LE DONNE NELLA LETTERATURA CORTESE

Dopo il mille si ebbe un ampio sviluppo in campo culturale favorito dalla nascita delle università che portarono all’affermazione di nuove figure di intellettuali il cui scopo era quello di aspirare a uno sviluppo culturale sempre più elevato.
In questo contesto, lo sviluppo della letteratura ebbe origine principalmente dalle tradizioni orali delle popolazioni europee. Con il passare del tempo, la letteratura medievale si è evoluta e si è arricchita di nuovi generi e temi. Sono nate le prime poesie liriche e i primi romanzi cortesi in Francia e Germania tra la fine dell’XI secolo e i primi decenni del XIII secolo; la letteratura cortese forniva, per il Medioevo, una nuova visione dell’amore, grazie ai trovatori, ai trovieri ed ai romanzieri; un amore fondato soprattutto sulla sublimazione della donna. In tale genere la donna è vista come una figura irraggiungibile per l’amante, il quale è estremamente affascinato dalla donna amata e la sua devozione a lei è totale.
La figura femminile è quindi esaltata come la più bella e la più nobile, e per lei l’uomo innamorato perde la sua personalità infatti la bellezza fisica della donna seduce il cavaliere tanto quanto la sua perfezione morale.

(Elisabetta Martinis, 3G)

AMOR CORTESE

Come sostiene Andrea Cappellano nel  suo trattato, chiamato “de Amore” l’amante cortese deve avere un cuore nobile e gentile, a prescindere dalla nobiltà di nascita: si tratta di una concezione in base alla quale l’amore può essere conquistato solo dai cuori nobili. Infatti nei confronti della donna troviamo un atteggiamento di sottomissione da parte dell’amante, come se la donna fosse oggetto di culto.

Tratteremo dunque dell’’amor cortese e delle sue caratteristiche attraverso  un immaginario “Manuale di seduzione” scritto per i cavalieri bisognosi di un aiuto nella conquista della loro dame.

(Adele Mecchia, 3L)

LANCILLOTTO E GINEVRA, TRISTANO E ISOTTA, PAOLO E FRANCESCA

Lancillotto e Ginevra, Tristano e Isotta, e Paolo e Francesca sono gli esempi più conosciuti di coppie di amanti  che hanno segnato la letteratura cortese. Tre storie d’amore, accomunate dallo stesso ideale di amor cortese, attraverso cui si comprende come cambia l’immaginario sulle donne e sull’amore a cavallo dell’anno Mille. Si afferma infatti un ideale che si distanzia profondamente dalla realtà della vita e delle relazioni quotidiane.

Una visione dell’amore che rappresenta qualcosa di impossibile da raggiungere, persino ai giorni nostri, in quanto si tratta di un sentimento che va oltre qualsiasi cosa, un desiderio talmente intenso che gli amanti sono pronti a rischiare tutto pur di stare insieme per la vita

(Giorgia Manzini, 3L)

Lancillotto e Ginevra, la storia.

Ginevra, Isotta e Francesca – Intervista tripla

MARIA DI FRANCIA E I LAI

«Avevo in un primo tempo deciso di scrivere una bella storia, traducendola dal latino in lingua romanza. Ma non ne avrei ricavato gran successo: tanti altri vi si erano già cimentati! Pensai allora ai Lais che avevo ascoltato…»
Con queste parole, Maria di Francia, conosciuta come la prima poetessa nel territorio francese (nonostante sembri abbia vissuto per gran parte della sua vita in Gran Bretagna) annuncia la nascita di una nuova forma letteraria “i Lais”: parola inizialmente attribuita a composizioni melodiche, cantate da giullari bretoni. I Lais di Maria sono un genere del tutto nuovo, che in comune con quelli antichi hanno solo il nome. Infatti, il mondo di questa raccolta di poemetti, è un mondo nel quale è presente un continuo mutare della realtà nel mito, dove si fondono storia e fiaba, lirica e dramma, ideale e infrazione, valori e fragilità. Un universo colmo di simbolismi ed elementi magici, contenente delle tracce, che rendono chiaramente l’idea di quella che era la mentalità del tempo.
Le opere di Maria resero popolari il concetto di amor cortese, il codice cavalleresco e il potere delle donne, e già all’epoca erano popolari tra le alte aristocrazie, nonostante le idee che promuoveva fossero in contrasto con la concezione di donna della Chiesa.

(Fatima Hatim, 3L)

DONNE ANGELICATE E PROSTITUTE: QUALE LIBERTÀ?

Beatrice Portinari e Rosa, una semplice prostituta, sono le protagoniste di questa sezione. Entrambe sono mezzo di piacere per gli uomini dell’epoca; la donna-angelo con la sua grazia e la sua bellezza viene considerata portatrice di salvezza, persona che riesce anche con un solo saluto a portarti in paradiso. Le prostitute vengono considerate, per la maggior parte della popolazione come veri e propri scarti della società, che però venivano ugualmente reclutate e apprezzato, per soddisfare i bisogni sessuali .

Leggendo i versi di Dante, la storia di Beatrice e le vicende che le prostitute erano obbligate a vivere, ho percepito per in entrambi i casi un’oppressione, come se fossero entrambe in una gabbia; per Beatrice, una gabbia che prende le sembianze di una vera ossessione venerativa da parte di Dante che, seppur straordinaria da un punto di vista letterario, trovo  opprimente e ossessiva nei confronti di Beatrice.

Le prostitute in epoca medievale le ho trovate ugualmente oppresse dal punto di vista sociale, familiare, affettivo, in quanto c’era la consuetudine che il padre in caso di crisi economica ricorresse alla vendita delle proprie figlie per salvarsi dai debiti.

Entrambe, dunque, appaiono oppresse perché non amate genuinamente ; e oppresse in quanto non era concesso per loro provare piacere nel senso di vero “compiacimento dello spirito”, irraggiungibile per le troppe gabbie imposte dalla società e forse anche da loro stesse. In molti casi non sapevano cosa significasse liberarsi dalle prigionie per stare bene con loro stesse.

(Federica Menegon, 3G)

DONNE E MUSICA NEL MEDIOEVO

Anche la musica è una forma d’arte e le donne sono figure importanti per la musica sia medievale che moderna. Spesso sono state costrette a comporre di nascosto ma con il loro lavoro hanno permesso la trasmissione di melodie tradizionali, come nel caso delle menestrelle. Inoltre, alcune donne medievali hanno influenzato compositori importanti delle epoche successive con ritmi semplici ma colmi di significati, come nel caso di Hildegard von Bingen. Le donne, quindi, hanno avuto una posizione centrale per lo sviluppo della musica anche se spesso non vengono ricordate.

(Sara Pizzamiglio, 3G)

ILDEGARDA DI BINGEN

Hildegard von Bingen, monaca cristiana, scrittrice, mistica e teologa tedesca vissuta nell’XI secolo. Considerata santa dalla Chiesa cattolica e proclamata “dottore della Chiesa” da papa Benedetto XVI, nacque da una nobile famiglia nell’estate del 1098 vicino ad Alzey, nell’Assia Renana. Sin da piccola ebbe delle visioni, che furono riportate in scritti e opere solamente intorno al 1136, quando divenne priora della comunità di monache dove era stata mandata all’età di otto anni e aveva preso i voti tra il 1112 e il 1115.

Nel 1165 fondò, ad Eibingen, un’abbazia tutt’oggi esistente che prende il nome dalla sua fondatrice.”

(Sara Pizzamiglio, 3G)

  • Hildegard von Bingen - O dulcis divinitas

LE MENESTRELLE

  • Le musiche delle menestrelli

Un’altra figura femminile che nel Medioevo si occupava di musica erano le menestrelle, parola che deriva dal provenzale “menestrel” e significa servitore di casa o artista itinerante. Si tratta di donne che si esibivano in vari luoghi, come le piazze delle città, le corti dei re e dei nobili, e le chiese. Spesso erano invitate a partecipare a matrimoni e altre cerimonie importanti. A volte erano anche chiamate a intrattenere i membri dell’alta società durante i banchetti e ricevimenti.

La loro musica rifletteva i valori, le tradizioni e la storia della comunità attraverso temi variegati e una melodia semplice, orecchiabile e ripetitiva accompagnata generalmente da uno strumento musicale. Si trattava sia di musica popolare che di ballate, sia di melodie tradizionali che di composizioni originali. La loro arte era molto apprezzata e ricercata, e alcune menestrelle diventarono famose e ricche grazie al loro talento.

Le loro canzoni trattavano temi vari, come l’amore, la guerra, la religione e la storia. Alcune canzoni erano anche utilizzate per insegnare morale e valori, come l’onore e la lealtà.

Il valore sociale di queste donne era quindi quello di intrattenere e allietare gli ascoltatori in primo luogo ma anche di preservare e trasmettere la cultura popolare. Il loro status sociale era abbastanza elevato, e alcune menestrelle erano considerate come artisti di alto livello, tuttavia, non tutte erano ben accette dalla società, soprattutto se le loro canzoni trattavano temi considerati sconvenienti o se avevano un comportamento poco virtuoso. Inoltre, a causa della loro vita itinerante, alcune erano viste come vagabonde e poco rispettabili. Le loro canzoni sono state tramandate di generazione in generazione e alcune sono ancora cantate e suonate oggi. Inoltre, le menestrelle hanno contribuito allo sviluppo della poesia e della letteratura medievale, e hanno ispirato molte opere artistiche successive.

(Sara Pizzamiglio, 3G)