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MEMOBUS // Corso di formazione e viaggio a Cracovia-Auschwitz
Comprendere e raccontare la Shoah \\ Corso di formazione e viaggio a Cracovia-Auschwitz
Che cos’è Memobus?
È un viaggio, ideale e materiale, attraverso una parte della storia del Novecento.
Un percorso formativo di approfondimento sulla Shoah che si compone di due parti, indispensabili una all’altra: una prima parte introduttiva di indagine storica e, a seguire, il viaggio vero e proprio. A partire da Cracovia, percorreremo gli itinerari che hanno segnato la storia della comunità ebraica polacca, fino alla visita ai campi di concentramento e di sterminio di Auschwitz I e Auschwitz II – Birkenau.
Quale ruolo ha oggi, nel discorso pubblico, il tema della Shoah e del genocidio degli ebrei? Come ricordiamo? Cosa ricordiamo? Come si è costituita la memoria del passato e come essa ha influito nella costruzione della nostra identità collettiva?
A partire da questi e altri interrogativi analizzeremo testi, fonti, immagini, ascolteremo testimoni e cercheremo di proporre qualche risposta. O continueremo a chiederci, a dibattere, a riflettere sul passato e sul presente.
Perché la ricerca nasce dalle domande e dagli interrogativi: è a partire dai dubbi che si cresce.
Cercheremo di capire, e soprattutto, di uscire dalla mera contabilità delle vittime, dalla prospettiva matematica che nasconde la molteplice varietà di vite e di esperienze che compose il panorama ebraico, fatto di lingue e culture diverse. Ma fatto soprattutto di volti, di nomi, di esistenze.
Storia e memoria
Se è vero che oggi il ricordo della Shoah è centrale nel discorso pubblico, grazie anche all’istituzione della Giornata della Memoria, col passare degli anni si corre il rischio che la “celebrazione” prenda il sopravvento sulla riflessione e la reale conoscenza e comprensione dei fatti accaduti.
Il progetto Memobus, propone il viaggio sui luoghi della memoria a Cracovia, Auschwitz, Birkenau non semplicemente come un modo per commemorare le vittime, ma come un’esperienza formativa posta al centro di un percorso di comprensione storica che sia in grado di fornire gli strumenti critici e le categorie di analisi per interpretare un evento storico che rischia di “sfuggire ad ogni immaginazione”.
Se inserita all’interno di un percorso in cui si intrecciano fonti, interpretazioni storiografiche e testimonianze, la visita ai campi di concentramento diventa realmente un’occasione per arricchire la propria comprensione del passato e per stimolare il dibattito sul presente.
Memobus offre dunque un percorso articolato e strutturato, che si compone di momenti diversi che concorrono a riportare una varietà di sguardi e approcci indispensabili a tradurre la complessità degli eventi storici.
Percorso formativo
La parte preliminare al viaggio si compone di sei incontri, alcuni di approfondimento storico, altri tematici, che sono propedeutici ad affrontare il viaggio a Cracovia-Auschwitz.
Gli incontri inizieranno a fine settembre e, con cadenza bisettimanale, arriveranno fino a dicembre.
Il progetto è organizzato in collaborazione con ANPI di Trieste e La Cappella Underground / Mediateca di Trieste
I primi tre incontri saranno specificatamente storici:
Verrà introdotta una periodizzazione degli eventi utile a collocare secondo precise coordinate spazio-temporali la Shoah. Verranno illustrate le dinamiche precedenti allo sterminio degli ebrei, che ad esso hanno condotto, e affronteremo un’analisi comparata dei casi italiano e tedesco. Ci si soffermerà poi sulle tappe dello sterminio e sulla progressione che condusse dalla persecuzione dei diritti alla persecuzione delle vite. Proveremo a proporre alcuni spunti di analisi provenienti da recenti ricerche internazionali, in grado di arricchire lo stato attuale degli studi italiani sulla Shoah.
Analizzeremo le interpretazioni che alcuni intellettuali europei diedero della Shoah, e i suggerimenti su come leggere il presente alla luce del genocidio degli ebrei. In particolare ci accompagneranno le riflessioni di Hahhan Arendt e di Zygmunt Bauman. Approfondiremo il legame tra genocidio e cultura europea e capiremo come la Shoah si inserisce nel panorama culturale europeo e come, di esso, ne fu un prodotto.
Per l’analisi dei fatti ci serviremo di immagini storiche che ci aiuteranno a sciogliere alcuni nodi tematici e a comprendere le modalità attraverso cui la Shoah venne rappresentata all’epoca, per mano dei nazisti, di alcuni prigionieri e degli alleati. Scorreremo anche alcuni lavori fotografici successivi che ci suggeriscono possibili chiavi interpretative ed elaborazioni culturali del genocidio.
Il quarto e quinto incontro si presentano come due focus tematici/metodologici di approfondimento.
Nel primo si leggerà la Shoah attraverso la narrativa e i graphic novel, di carattere memorialistico e non, per ragionare sulla possibilità e le modalità con cui raccontare ciò che appare difficile, se non impossibile, anche solo immaginare.
Verranno illustrate alcune pietre miliari della letteratura sula Shoah e alcune delle pubblicazioni recenti più interessanti. Saranno letti e analizzati dei brani e verranno proposti percorsi bibliografici e tematici che includeranno libri, fumetti, film.
L’incontro successivo si focalizzerà sulle forme di resistenza ebraica, del caso di Varsavia ma non solo. Cercheremo di smontare il luogo comune secondo cui gli ebrei vennero condotti allo sterminio come “pecore al macello”. Analizzeremo la specificità ebraica prima della Shoah, distinguendo l’ebraismo dell’Europa centrale da quello orientale.
Il sesto appuntamento sarà dedicato all’incontro con un testimone diretto. Per noi il rapporto tra storia e memoria è centrale nella ricerca e nei percorsi tematici che proponiamo. Mettersi in ascolto è una delle prime modalità che aprono alla conoscenza e al confronto e quindi alla crescita e alla comprensione.
Le memorie dei singoli acquisiscono tanto più valore quanto più complesso risulta essere il contesto storico che stiamo indagando. Ci permettono, nel caso specifico della Shoah, di abbattere il muro di cifre che spesso accompagna il discorso sullo sterminio, di uscire da una mera concezione matematica e di ridare un volto e un nome ai protagonisti di quella storia.
Per ulteriori approfondimenti clicca Qui
Calendario degli incontri
Gli incontri propedeutici al viaggio si svolgeranno quasi in parallelo nelle città di Udine e Trieste, nella giornata di martedì in orario tardo-pomeridiano, dalle 17 alle 19.
UDINE
Scuola superiore dell’Università di Udine, Palazzo Di Toppo-Wassermann, via Gemona 91
I incontro – 27 settembre
II incontro – 11 ottobre
III incontro – 25 ottobre
IV incontro – 8 novembre
V incontro – 22 novembre
VI incontro – 6 dicembre
TRIESTE
Mediateca di Trieste, via Roma, 19 – 34132 Trieste
I incontro – 4 ottobre
II incontro – 18 ottobre
III incontro – 2 novembre
IV incontro – 15 novembre
V incontro – 29 novembre
VI incontro – 13 dicembre
Come iscriversi
Per iscriversi al corso di formazione è sufficiente:
• compilare il modulo che trovate QUI
• inviare, assieme al modulo compilato, copia del bonifico della sola quota d’iscrizione di 50 euro a segreteria@quarantasettezeroquattro.it
IBAN IT86V0200812400000101174360
Causale: Corso di formazione Memobus
Destinatario: Associazione Quarantasettezeroquattro
Viaggio – Programma indicativo
Il viaggio è il proseguimento del percorso di formazione affrontato nei mesi precedenti.
È necessario, dunque aver frequentato almeno quattro dei sei incontri formativi per poter partecipare al viaggio.
Primo giorno
6.00: Partenza da Trieste.
13:00 Arrivo a Budapest.
14.00-14.30: Pranzo.
15.00-19.00: Visita al quartiere ebraico
19.00-20.00: Cena
Secondo giorno
6.00: Partenza da Budapest.
13.00: Arrivo a Cracovia e pranzo
14.00 – 16.00: Tempo libero per visita alla città, sistemazione in albergo e pranzo.
16.00 – 18.30: Visita guidata al quartiere ebraico Kazimierz.
20.30: Cena comunitaria.
Terzo giorno
9.00 – 13.00: spostamento in corriera al Museo Schindler e visita al museo; visita all’ ex ghetto ebraico; a conclusione, breve attività di condivisione e rielaborazione
13.00 – 15.30: Pranzo e tempo libero.
15.30 – 19.00: Piazza del Mercato
20.30: Cena
Quarto giorno
7.30 – 8.30: Spostamento al campo di Auschwitz 1.
9.00 – 13.00: Visita guidata al campo di Auschwitz 1.
14.00 – 18.00: Visita al campo di Auschwitz 2 Birkenau.
19.00: Rientro a Cracovia.
20.00: Cena.
Quinto giorno
07.00 – 08.00: Colazione
08.00 – 09.30: Suddivisione in gruppi di lavoro e riflessioni sulla visita a Cracovia, Auschwitz e Birkenau; momento di restituzione e rielaborazione
09.30 – 10.00: Check-out e partenza da Cracovia
13.00 – 13.45: Pranzo al sacco/autogrill
19.00 – 19.30: Cena al sacco/autogrill
22.00 – 22.30: Arrivo
Partecipanti
Memobus è aperto a tutti coloro che sono interessati ad approfondire il tema della Shoah, a insegnanti, bibliotecari, educatori, studenti universitari.
Il costo indicativo complessivo del percorso è di 380 euro a persona (4 notti in albergo + colazione, pasti esclusi) che possono variare a seconda del numero di partecipanti e della disponibilità di camere doppie o singole.
Chi siamo
Alessandro Cattunar
è dottore di ricerca in Storia Contemporanea (Firenze-Napoli) e ha conseguito un titolo di perfezionamento in “Media education: media, storia, cittadinanza” presso l’Università Cattolica di Milano. Attualmente è borsista all’Università di Padova e presidente dell’Associazione Quarantasettezeroquattro di cui cura la progettazione e il coordinamento scientifico delle attività didattiche. Ha partecipato a due corsi di specializzazione in Storia della Shoah organizzati dal Mémorial de la Shoah di Parigi nella capitale francese e a Berlino.
Silvia Antonelli
è laureata in storia contemporanea con una tesi sul rapporto tra ebrei militanti e PCI. Ha proseguito le ricerche indagando i legami tra ebraismo e sinistra italiana, allargando il campo di analisi al confronto con lo stato di Israele e allo studio delle forme di antisemitismo contemporaneo. Ha frequentato numerosi seminari sulla religione e le tradizioni ebraiche, oltre ad un biennio di studi di ebraico moderno ed ebraico biblico. Ha frequentato il Seminario di formazione per insegnanti sulla Shoah organizzato dal Memorial de la Shoah di Parigi.
Per informazioni
Silvia Antonelli
Cell: 3287848282
segreteria@quarantasettezeroquattro.it
In collaborazione con
ANPI DI TRIESTE
LA CAPPELLA UNDERGROUND / MEDIATECA DI TRIESTE
MEMOBUS – VIAGGIARE PER COMPRENDERE, MALGRADO TUTTO
IL PROGETTO
“Memobus” si fonda sulla convinzione che per mantenere e tramandare la memoria della Shoah sia necessario un lungo percorso che attraverso l’analisi, la riflessione, e l’immedesimazione, porti alla comprensione. La memoria, dunque, è comprensione e impegno.
Per questo motivo il progetto Memobus propone una visita a Cracovia e ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau come momento centrale di un’esperienza formativa più ampia e articolata che intende focalizzarsi sugli eventi, sui luoghi e sulle persone. Un’esperienza che si compone di lezioni interattive, incontri con i testimoni e laboratori per concludersi con un confronto diretto con i luoghi della memoria: i campi, ma anche il ghetto di Cracovia, il quartiere ebraico e il museo Schindler.
L’obiettivo è ragionare sulle possibilità di raccontare, attraverso parole e immagini, attraverso la voce e la fisicità un periodo storico che, molte volte, è stato definito inimmaginabile. Perchè , malgrado tutto, tramandare la memoria e raccontare l’esperienza vissuta alla propria comunità è necessario soprattutto oggi che ci troviamo alla fine dell’ “Era del testimone”.
Memobus scuole superiori
Memobus scuole medie
Memobus adulti
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MEMOBUS 2015 – IL DIARIO FOTOGRAFICO
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MEMOBUS 2014 – DIARIO DI VIAGGIO
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PENSIERO E IMMAGINAZIONE
Immaginare vuol dire fare uno sforzo di pensiero, di ragionamento. Significa provare a fare propria un’esperienza, inserendosi al suo interno, rapportandosi direttamente ad essa. Vuol dire, in un certo senso, abbattere le barriere che fanno percepire un determinato evento storico come definitivamente passato ed estraneo.
Questa è la sfida che intendiamo affrontare con il progetto “Memobus”.
La visita ai più grandi e importanti campi di sterminio concepiti dal regime nazista rappresenta un’esperienza di forte impatto emotivo e formativo.
Consente infatti ai partecipanti di confrontarsi direttamente con gli spazi che furono al centro di eventi che ormai possono apparire lontani e incomprensibili, se non addirittura inimmaginabili.
Più volte si è ripetuto che Auschwitz è impensabile, che la Shoah non è rappresentabile. Che l’esperienza del campo di sterminio è un limite invalicabile per l’immaginazione e per la narrazione. Tali constatazioni hanno contribuito a creare, attorno al problema dei campi di concentramento e di sterminio – non solo degli ebrei, ma anche degli oppositori politici, di Rom e Sinti e di tutti coloro ritenuti inferiori o pericolosi dal regime di Hitler – una sorta di aura, relegandolo quasi in una dimensione di sacralità, in un universo a cui bisognava accostarsi con prudenza e riverenza.
Tale aura ha spesso rappresentato un ostacolo per coloro che intendevano, con i mezzi più diversi, avvicinarsi alla Shoah con l’intenzione di “raccontarla”, di tramandarla, di farla comprendere alle nuove generazioni.
Ma confinare la questione all’interno dell’“impensabile” vuol dire, in un certo senso, sbarazzarsi del problema, firmare una vera e propria dichiarazione d’impotenza. Per non lasciarsi sopraffare da questo sentimento, Hannah Arendt ha insistito sul fatto che «là dove il pensiero fallisce, proprio là il pensiero deve insistere e persistere, tentando magari vie diverse».
Non bisogna quindi parlare di inimmaginabile, ma bisogna anzi essere disposti a riconoscere che per sapere, per comprendere e per comunicare è innanzitutto necessario immaginare. «Dobbiamo provare a immaginare l’inferno di Auschwitz». Bisogna aprirsi all’«immaginazione,malgrado tutto»(G. Didi-Huberman).
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I LUOGHI E I TESTIMONI
Aprirsi alle possibilità dell’immaginazione nel momento in cui si vuole “spiegare”, “raccontare” alle nuove generazioni cos’è stata la Shoah è ancora più importante oggi, mentre ci si sta dirigendo verso la fine dell’ “era del testimone”.
Attraverso la collaborazione con l’ANED partecipanti al progetto avranno la possibilità di dialogare e confrontarsi con alcuni ex deportati e, attraverso i loro racconti, acquisire delle chiavi di lettura fondamentali per comprendere ciò che andranno a vedere. Al contempo, però, i partecipanti avranno modo di riflettere sul fatto che, essendo l'”era del testimone” al termine, sarà necessario “immaginare” e promuovere nuove modalità per mantenere e tramandare la memoria.
E questa sarà una loro responsabilità.
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ATTIVITA’ FORMATIVE
Il progetto Memobus prevede degli incontri di preparazione al viaggio con storici, docenti universitari, esperti e testimoni diretti dei fatti. Questi appuntamenti consentiranno di riflettere e dialogare sulla storia della prima metà del Novecento a livello europeo e italiano, ma anche di focalizzarsi sul contesto locale del Friuli Venezia Giulia, sulle complesse dinamiche che caratterizzarono un’area di confine abitata da diverse comunità nazionali, linguistiche, religiose e culturali. Inoltre, ci si confronterà con le dinamiche e le difficoltà che riguardano la trasmissione della memoria a livello pubblico e privato.
Storici ed educatori accompagneranno i ragazzi durante il viaggio e, sfruttando anche i momenti di convivialità, stimoleranno continuamente l’interazione e la discussione a vari livelli proponendo momenti di riflessione e rielaborazione individuali e di gruppo.
Supporto fondamentale alle attività formative sarà un’ampissima bibliografia che, oltre ai volumi di taglio saggistico, proporrà agli studenti albi illustrati, graphic novel, romanzi, testimonianze, film e documentari per esplorare diversi linguaggi e punti di vista.
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RACCONTARE LA SHOAH, MALGRADO TUTTO
Il progetto Memobus si basa sulla consapevolezza che ci troviamo ormai alla fine di quella fondamentale fase della “storia della memoria” che Annette Wieviorka ha definito “era del testimone”. E’ quindi necessario domandarsi cosa si può fare “dopo l’ultimo testimone” per tramandare alle generazioni future la memoria della Shoah e mantenere viva la riflessione su un tema che ha bisogno di essere ancora studiato e approfondito.
I partecipanti al progetto Memobus saranno posti di fronte a questa sfida in quanto avranno il compito di sperimentare nuovi modi di raccontare ai propri coetanei e a tutta la cittadinanza un pezzo di questa storia, filtrato attraverso la propria sensibilità.
PROGRAMMA DI VIAGGIO
Primo giorno
16.00: Partenza.
17.00: Ritrovo a Trieste.
17.30: Visita alla Risiera di San Sabba, confronto con i testimoni e cerimonia con le autorità.
19.30: Partenza dei pullman da Trieste.
21.30: Attività di preparazione.
Secondo giorno
10.30: Arrivo a Cracovia.
10.30 – 16.00: Tempo libero per visita alla città, sistemazione in albergo e pranzo.
16.00 – 18.30: Visita guidata al quartiere ebraico Kazimierz.
20.30: Cena comunitaria.
Terzo giorno
9.00 – 13.00: spostamento in corriera al Museo Schindler e visita al museo; visita all’ ex ghetto ebraico; a conclusione, breve attività di condivisione e rielaborazione
13.00 – 15.30: Pranzo e tempo libero.
15.30 – 19.00: Piazza del Mercato; laboratorio
20.30: Cena
Quarto giorno
7.30 – 8.30: Spostamento al campo di Auschwitz 1.
9.00 – 13.00: Visita guidata al campo di Auschwitz 1.
14.00 – 18.00: Visita al campo di Auschwitz 2 Birkenau.
19.00: Rientro a Cracovia.
20.00: Cena.
Quinto giorno
07.00 – 08.00: Colazione
08.00 – 09.30: Suddivisione in gruppi di lavoro e riflessioni sulla visita a Cracovia, Auschwitz e Birkenau; momento di restituzione e rielaborazione
09.30 – 10.00: Check-out e partenza da Cracovia
13.00 – 13.45: Pranzo al sacco/autogrill
19.00 – 19.30: Cena al sacco/autogrill
22.00 – 22.30: Arrivo
INFORMAZIONI
Associazione Quarantasettezeroquattro
segreteria@quarantasettezeroquattro.it
Alessandro Cattunar
tel 3381411435
MEMOBUS 2015 – Viaggiare per comprendere, malgrado tutto
120 studenti delle scuole superiori
10 scuole coinvolte nelle provincie di Udine e Gorizia
Un’esperienza educativa per comprendere la storia e tramandare la memoria.
Un viaggio di formazione a Cracovia e ai campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau.
Un percorso – al contempo fisico e ideale – all’interno delle memorie tragiche della Shoah e dei totalitarismi.
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IL PROGETTO
“Memobus” si fonda sulla convinzione che per mantenere e tramandare la memoria della Shoah sia necessario un lungo percorso che attraverso l’analisi, la riflessione, e l’immedesimazione, porti alla comprensione. La memoria, dunque, è comprensione e impegno.
Per questo motivo il progetto Memobus propone una visita a Cracovia e ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau come momento centrale di un’esperienza formativa più ampia e articolata che intende focalizzarsi sugli eventi, sui luoghi e sulle persone. Un’esperienza che si compone di lezioni interattive, incontri con i testimoni e laboratori per concludersi con un confronto diretto con i luoghi della memoria: i campi, ma anche il ghetto di Cracovia, il quartiere ebraico e il museo Schindler.
Dopo il viaggio i ragazzi saranno guidati da ricercatori, esperti, registi ed educatori in un percorso di rielaborazione dell’esperienza fatta attraverso i linguaggi del cinema, del teatro e della fotografia. L’obiettivo è ragionare sulle possibilità di raccontare, attraverso parole e immagini, attraverso la voce e la fisicità un periodo storico che, molte volte, è stata definità inimmaginabile. Perchè , malgrado tutto, tramandare la memoria e raccontare l’esperienza vissuta alla propria comunità è necessario soprattutto oggi che ci troviamo alla fine dell’ “Era del testimone”.
Il progetto gode del contributo determinante della Provincia di Gorizia.
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PENSIERO E IMMAGINAZIONE
Immaginare vuol dire fare uno sforzo di pensiero, di ragionamento. Significa provare a fare propria un’esperienza, inserendosi al suo interno, rapportandosi direttamente ad essa. Vuol dire, in un certo senso, abbattere le barriere che fanno percepire un determinato evento storico come definitivamente passato ed estraneo.
Questa è la sfida che intendiamo affrontare con il progetto “Memobus”.
La visita ai più grandi e importanti campi di sterminio concepiti dal regime nazista rappresenta un’esperienza di forte impatto emotivo e formativo.
Consente infatti agli studenti di confrontarsi direttamente con gli spazi che furono al centro di eventi che ormai possono apparire lontani e incomprensibili, se non addirittura inimmaginabili.
Più volte si è ripetuto che Auschwitz è impensabile, che la Shoah non è rappresentabile. Che l’esperienza del campo di sterminio è un limite invalicabile per l’immaginazione e per la narrazione. Tali constatazioni hanno contribuito a creare, attorno al problema dei campi di concentramento e di sterminio – non solo degli ebrei, ma anche degli oppositori politici, di Rom e Sinti e di tutti coloro ritenuti inferiori o pericolosi dal regime di Hitler – una sorta di aura, relegandolo quasi in una dimensione di sacralità, in un universo a cui bisognava accostarsi con prudenza e riverenza.
Tale aura ha spesso rappresentato un ostacolo per coloro che intendevano, con i mezzi più diversi, avvicinarsi alla Shoah con l’intenzione di “raccontarla”, di tramandarla, di farla comprendere alle nuove generazioni.
Ma confinare la questione all’interno dell’“impensabile” vuol dire, in un certo senso, sbarazzarsi del problema, firmare una vera e propria dichiarazione d’impotenza. Per non lasciarsi sopraffare da questo sentimento, Hannah Arendt ha insistito sul fatto che «là dove il pensiero fallisce, proprio là il pensiero deve insistere e persistere, tentando magari vie diverse».
Non bisogna quindi parlare di inimmaginabile, ma bisogna anzi essere disposti a riconoscere che per sapere, per comprendere e per comunicare è innanzitutto necessario immaginare. «Dobbiamo provare a immaginare l’inferno di Auschwitz». Bisogna aprirsi all’«immaginazione,malgrado tutto»(G. Didi-Huberman).
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I LUOGHI E I TESTIMONI
Aprirsi alle possibilità dell’immaginazione nel momento in cui si vuole “spiegare”, “raccontare” alle nuove generazioni cos’è stata la Shoah è ancora più importante oggi, mentre ci si sta dirigendo verso la fine dell’ “era del testimone”.
Attraverso la collaborazione con l’ANED partecipanti al progetto avranno la possibilità di dialogare e confrontarsi con alcuni ex deportati e, attraverso i loro racconti, acquisire delle chiavi di lettura fondamentali per comprendere ciò che andranno a vedere. Al contempo, però, gli studenti avranno modo di riflettere sul fatto che, essendo l’ultima generazione a poter ascoltare le testimonianze dirette di chi visse quegli avvenimenti, sarà necessario “immaginare” e promuovere nuove modalità per mantenere e tramandare la memoria.
E questa sarà una loro responsabilità.
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ATTIVITA’ FORMATIVE
Il progetto Memobus prevede cinque incontri di preparazione prima del viaggio e cinque incontri successivi al rientro con storici, docenti universitari, esperti e testimoni diretti dei fatti. Questi appuntamenti consentiranno di riflettere e dialogare sulla storia della prima metà del Novecento a livello europeo e italiano, ma anche di focalizzarsi sul contesto locale del Friuli Venezia Giulia, sulle complesse dinamiche che caratterizzarono un’area di confine abitata da diverse comunità nazionali, linguistiche, religiose e culturali. Inoltre, ci si confronterà con le dinamiche e le difficoltà che riguardano la trasmissione della memoria a livello pubblico e privato.
Storici ed educatori accompagneranno i ragazzi durante il viaggio e, sfruttando anche i momenti di convivialità, stimoleranno continuamente l’interazione e la discussione a vari livelli proponendo momenti di riflessione e rielaborazione individuali e di gruppo.
Supporto fondamentale alle attività formative sarà un’ampissima bibliografia che, oltre ai volumi di taglio saggistico, proporrà agli studenti albi illustrati, graphic novel, romanzi, testimonianze, film e documentari per esplorare diversi linguaggi e punti di vista.
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RACCONTARE LA SHOAH, MALGRADO TUTTO
Il progetto Memobus si basa sulla consapevolezza che ci troviamo ormai alla fine di quella fondamentale fase della “storia della memoria” che Annette Wieviorka ha definito “era del testimone”. E’ quindi necessario domandarsi cosa si può fare “dopo l’ultimo testimone” per tramandare alle generazioni future la memoria della Shoah e mantenere viva la riflessione su un tema che ha bisogno di essere ancora studiato e approfondito.
I partecipanti al progetto Memobus saranno posti di fronte a questa sfida in quanto avranno il compito di sperimentare nuovi modi di raccontare ai propri coetanei e a tutta la cittadinanza un pezzo di questa storia, filtrato attraverso la propria sensibilità. Cinema, teatro e fotografia saranno i linguaggi attraverso cui si cercherà di riflettere su alcuni temi fondamentali per comprendere l’ascesa dei totalitarismi in Europa e per capire “perché” e “come” si sia giunti alla decisione della “soluzione finale della questione ebraica”. Ci si focalizzerà in particolare su alcune parole chiave, declinate al plurale: “propagande”, “carnefici”, “zone grigie”, “resistenze”. Importante, infatti, è comprendere le molte sfaccettature, senza ridurre la riflessione a stereotipi o a contrapposizioni binarie per raccontare le scelte individuali e collettive.
PROGRAMMA
18 marzo
16.00: Partenza.
17.00: Ritrovo a Trieste.
17.30: Visita alla Risiera di San Sabba, confronto con i testimoni e cerimonia con le autorità.
19.30: Partenza dei pullman da Trieste.
21.30: Attività di preparazione.
19 marzo
10.30: Arrivo a Cracovia.
10.30 – 11.30: Sistemazione presso l’ostello.
16.30 – 18.30: Visita comunitaria al quartiere ebraico Kazimierz.
20.30: Cena.
20 marzo
8.30 – 9.30: Spostamento al campo di Auschwitz 1.
9.30 – 13.00: Visita guidata al campo di Auschwitz 1.
14.00 – 17.00: Visita al campo di Auschwitz 2 Birkenau.
18.30: Rientro a Cracovia.
20.00: Cena.
21 marzo
10.00 – 11.00: Attività laboratoriale in ostello.
11.00 – 13.30: Visita libera alla città.
13.30 – 15.00: Visita comunitaria all’area del ghetto di Cracovia.
15.00 – 17.30: Visita al museo Schindler.
20.30: Cena comunitaria e momento di riflessione.
22 marzo
08.30: Ripartenza.
Durante il viaggio: Attività di confronto e dialogo.
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INFORMAZIONI
Associazione Quarantasettezeroquattro
segreteria@quarantasettezeroquattro.it
Alessandro Cattunar
tel 3381411435
LA MEMORIA SIAMO NOI / MEMOBUS 2015 – Viaggiare per comprendere, malgrado tutto
ARGOMENTI
Giornata della memoria / Shoah / fascismo e totalitarismi / altre persecuzioni (rom e sinti, omosessuali, disabili, oppositori …) / zona grigia / memoria.
DESTINATARI
Secondaria 1° / 3
Secondaria 2° / 3 – 4 – 5
DESCRIZIONE
“La memoria siamo noi” si configura come un percorso didattico “lungo”, che non si limiti alle commemorazioni legate alla Giornata della memoria, ma muova dalla consapevolezza della tragicità per giungere alla comprensione degli avvenimenti. Il progetto si propone, quindi, di introdurre gli studenti alle vicende storiche della Shoah – e più in generale del periodo dei totalitarismi – attraverso un confronto diretto con i fatti, i luoghi, i testimoni e le loro memorie individuali: superando lo stadio emotivo – esperienza imprescindibile per potersi accostare a tali questioni – vogliamo accompagnare gli studenti nel graduale percorso di comprensione delle dinamiche politiche, economiche e socio-culturali che resero possibile l’avvento dei fascismi in Europa. Al centro della riflessione si pone il tema della trasmissione e rielaborazione delle memorie delle vittime, dei carnefici, dei burocrati, delle “persone comuni” che si trovarono coinvolte nei grandi meccanismi della storia. Senza trascurare l’impatto di quegli eventi e di quei ricordi sulle seconde e terze generazioni.
OBIETTIVI
– Fornire un contesto di conoscenze in cui collocare le celebrazioni della Giornata della memoria;
– fornire gli elementi di base della storia della Shoah e dei totalitarismi con particolare riferimento all’area di confine e alle sue problematiche specifiche;
– creare un confronto tra gli studenti e i testimoni diretti dei fatti;
– stimolare la curiosità verso linguaggi e “strumenti di conoscenza” alternativi ai libri di testo: film, fumetti, romanzi, albi illustrati;
– educare a un atteggiamento critico e consapevole che permetta di superare ogni visione unilaterale dei problemi;
– incoraggiare i ragazzi a mettersi in gioco in prima persona e, attraverso attività di gruppo, promuovere il dibattito e il confronto;
– riflettere sulle “zone grigie” del passato e del presente.
MODALITÀ E DURATA DEL PROGETTO
Il progetto prevede due moduli: ogni scuola può scegliere di aderire al percorso che preferisce – percorso di formazione: da 4 a 7 incontri (di due ore ciascuno) da 2 a 3 incontri laboratori ali con storici ed esperti prima della Giornata della memoria; 1 evento in occasione della Giornata della Memoria; 1 incontro-dialogo con un testimone dell’ANED o dell’ANPI; 1 giornata di visita ai luoghi della memoria ebraica regionale (Trieste, Gorizia e Nova Gorica); 1 incontro finale di restituzione. I moduli si possono combinare a seconda delle specifiche esigenze. – Memobus: 3 incontri con storici ed esperti prima della Giornata della memoria (2 ore ciascuno); 1 evento in occasione della Giornata della Memoria; 1 incontro con un testimone dell’ANED o dell’ANPI; viaggio a Cracovia-Auschwitz-Birkenau (4 giorni, compreso il viaggio a/r), 1 incontro di restituzione dopo il viaggio. È possibile integrare il percorso di formazione con un laboratorio teatrale sulle tematiche della Shoah e dei totalitarismi.
MATERIALI E ATTREZZATURE RICHIESTE
Tutti i materiali sono messi a disposizione dall’organizzazione. Si richiede la disponibilità di un video-proiettore e di un sistema audio.
GIÀ REALIZZATO CON…
Scuole secondarie di primo grado di: Fontanafredda (PN) / Caneva (PN)
Scuole secondarie di secondo grado di: Gorizia / Staranzano (GO) (In collaborazione con la Provincia di Gorizia.
MEMOBUS 2013 – Viaggio della memoria a Cracovia-Auschwitz
25-28 APRILE 2013
Su un’enorme parete sono affisse centinaia di fotografie in bianco e nero. Sono ritratti individuali e di famiglia, senza didascalie. Troviamo raffigurati uomini e donne eleganti, famiglie borghesi e contadine, mamme con bambini, adolescenti: si tratta di ebrei che abitavano in ogni parte d’Europa.
La parete si trova al centro di una grande sala, alla fine dei lunghi corridoi che compongono la cosiddetta “Sauna”, l’edificio di Auschwitz-Birkenau in cui i prigionieri venivano portati per essere “lavati”, “disinfettati” e “preparati” per l’ingresso nel campo. Le fotografie, che raffigurano alcuni dei prigionieri del principale campo di sterminio nazista prima delle loro deportazione, sono il punto arrivo della lunga visita all’intero complesso concentrazionario.
Si tratta anche della conclusione ideale del Memobus 2013, il “viaggio nella memoria” organizzato dall’Associazione quarantasettezeroquattro di Gorizia in collaborazione con il Comune di Fontanafredda, che ha portato 70 persone, tra studenti e adulti, a visitare Cracovia e alcuni dei luoghi della Shoah. Un viaggio che si è avviato – con un lungo percorso di formazione rivolto agli studenti della scuola media di Fontanafredda – già molti mesi prima della partenza fissata per il 25 aprile e che si concluderà nei prossimi giorni con un evento di riflessione in cui la comunità viaggiante proverà a riflettere proprio sul significato di quelle fotografie. Sono immagini che inducono a riflettere su due questioni fondamentali: quella dell’identità e quella della dignità, due concetti, profondamente collegati fra loro, il cui annientamento rappresentava la base del piano di sterminio nazista.
“Identità” e “dignità” sono anche le parole che hanno accompagnato la riflessione della comunità viaggiante di Fontanafredda che, durante le lunghe ore passate in pullman e durante la visita al quartiere ebraico, al ghetto di Cracovia e ai campi di sterminio, hanno cercato di immergersi nei percorsi di vita dei protagonisti di questa storia (della Storia) – ebrei e deportati politici, uomini e donne, adulti e bambini – che in qualche modo sono riusciti a lasciare la propria testimonianza.
Obiettivo fondamentale del progetto Memobus, infatti, non era solo quello di far visitare dei “luoghi della memoria e dell’orrore” – che se scollegati da un percorso culturale più ampio rischiano sempre di dire troppo o troppo poco – ma soprattutto quello di far comprendere gli eventi che caratterizzarono la fine del secondo conflitto mondiale attraverso la conoscenza dei fatti e il confronto diretto con i luoghi e con le testimonianze dirette di chi ha vissuto gli eventi. Testimonianze che parlano dell’importanza, ma anche della difficoltà, di definirsi in modo univoco e al contempo della dignità che accomuna ogni essere umano.
I partecipanti al progetto hanno avuto la possibilità di compiere il viaggio in compagnia di Antonio De Nardi, ex deportato e membro dell’ANED, che attraverso il suo racconto e i suoi gesti ha sottolineato l’importanza di mantenere vivi i processi di trasmissione della memoria tra le generazioni ma soprattutto ha lanciato un messaggio di speranza, malgrado tutto.