrico e Costanza imperatore e imperatrice.
Costanza, a differenza del marito, si mantenne lontana da un’ambizione dominatrice, ma usò tutta la sua diplomazia per difendere la sua terra e la sua gente. Il suo obiettivo, di un regno unico e saldo, si realizzò solo con la morte del marito quando riportò il figlio, futuro Federico II, in Sicilia, alla corte di Palermo e amministrò il suo regno fino alla morte prematura. Nel Medioevo la donna partecipava alla costruzione del potere e alla trasmissione dell’indivisibilità dei beni ereditari, accedendovi attraverso i ruoli familiari di moglie, madre e figlia.
Le imperatrici non sempre avevano un ruolo di subordinazione al re, ma anzi spesso potevano influenzarne le scelte, come per esempio accadde fra l’imperatrice Teodora e Giustiniano: l’imperatore infatti pur di prenderla in moglie cambiò le sue leggi. Poteva anche accadere, come nel caso di Costanza, che l’imperatrice governasse inseguendo i suoi soli obiettivi e riuscisse a creare un regno unito e forte.
(Eva Boaro, 3D)

Il matrimonio con Enrico II

Costanza arrivò nubile all’età di trent’anni, prima di essere costretta a sposarsi con il figlio di Federico I Barbarossa, il diciannovenne Enrico VI di Svevia. Il matrimonio aveva scopo politico e fu stabilito in seguito a laboriose trattative tra la corte sveva e quella normanna.
La principale ragione di questa unione strategica era l’acquisizione dell’Italia meridionale da parte dell’Impero, infatti, Enrico IV era l’erede al trono degli imperatori Svevi.
I matrimoni combinati erano molto comuni nell’epoca medievale, soprattutto tra le classi nobili, e avevano scopi puramente politici, sociali ed economici.
(Susanna di Bortolo, 3D)

Il ricordo del matrimonio

Io sono Costanza d’Altavilla, figlia del primo re di Sicilia Ruggero II d’Altavilla. Nacqui nel 1154, poco dopo la morte di mio padre, e trascorsi la mia infanzia a Palermo. Fino all’età di 32 anni rimasi nubile, un’età per l’epoca considerata molto avanzata. Nella mia epoca la donna veniva data in moglie in età precoce, a partire dai 12 anni, e io a 32 anni essendo ancora senza figli ero considerata vecchia e strana. La gente iniziò a spargere voci su di me, dicevano che volevo diventare monaca e avevo fatto il voto di castità. Questo era visto molto male perché sarebbe stato problematico per la successione al trono di Sicilia. Infatti, io ero l’ultima rimasta della famiglia d’Altavilla a poter generare un erede al trono. Ed è proprio per questa ragione che l’imperatore Federico Barbarossa decise di proporre l’unione in matrimonio tra suo figlio diciannovenne, Enrico VI di Svevia, e me. Inoltre, questa unione avrebbe portato all’acquisizione dell’Italia meridionale da parte della Casa sveva, di cui Enrico era successore al trono.

Così fu deciso il mio destino, contro la mia volontà, per puro fine politico ed economico. Non mi venne permesso di seguire la strada monacale che sognavo; invece, venni obbligata a sposare un giovane che non amavo e a compiere una vita che non mi avrebbe mai portato felicità.

Nell’estate del 1185 lasciai per la prima volta la mia cara Sicilia per andare a sposarmi. Mio nipote, il re di Sicilia Guglielmo II, mi accompagnò personalmente per un tratto assieme a un seguito di uomini, cavalli e muli. A Foligno incontrai il mio promesso sposo e insieme ci recammo a Milano. Le mie nozze furono celebrate il 27 gennaio 1186 in S. Ambrogio e venne preparata per me una grande e fastosa cerimonia. Una cerimonia che sarebbe stata bellissima per me, se solo quello fosse stato il mio volere, ma che invece fu terribile.

Io non salii subito al trono, perché mio nipote Guglielmo era ancora abbastanza giovane per generare figli, ma purtroppo lui morì durante una crociata in Oriente nel 1190 insieme a Federico Barbarossa. Così Enrico poté succedere come re di Germania e io come regina della Sicilia. Solo nel 1194 però Enrico fu nominato imperatore, a causa della concorrenza con il Conte Tancredi di Lecce, nipote illegittimo di Ruggero II. L’incoronazione di Tancredi era la mia unica speranza per la libertà, per riuscire a fuggire dalla vita da imperatrice che mi era stata assegnata e che io non riuscivo ad accettare.
Enrico però rivendicò il trono e fummo entrambi incoronati imperatore e imperatrice. Non c’era più speranza, ormai quello era il mio destino.
Intanto io ero rimasta incinta, e partorii il 26 dicembre 1194, dando alla luce mio figlio Federico, che venne subito identificato come l’erede al trono Federico II.
(Susanna di Bortolo, 3D)

Il parto a Jesi