RACCONTARE L’ACCOGLIENZA

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Incontro / Tavola Rotonda

Cormons / Sala Civica di palazzo Locatelli

15 dicembre 2016, ore 17.30

Iniziano i lavori per la terza edizione del Festival della multimedialità urbana In\visible Cities. “MigrAzioni: storie, percezioni, esperienze” che avrà luogo a Gorizia dal 17 al 22 maggio 2017; il Festival propone spettacoli, installazioni e performance che fanno interagire i linguaggi artistico/performativi con la multimedialità e gli spazi urbani, focalizzandosi sul rapporto che gli abitanti hanno con la città in cui risiedono, lavorano, studiano; con lo spazio urbano in cui vivono. Questa edizione del Festival viene introdotta dalla tavola rotonda “Raccontare l’accoglienza”, a Cormons, nella Sala Civica di palazzo Locatelli, giovedì 15 dicembre 2016, dalle 17.30 alle 19.30.

La passata edizione del Festival, “Dopo la Catastrofe. Città, trasformazioni, memorie”, dava spazio a narrazioni sull’accoglienza e la ricostruzione dopo le catastrofi naturali, degli edifici ma soprattutto delle relazioni e del tessuto sociale. La tavola rotonda “Raccontare l’accoglienza” si aprirà con alcuni spezzoni di videoinstallazioni in mostra al Festival dello scorso anno per focalizzarsi poi sulle modalità di intervento e integrazione adottate da organizzazioni che si occupano di richiedenti asilo e rifugiati sul territorio regionale, in particolare verranno messe in evidenza alcune pratiche artistiche che coinvolgono migranti come diretti partecipanti. Porteranno la propria esperienza e le proprie proposte di lavoro un gruppo di richiedenti asilo e rifugiati attualmente ospitati a Cormons, a Savogna d’Isonzo e a Trieste.

Il sindaco di Cormons, dott. Luciano Patat farà i benvenuti iniziali; saranno presenti l’ICS – Consorzio Italiano di Solidarietà con il presidente Gianfranco Schiavone, le associazioni Caritas e Insieme con Voi di Gorizia, Oikos e Carovana Artistica Udine-Idomeni di Udine, Rete Solidale di Pordenone e il Consorzio Il Mosaico di Gorizia; verrà esposta la mostra fotografica in progress su “Accoglienza e Integrazione a Cormons” del fotografo Massimo Tommasini e verranno presentati i progetti “Mare Plurale” a cura di Elio Germani e “Rifugiati Climatici” a cura di Eva Sajovic. La tavola rotonda verrà coordinata dall’associazione Quarantasettezeroquattro, capofila del Festival In\visible Cities.

Manifesto del progetto “Mare plurale”, una delle iniziative presentate nel corso dell’incontro.

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mare_plurale

Educati alla guerra

balilla-rosignano

 

L’Associazione Quarantasettezeroquattro e la libreria In der Tat

Sono liete di invitarvi alla presentazione del volume Educati alla guerra
il giorno venerdì 2 dicembre alle ore 20 presso la libreria In der Tat di via Diaz 22 a Trieste,
alla presenza dell’autore Gianluca Gabrielli.

Cosa si studiava in classe durante la conquista della Libia? Cosa si leggeva sui giornalini durante la Grande Guerra? Come riuscì il fascismo a mettere in divisa la gioventù italiana? Come venne spiegata a scuola e in piazza la conquista dell’Etiopia? Quando divenne materia scolastica la cultura militare?
La prima metà del Novecento ha visto l’apice dello scatenamento bellico di tutta la storia dell’umanità. I due conflitti mondiali non solo hanno provocato milioni di vittime ma hanno reso la guerra una esperienza quotidiana per gran parte della popolazione europea e mondiale.
In questo contesto, l’infanzia è stata precipitata sul campo di battaglia.
Il volume intende ripercorrere le tappe di questo coinvolgimento dei bambini tra scuola ed extrascuola, nelle aule e nelle piazze, sui libri scolastici e nell’associazionismo.

Gianluca Gabrielli è dottore di ricerca in Storia dell’educazione all’Università di Macerata.
Con Davide Montino ha curato La scuola fascista (ombre corte 2009) e con Alberto Burgio è autore de Il razzismo (Ediesse 2012). Ha inoltre pubblicato Il curricolo “razziale”. La costruzione dell’alterità di “razza” e coloniale nella scuola italiana (1860-1950)(Eum 2015).
Ha contribuito alla realizzazione delle mostre La menzogna della razza (1994), I problemi del fascismo (1999), Il mito scolastico su Roma (2012)

Associazione Quarantasettezeroquattro

Libreria In der Tat
http://www.indertat.eu

Visioni Notturne Sostenibili – CRESM

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Quest’anno Quarantasettezeroquattro e In\Visible Cities Festival
collaborano con Belice/Epicentro della memoria viva_CRESM
per promuovere il Festival VISIONI NOTTURENE SOSTENIBILI

visioni notturne sostenibili

Una visione plurale del territorio che passa dalla lente cinematografica. “Visioni Notturne Sostenibili. Notte di documentari con gli autori” giunge alla sua quinta edizione e diventa festival. La rassegna nata, con la direzione artistica di Giuseppe Maiorana, come vetrina per la promozione di documentari “dal basso”, quest’anno, da’ il via a molteplici opportunità. Tra queste un workshop produttivo finalizzato allo sviluppo di un progetto di documentario che abbia come tema “Geografie, Ideologie e Azioni”.

Attraverso un bando di selezione, Belìce/EpiCentro della Memoria Viva_CRESM, con il supporto dei comuni Gibellina, Poggioreale, Menfi, Salemi, Sambuca di Sicilia e Vita, in collaborazione con Filmoteca regionale siciliana, AAMOD di Roma, Rete Museale e Naturale belicina, Unpli Trapani, sostiene gli autori nello sviluppo e nella realizzazione di progetti documentaristici innovativi, con lo scopo di raccontare l’immenso e polimorfo territorio della Valle del Belìce. Il workshop, rivolto agli under 30, della durata di una settimana, vedrà la partecipazione, in qualità di mentor degli artisti/registi/filmaker/illustratori/fotografi/fumettisti selezionati, i registi Davide Gambino e Alberto Castiglione. Per partecipare alla selezione, occorre presentare un curriculum vitae, lettera motivazionale e avere una minima conoscenza dei linguaggi video. Una commissione nominata dal direttore artistico selezionerà, il 27 agosto, il vincitore cui sarà dedicato l’investimento per la produzione del documentario.

Tra le novità di quest’anno il concorso “GIOVANI VISIONI”, che ha lo scopo di favorire il protagonismo giovanile attraverso la realizzazione di video clip aventi ad oggetto luoghi e persone, significativi, originali e idonei a valorizzare l’identità del territorio dei comuni della Valle del Belìce, sotto tutti gli aspetti siano essi artistici, che culturali e/o ambientali. Una iniziativa che tramite l’estro creativo di giovani tra i 14 e i 20 anni vuole creare far emergere nuovi linguaggi sonori e fotografici e che fungano da riflessione critica su “Storie, territori, memorie…”

Il Festival, per favorire una maggiore visibilità del territorio e della rassegna e per stimolare il turismo culturale locale, si svolge in maniera itinerante e si caratterizza da due Notti di Visioni:

Il 26 agosto nella suggestiva piazza Elima di Poggioreale Antica e il 27 Agosto, serata finale, al Cretto di Burri/ex chiesa di Santa Caterina dove una commissione decreterà il vincitore e premierà degli artisti. A fine di serata inoltre, sarà selezionato un giovane cui sarà data l’opportunità di partecipare a un workshop con residenza in Sardegna, all’interno del Festival della Resilienza di Macomer.

Ulteriore novità la creazione di uno staff dedicato a tutti coloro che hanno maturato o vogliano maturare esperienze in ambito festivaliero e/o abbiano passione per i temi del Festival.

Presentazione Carnefici italiani

9788807887482_quartaGiovedì 8 settembre 2016 ore 17.30Caffè San Marco, Trieste

Presentazione del libro Carnefici Italiani di Simon Levis Sullam (Feltrinelli, 2015)
e presentazione del percorso-viaggio di formazione
Memobus\\Comprendere e raccontare la Shoah

Silvia Antonelli (Associazione Quarantasettezeroquattro)
discuterà con Simon Levis Sullam

Quali furono le responsabilità italiane nella persecuzione antiebraica a partire dall’8 settembre 1943? Come si strutturò l’apparato persecutorio e quali ingranaggi prevedeva al suo interno?

La repubblica sociale italiana, costituitasi dopo l’8 settembre 1943, pose tra i suoi pilastri ideologici l’antisemitismo; gli ebrei vennero prelevati dalle proprie abitazioni, spogliati di beni e proprietà, raccolti nei campi di concentramento e transito sul suolo italiano in attesa di essere condotti nei territori orientali verso i campi di sterminio e concentramento. Per questa attività venne organizzata un’articolata macchina persecutoria che, a partire da livelli e funzioni differenti, concorse a rendere puntuale ed efficiente la persecuzione antiebraica.
Da coloro che compilarono le liste degli ebrei da deportare, a chi guidava i camion verso i campi di concentramento, ai funzionari di polizia che operarono gli arresti, questo apparato vide la partecipazione e la collaborazione di figure differenti, con funzioni, ruoli e responsabilità diverse, ma tutti in egual misura concorsero all’efficacia della persecuzione.

Carnefici italiani dello storico Simon Levis Sullam getta luce su alcuni aspetti di un periodo buio della storia italiana ancora poco affrontato, attraverso una ricerca storica che prende in esame documenti e testimonianze dell’epoca.
Indaga inoltre il difficile rapporto che l’Italia ha con la costruzione della propria memoria, che appare ancora oggi viziata da rimossi, lacune storiografiche e dall’idea autoassolutoria degli “italiani brava gente”.

Per maggiori informazioni
https://www.quarantasettezeroquattro.it/portfolio/memobus-corso-di-formazione/

LA DIGNITA’ OFFESA

Spettacolo Video-Teatrale

 

progetto a cura di: Alessandro Cattunar, Natalie Norma Fella
docenti referenti: Flavia Valerio, Francesca Turchetto
laboratori didattici e regia teatrale: Alessandro Cattunar, Natalie Norma Fella
video: Ruben Vuaran
sceneggiatura: Natalie Norma Fella
musiche dal vivo: Paolo Paron

Uno spettacolo di teatro multimediale / una ricostruzione della vicenda degli IMI durante la Seconda guerra mondiale / due storie di vita che si incontrano alla stazione di Artegna: un soldato di Rimini deportato dai nazisti e una ragazza che gli presta soccorso. La storia di Umberto Tamburini e Fides Jacuzzi.

In occasione della Giornata della Memoria 2016,
l’Associazione Quarantasettezeroquattro ha curato il progetto “I ragazzi ricordano la Shoah” coinvolgendo 40 studenti della Scuola secondaria “G.D’Artegna” di Artegna e 10 studenti dell’Istituto Magrini-Marchetti di Gemona.
Il progetto si proponeva di introdurre gli studenti alla storia dei totalitarismi, della Seconda guerra mondiale, delle deportazioni e delle resistenze con un approccio laboratoriale.

Nello specifico, si posto al centro del’attenzione la vicenda storica degli IMI, gli Internati Militari Italiani, deportati verso i campi di prigionia in Germania a seguito dell’Armistizio dell’8 settembre.
Le attivit laboratoriali e di riflessione hanno preso spunto dalla biografia di Umberto Tamburini, oggi 94enne, originario di Rimini. Ai tempi del secondo conflitto mondiale Tamburini fu mandato militare a Fiume da dove, all’indomani dell’Armistizio, venne prelevato insieme a molti commilitoni per essere deportato nei campi di internamento a Berlino. Dopo una breve sosta alla Risiera di San Sabba il suo convoglio fece tappa alla stazione di Artegna dove un gruppo di donne si organizz per prestare soccorso ai prigionieri, offrendo loro cibo e acqua. Durante la breve permanenza sui binari di Artegna i prigionieri ebbero l’opportunit di lasciar cadere dal vagone alcuni bigliettini con le loro generalit che vennero raccolti dalle donne di Artegna e recapitati alle famiglie, per far sapere che i loro cari erano ancora in vita e destinati a lunghi mesi di prigionia.
Umberto Tamburini sopravvisse al durissimo lavoro in diversi campi in Germania, da cui riusc a fuggire per far ritorno a casa, a Rimini.

La storia di Umberto Tamburini e delle donne che gli prestarono soccorso durante la sua deportazione verso la Germania viene ricostruita attraverso un dialogo tra passato e presente, tra sguardi e punti di vista, tra videoproiezioni e reading sul palco.

STORIOVAGANDO

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A spasso lungo il Novecento attraverso i luoghi e le memorie del territorio

Cartolina storiovagando bozza 5

 

C’è una forte connessione tra il territorio e la storia, tra lo spazio e la memoria.
I luoghi sono testimoni del passato anche laddove le tracce della storia non sono chiaramente visibili.
Spesso attraversiamo strade, sentieri, piazze, ignari di ciò che essi hanno da raccontarci.
E invece a volte basta uno sguardo, l’attenzione ad un dettaglio per immergersi nelle vicende che gli spazi fanno riaffiorare.

La nostra regione è stata al centro di alcuni momenti chiave del Novecento, ne porta ferite e tracce, più o meno visibili.
Riappropriarsi degli spazi che ci circondano significa attraversarli consci di ciò che hanno visto e di ciò che sono stati. Dar loro un nuovo significato.

Il progetto StorioVagando propone delle passeggiate in cui lasceremo parlare i luoghi, individueremo i segni della Storia e ricostruiremo le tante storie famigliari e individuali.
Aprendoci a prospettive diverse, accompagneremo il nostro vagare a letture, brani, testimonianze, per far parlare davvero il territorio nella sua complessità, nel suo intreccio di storia e memoria.

In questa prima edizione, StorioVagando propone tre temi e tre spazi differenti, che ci aiuteranno a sviscerare alcuni tra i nodi principali della storia del Novecento:
1. Ospedale partigiano di Franja\Slovenia
2. Topografie della memoria a Gorizia / storia di un confine mobile;
3. La porta di Sion: storia di Trieste e della sua comunità ebraica
Per ogni itinerario visiteremo alcuni luoghi simbolo, ne indagheremo le forme e la loro relazione con il passato, ne faremo emergere le storie e i diversi punti di vista.

GORIZIA Topografie della memoria / storia di un confine mobile

Data: Domenica 18 settembre
Percorso: Giardini Pubblici-Trgovski Dom / via Roma – ex Comando nazista / Piazza Vittoria / Galleria Bombi / valico del Rafut / valico San Gabriele / Piazza Transalpina
Punto e ora di ritrovo: Parcheggio in piazza Cesare Battisti ore 10.00
Durata: 3h
Costo: 10 euro

Qual è la storia e il destino di una città di confine? Quali le vicende di un territorio da sempre spezzato e conteso?
A Gorizia, spazio liminare e sfaccettato, il Novecento è arrivato come un uragano, segnandone le sorti, ma soprattutto, modificandone dal vivo il territorio.
Durante la visita ad alcuni luoghi simbolo della città, sosteremo presso le stazioni del “Museo diffuso dell’area di confine”, primo esempio in Italia di museo transfrontaliero a cielo aperto.
Ci fermeremo ad ogni totem e, attraverso la fruizione di una serie di contenuti multimediali cui potremo accedere semplicemente con lo smartphone o il tablet, ascolteremo e vedremo le interviste di coloro che quel territorio l’hanno vissuto sul serio, osserveremo le fotografie dell’epoca e ricostruiremo le modalità attraverso cui la storia ha modificato spazi e contesti.
Come cambia il volto di una città di confine, il suo perimetro, la conformazione degli spazi urbani, la geometria del territorio? E in che relazione si pongono rispetto allo sviluppo storico?
Mai come a Gorizia la capacità di leggere il territorio diventa possibilità di comprendere meglio parte del nostro passato.

OSPEDALE PARTIGIANO DI FRANJA / resistere al nazifascismo

Data: Domenica 2 ottobre
Percorso: Sentiero che conduce alle baracche dell’ospedale, sulle orme dei partigiani che trasportavano i feriti all’ospedale / visita alle baracche dell’ospedale
Punto e ora di ritrovo:
Durata: 3h
Costo: 10 euro

Quale fu la specificità della resistenza nell’area di confine tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia? Come collaborarono le due resistenze? Cosa accadde a partire dal 1941 con l’occupazione tedesca e italiana della Jugoslavia?
La visita all’ospedale partigiano di Franja aiuterà a sciogliere alcune di queste domande e fornirà il contesto utile per approfondire il tema della resistenza al nazifascismo nelle aree di confine.
L’ospedale inoltre, luogo di grande suggestione e interesse, offre uno straordinario esempio di resistenza attiva di un’intera comunità, di mutuo soccorso tra individui che collaborarono assieme in nome della libertà

TRIESTE / La porta di Sion: i luoghi della comunità ebraica

Data: Domenica 30 ottobre
Percorso: Piazza Ponterosso / Teatro romano / Ex ghetto ebraico / Piazza Unità / Piazza Oberdan / Tempio israelitico / Museo ebraico Carlo e Vera Wagner
Punto e ora di ritrovo: via Rossini (davanti Palazzo Gopcevich) ore 10.00
Durata: 3h
Costo: 10 euro

A partire dall’istituzione del porto franco, la città ha accolto al suo interno numerose comunità, che hanno collaborato allo sviluppo di quell’anima cosmopolita per cui spesso Trieste viene ricordata. Tra queste, la comunità ebraica ha legato indissolubilmente il suo destino a quello della città, contribuendo a crearne la ricchezza sia economica che culturale. Simbolo della complessità e della multiformità della città, la comunità ebraica ha cresciuto al suo interno lingue, tradizioni e provenienze diverse, quasi a riflettere, come in uno specchio, l’orizzonte multiculturale di Trieste. Motore e catalizzatore della nascita della borghesia triestina, la comunità è stata attore e protagonista della crescita culturale e commerciale del capoluogo.
Attraverso la visita ai luoghi della storia e della tradizione ebraica, ricostruiremo le principali tappe del Novecento triestino e cercheremo i segni del rapporto tra la città e la minoranza ebraica. Incroceremo letture e memorie dei testimoni dell’epoca, ridaremo voce ai luoghi, li faremo rivivere e faremo un tuffo nell’identità ebraica, per capire un po’ di più del carattere controverso e prismatico di Trieste.

Iscrizioni

Per tutti i percorsi è richiesta la prenotazione, scrivendo a

segreteria@quarantasettezeroquattro.it